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Itri / Forza Italia e l’ultimatum all’amministrazione del sindaco Agresti, facciamo il punto

ITRI – Il suo pragmatismo a volte tradisce un’altra sua qualità: la pazienza. Ma l’interessato ha capito che il bicchiere (della tolleranza) è pieno da tempo e prima che tracimi è opportuno che si intervenga per svuotarlo. Michele Stamegna è lo storico coordinatore comunale di Forza Italia a Itri. Guida il partito da quasi un trentennio sulla scorta di una precisa indicazione politica arrivatagli dalla vicina Fondi da parte dell coordinatore regionale, il Senatore Claudio Fazzone, che peraltro lo considera un fidato consigliere politico.

L’amministrazione comunale di Itri è stata rinnovata il 3 ed il 4 ottobre scorsi con la sofferta terza elezione di Giovanni Agresti (Fratelli d’Italia) ma Forza Italia è sul punto già di cambiare idea e posizione sulla maggioranza di cui fa ancora ufficialmente parte. Viceversa lo stesso sindaco Agresti, a sua volta, non vuol sentir più parlare di Forza Italia al punto da definire la sua maggioranza consiliare “composta da dieci e non più da dodici consiglieri”.

Forza Italia “responsabilmente sinora ha dimostrato senso di responsabilità e l’incondizionato impegno per la risoluzione dei tanti e datati problemi che condizionano lo sviluppo della nostra comunità – osserva subito Michele Stamegna – ma la furbizia in politica non ha mai pagato. Qualcuno dovrebbe saperlo nel rispetto dei cittadini che ci hanno garantito soltanto tre mesi fa il loro leale sostegno”.

E’ il primo affondo che il coordinatore comunale degli azzurri ha rivolto al neo sindaco di Itri Agresti per la cui ricandidatura Forza Italia lo scorso maggio era stata determinante per decretare l’anticipata conclusione del primo mandato amministrativo del sindaco avvocato Antonio Fargiorgio. La nuova alleanza elettorale tra Forza Italia ed il candidato Agresti era nata sotto una cattiva stella, con il freno tirato, tra distinguo palesati finanche durante lo svolgimento dei comizi pre voto. I consensi azzurri sono stati, tuttavia, determinanti per la vittoria al fotofinish ai danni del sindaco Fargiorgio ma già in occasione della festa del 4 ottobre in piazza Incoronazione per il ritorno di Giovanni Agresti i musi lunghi avevano prevalso sui sorrisi.

E’ stato un pessimo inizio di consiliatura che ha condizionato inevitabilmente il varo della Giunta. Forza Italia, attraverso il paziente coordinatore comunale Stamegna, aveva avanzato precise richieste per la formulazione dell’esecutivo (due assessori o, tutt’al più, una rappresentanza in Giunta e la presidenza del consiglio comunale) ma il neo sindaco Agresti è andato dritto come un treno dell’alta velocità. Michele Stamegna non dimenticherà tanto facilmente la proposta fattagli dal vincitore delle elezioni amministrative: “Un solo posto in Giunta spetta a Forza Italia – gli disse Giovanni Agresti – ma dovrà essere una donna”.

Apriti cielo!. Per il coordinatore degli azzurri itrani la prima “furbizia” del neo sindaco Agresti si è consumata quando l’imprenditore , giocando di fino, ha proposto ed ottenuto la disponibilità della terza degli eletti di Forza Italia, la debuttante Gabriella Dragonetti, a far parte della Giunta municipale con le deleghe minori alla Pubblica Istruzione e all’associazismo. Michele Stamegna di questo primo affronto aveva subito informato il Senatore Fazzone per ricordargli che la neo assessora Dragonetti non aveva mai ottenuto il via libera del direttivo a far parte della terza Giunta Agresti.

Insomma il neo sindaco di Itri aveva effettuato una legittima nomina ma senza la necessaria copertura del principale partito della sua coalizione. Fedele alla massima evangelica di “porgere l’altra guancia”, il dominus degli azzurri di Itri ha lasciato fare anche in occasione del secondo adempimento della rinnovata amministrazione comunale: il varo della presidenza del consiglio comunale. Quando tutti davano per scontata la scelta di uno dei due esponenti della rappresentanza di Forza Italia (l’ex vice sindaco Andrea Di Biase o l’ex assessore ai Lavori Pubblici Serena Ciccarelli), Giovanni Agresti ha deciso di andare dritto e senza tentennamenti.

