Formia / Europei2020, vince l’Italia: festeggiamenti incontenibili, alcuni tifosi dimenticano la pandemia [VIDEO]

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FORMIA – Fuochi d’artificio, caroselli in auto e tante, tantissime persone di tutte l’età riverse in centro, in via Vitruvio a Formia, per festeggiare la vittoria del titolo di Campioni d’Europa 2020 ottenuto dalla Nazionale calcistica Italiana. Un entusiamo vulcanico, esploso dopo l’ultimo rigore calciato dal 19enne Saka e magistralmente parato dal portiere Gianluigi – per tutti Gigio – Donnarumma, insignito poi del premio “Miglior giocatore del torneo” – “Player of the Tournament” (Europei 2020).

Una partita finale al cardiopalma quella con l’Inghilterra, nello stadio di Wembley, che sin dal secondo minuto ha tenuto tutti i tifosi azzurri col fiato sospeso, a partire da quelli allo stadio: in netta minoranza quelli schierati sugli spalti a sostegno dei ragazzi del “cerchio magico” di mister Roberto Mancini – tra cui anche il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella – rispetto a quelli inglesi.

Il goal subito dopo centoventi secondi ha portato gli undici azzurri subito in svantaggio, ma un secondo tempo strabiliante durante il quale Leonardo Bonucci porta la nazionale al pareggio – 1a1 – un ritmo altissimo nei due tempi supplementari e alla fine i calci di rigore, hanno consacrato i giocatori italiani vincitori della “Uefa Euro 2020”.

Questa incongruenza denominativa – siamo nel 2021, ma parliamo di Euro2020 – sottolinea quel tempo sospeso che abbiamo vissuto, in ogni ambito, a causa della pandemia da Covid-19, per cui anche gli Europei calcistici avrebbero dovuto aver luogo lo scorso anno e che – vale la pena evidenziare – non è ancora dichiarata chiusa. La campagna vaccinale che procede in tutto il Paese fa ben sperare, ma la comparsa delle cosiddette “varianti” meriterebbe un po’ di attenzione in più da parti di tutti, anche quando si accende l’euforia di condividere una gioia così incontenibile.

Se c’è un risvolto della serata di ieri che va stigmatizzato è stato, durante i festeggiamenti a Formia, lo scarsissimo utilizzo dei dispositivi di protezione individuale – la mascherina per intenderci – il cui impiego non ci avrebbe certo spento la contentezza o fatto saltare ed urlare di meno. Una nota stonata che lascia amareggiati.

Ad ogni modo – con un 4 a 3 finale per l’Italia –  dopo cinquantatrè anni la coppa del campionato europeo torna a Roma, sostenuta dal gioco di una squadra che ha trasmesso innanzittutto proprio questo il senso di unione; un gruppo giovane, unito, con spirito sportivo – ben distante dal cattivo gusto di togliersi la medaglia dal collo dei calciatori della nazionale inglese al momento della premiazione finale – che hanno contribuito alla determinazione di voler guadagnare il traguardo, salendo sul gradino più alto del podio. Forse oltre che festegiarli questo spirito potrebbe anche ispirare i “tifosi” che hanno ben altra “gara” da vincere quella contro l’epidemia mondiale.

La nazionale italiana ha vinto gli Europei, ma d’altro canto il sogno dell’Europa – al di là di quella calcistica – è sempre stato italiano.