Sud Pontino / Operazione anti-droga “Traqueteros”, scattano i primi interrogatori di garanzia

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SUD PONTINO – Tra oggi e domani scatteranno i primi interrogatori di garanzia nei confronti delle sei persone raggiunte venerdì mattina da altrettanti provvedimenti cautelari in carcere che, richiesti dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Roma Corrado Fasanelli, sono stati emessi dal Gip del Tribunale di piazzale Clodio Massimo Maresca con la pesante accusa di aver gestito un giro di spaccio, tra il 2019 e l’anno successivo, nei centri di Formia e Minturno per conto di un potente clan camorristico dominante nel quartiere napoletano di Secondigliano.

L’atteggiamento processuale dei sei è molto atteso alla luce della robustezza della copiosa ordinanza custodiale notificata dagli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza, gli stessi che avevano effettuato le indagini affiancandosi per certi versi ai Carabinieri che il 1 aprile 2020 avevano portato a termine un’analoga operazione denominata “Touch & Go” e leggendo le 416 pagine dell’ordinanza emessa a margine dell’inchiesta anti droga “Traqueteros” un contribuito all’attività investigativa delle Fiamme Gialle e del Sostituto procuratore della Dda Corrado Fasanelli l’ha fornito un ex pusher di Scauri, un tempo componente dell’organizzazione capitanata da Domenico Scotto, ritenuto collegato a due clan dominanti a Secondigliano, i Licciardi prima e, dopo la sua trasformazione, i “Sacco Bocchetti” poi.

Si tratta di Diego Camerota che, diventato collaboratore di giustizia e dunque beneficiario di un programma di protezione, a causa della sua condotta era stato condannato il 6 luglio scorso a soli due anni e quattro mesi di reclusione con i benefici del rito abbreviato al termine del processo “Touch & Go” celebrato davanti il Gip del Tribunale di Roma Angela Gerardi. Annuncia battaglia l’intero collegio difensivo – composto dagli avvocati Massimo Signore, Vincenzo Macari, Luca Scipione e Pasquale Cardillo Cupo – anche per quanto riguarda il successivo svolgimento degli interrogatori di garanzia per i quattro indagati finiti ai domiciliari. Un fatto è certo.

Il sostituto procuratore Fasanelli aveva chiesto al Gip Maresca l’emissione della custodia cautelare in carcere per tutti e 14 gli indagati coinvolti nell’operazione “Traqueteros” . Il Gip ha detto di no e per quattro di loro ha disposto invece per due altrettanti obblighi di dimora e per due l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. E il motivo è il seguente: alcuni degli indagati sono finiti nelle maglie della Finanza per il trasporto di quantitativi di droga da Napoli Secondigliano verso Minturno. L’episodio più noto è datato 30 ottobre 2019 quando Giuseppe Stefanelli, di 48 anni, ora ai domiciliari, fratello maggiore dell’attuale Sindaco e candidato alle elezioni amministrative di Minturno, Gerardo, fu raggiunto da un provvedimento di fermo di polizia giudiziaria della stessa Finanza lungo la Variante Formia Garigliano nei pressi dello svincolo di Minturno.

Il provvedimento, su istanza dell’avvocato Signore, non venne convalidato dal Gip del Tribunale di Cassino , decisione confermata dal Tribunale del Riesame di Roma dopo un ricorso presentato dal sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo. Per quell’episodio Stefanelli è in attesa ancora di sapere se affrontare un processo penale ad hoc. Nell’ordinanza ci sono tre episodi che il Gip Maresca collega a Stefanelli. Il primo è del 19 ottobre 2019 quando l’uomo avrebbe trasportato un carico di droga che, organizzato da Domenico Scotto e Walter Palumbo ed eseguito da Vincenzo Stanganella sino a Mondragone, l’avrebbe consegnato a Italo Laracca. La droga sarebbe stata stoccata presso l’abitazione del minorenne F.P.F. in attesa di distribuirla ai pusher del sud pontino su indicazione di Domenico Scotto. Il 29 ed il 30 ottobre di due anni Stefanelli ancora avrebbe partecipato “con il ruolo di vedetta e di staffetta a due trasporti di droga lungo il percorso che effettuò il corriere da Napoli Secondigliano a Minturno e, più precisamente, presso l’abitazione del minorenne in attesa della distribuzione sul territorio”. Il legale dell’uomo, l’avvocato Signore, è pronto a ribaltare il contenuto dell’ordinanza del Gipo

