Cassino / Delitto Mollicone: richieste su impronte digitali sul nastro adesivo, parla il criminologo Lavorino

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CASSINO  – Subito venga desecretato l’elenco delle persone, ben 275, a cui fu chiesto di rilasciare le rispettive impronte digitali per compararle con quelle, tutt’altro che nitide, rinvenute sul nastro adesivo con cui il 1 giugno 2001 furono immobilizzate le mani e le gambe di Serena dopo essere stata uccisa in circostanze tuttora misteriose. La richiesta è stata formalizzata dal criminologo Carmelo Lavorino, il portavoce di Franco, Marco e Annamaria Mottola, tre dei cinque imputati che, accusati di omicidio volontario, sono sotto processo davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino.

Il dottor Lavorino chiede che venga svolta da parte della Procura un ‘”operazione verità” dopo che nell’ultima udienza del dibattimento venerdì scorso è emerso dell’altro. E, cioè, secondo il perito della stessa Procura, il Maresciallo dei Carabinieri dei Ris Roberto Germani, considerato un super-esperto di indagini dattiloscopiche, non sono state trovate sul nastro che legava il cadavere di Serena e su un contenitore dei rifiuti rinvenuto nel boschetto di Fonte Cupa nessuna impronta digitale appartenente o compatibile ai tre componenti della famiglia Mottola e agli due imputati, Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale

Per Lavorino forse soltanto tre di 27 tracce dattiloscopiche sono utili alla comparazioni. Ma neppure questo. Solo una che, considerata particolarmente nitida, è stata rinvenuta nella parte interna del nastro adesivo che teneva strette le gambe della studentessa di Arce. La richiesta alla Procura è quella di comparare le impronta isolate sul nastro con quella di Tonino Cianfarani, il muratore di Sora morto nel 2020 e condannato per la morte di Samanta Fava, la 38enne trovata murata in una cantina di Fontechiari.

Franco, Annamaria e Marco Mottola nulla hanno a che vedere con l’uccisione della povera Serena Mollicone – sostiene nell’intervista video allegata Carmelo Lavorino affiancato nel collegio difensivo dagli avvocati Francesco Germani, Piergiorgio Di Giuseppe, Mauro Marsella, Enrico Meta e dai consulenti Enrico Delli Compagni e Alessandra Carnevale. Questa circostanza oggettiva è la prova scientifica, criminalistica, forense, logica e certa che i signori Mottola non sono gli autori di questo efferato omicidio”

INTERVISTA video Carmelo Lavorino, criminologo