La presidenza d’aula è andata, invece, ad uno dei fedelissimi di Agresti, Salvatore Ciccone, ma la tensione è salita alle stelle quando – caso unico e raro in provincia di Latina – il neo presidente del consiglio comunale è stato nominato anche delegato alla raccolta differenziata, igiene urbana e contenzioso e finanche presidente della commissione consiliare al bilancio. Troppo.

Per Forza Italia questa è stata la penultima provocazione difficile da digerire. L’ultima c’è stata in occasione del varo delle tre commissioni consiliari con l’elezione dei rispettivi presidenti. Anche qui Forza Italia è rimasta a secco. Forse volutamente. Giovanni Agresti ha deciso, invece, di andare dritto. Non poteva fare diversamente. Se l’avesse fatto, avrebbe manifestato una tangibile prova di debolezza politica. E non è finita. Tre mesi e mezzo di un pessimo matrimonio sono stati sufficienti per offrire altri due incidenti di percorso.

Ad inizio di novembre ad Itri c’era stata una devastante frana ed il gruppo consiliare di Forza Italia, di concerto con il Senatore Fazzone, aveva chiesto ed ottenuto l’intervento dell’allora presidente della Provincia di Latina Domenico Vulcano. Al termine di un sopralluogo nella zona colpita dal maltempo, Vulcano era stato invitato ad incontrare in comune il neo sindaco Agresti. Le grida tra il capo dell’amministrazione aurunca e la sanguigna consigliera Ciccarelli – hanno raccontato alcuni testimoni – sarebbero state ascoltate nella vicina Formia.

E poi il 18 dicembre l’elezione di secondo livello per la successione di Vulcano alla Provincia: Giovanni Agresti correva per se stesso su richiesta di Fratelli d’Italia, Forza Italia appoggiava la candidatura alla presidenza della provincia del sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli. E’ stato, questo, l’ultimo atto di una situazione che Michele Stamegna definisce ora “degenerata. Che non ci siano più le condizioni per stare in questa maggioranza è un fatto risaputo ma Forza Italia è un partito serio e democratico che decide in maniera collegiale”.

A giorni è fissata la convocazione del consiglio direttivo per decretare la fuoriuscita degli azzurri da una maggioranza in cui non mancano altri mal di pancia interni. Stamegna – come detto – sinora ha lasciato fare. Ora orientato a consegnare il cerino accesso (quello di un’instabilità politico- amministrativa) al sindaco che aveva sostenuto sino al 4 ottobre scorso. Forza Italia è orientata a rinnovare la sua fedeltà alla coalizione di cui, nonostante tutto, fa parte ma ad una condizione: il sindaco Agresti deve effettuare una linea di demarcazione “tra quello che è stato sinora e- ha specificato Stamegna – e quello che può e potrebbe ancora essere”. Insomma l’ultimatum degli azzurri è “rasettare tutto, a cominciare dall’azzeramento della Giunta. E poi si vedrà”.

Le due parti sono accomunate da un comune progetto elettorale, quello della delocalizzazione del nuovo polo scolastico che Forza Italia considera una priorità amministrativa grazie al contributo finanziario stanziato dalla Regione. L’altra sera c’è stata la conferenza dei capigruppo che, rinviata alla prossima settimana prima della convocazione del consiglio, potrebbe portare a dimezzare le distanze attualmente esistenti? “Non penso – taglia corto il consigliere Andrea Di Biase – Il sindaco Agresti deve ancora capire che nella gestione di un’amministrazione il metodo ancora conta…”.  Intanto la rappresentanza di Forza Italia da settimane sta ricucendo i rapporti, quest’estate sfilacciati, con l’ex sindaco Fargiorgio e con il principale gruppo di opposizione di “Itri Facciamo futuro”.

Di questi movimenti sotterranei Agresti è a conoscenza. Che non tema imboscate il sindaco di Itri lo ribadisce da tempo quando sostiene di “essere numericamente autosufficiente e di non aver problemi a governare…”. Nel consiglio comunale appena eletto c’è una seconda forza d’opposizione. Si chiama “Promessa per Itri” che ha mandato in consiglio l’ex sindaco socialista e di Forza Italia Giuseppe De Santis ed una delle prime ortodossie del Movimento cinque stelle in provincia di Latina, il primo consigliere comunale grillino eletto in assoluto, Osvaldo Agresti.

Il suo principale bersaglio era e resta l’ex sindaco Fargiorgio. Con l’attuale primo cittadino mai una polemica, un’interrogazione, una richiesta di chiarimenti, una mozione. Niente di niente. E il motivo? Hai visto mai un nipote, anche se acquisto, attaccare uno zio? E Michele Stamegna lo sa.

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