“Era partecipe dell’organizzazione – scrive il Gip Maresca – con il ruolo di corriere e pusher nonchè di referente per il procacciamento di appartamenti da mettere a disposizione del clan – così viene definito – autovetture, carte postpay per il trasferimento del danaro. Era altresì referente presso le amministrazioni locali per far ottenere la residenza ai familiari dei componenti l’organizzazione al fine di eludere le misure di divieto di ingresso nel comune di Minturno a carico dei membri di vertice del sodalizio grazie anche alla circostanza di essere il fratello del sindaco di Minturno in carica. Stefanelli – aggiunge ancora il Gip del Tribunale di Roma – forniva informazioni riguardo le indagini condotte dalle forze dell’ordine nei confronti dell’organizzazione criminale e infine provvedeva a rilevare la qualità dello stupefacente destinate allo spaccio”.

Una curiosità. In una intercettazione Stefanelli consigliava di cambiare itinerario per il passaggio della droga a Scauri perché “stanno asfaltando la strada”. Secondo il Gip è un linguaggio criptico per annunciare la presenza delle forze dell’ordine. E invece l’avvocato Signore produrrà un’ordinanza del settore della Polizia Locale del comune con cui quel giorno realmente si stavano eseguendo interventi di bitumazione di via Appia. Nell’interrogatorio di garanzia la difesa di Stefanelli produrrà altri tipi di certificazione. Dopo il fermo di pg dell’ottobre 2019 non convalidato dal Gip del Tribunale di Cassino, l’uomo ha iniziato fuori regione un concreto recupero riabilitativo contro l’uso di sostanze stupefacenti e soprattutto ha avviato una vera e propria attività lavorativa.

L’ordinanza del Gip Maresca è stata notificata a Domenico Scotto, 37 anni, di Napoli; Walter Palumbo, 37 anni, di Napoli; Vincenzo Stanganelli, 35 anni, di Napoli; Antonio De Meo, 44 anni, di Formia ma residente a Minturno; Giuseppe Stefanelli, 48 anni, di Minturno; Ivan Di Lorenzo, 40 anni, di Napoli ma residente a Formia; Carmine Brancaccio, 41 anni, di Napoli ma residente a Scauri; Italo Laracca, 38 anni, di Minturno; Roberta Di Calisto, 58 anni, residente a Minturno; Francesco Leone, 44 anni, residente a Formia; Giuseppe Strabello, 26 anni, di Minturno; Roberto Durazzo, 41 anni di Minturno; Stefano Marino, 25 anni, residente a Sesto Campano, in provincia di Isernia; Adriano Russo, 42 anni, domiciliato a Vairano Patenora; Armando Danilo Clemente, 36 anni, di Minturno.

Gli indagati ruotavano attorno a due base operative allestite nelle realtà di Gianola e S.Janni a Formia e a Scauri dove veniva gestito lo spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e crack provenienti dalla confinante Regione Campania attraverso una rete di pusher. Dei 14 indagati, tra cui una donna, otto risiedono o sono originari di Minturno e due sono di Formia. Oltre a spacciare – secondo gli inquirenti – gli indagati avrebbero assolto anche ai ruoli di far affermare con la violenza il gruppo sul territorio del Golfo, eliminando ogni forma di concorrenza, e di recuperare i debiti accumulati da numerosi assuntori. L’attività delle Fiamme Gialle ha arricchito il proprio quadro probatorio con il sequestro di 877 grammi di cocaina, di 145 di crack,di quattro chili e duecento grammi di hashish e di una pistola calibro 7,65 che, secondo gli inquirenti, sarebbe servita per intimidire i clienti morosi.