Minturno / Paola Graziano eletta nuovo presidente del consiglio comunale

Minturno Politica

MINTURNO – In un altro contesto politico amministrativo qualcuno avrebbe permesso anche lo svolgimento di uno spettacolo pirotecnico. E invece lunedì l’elezione del primo presidente donna del consiglio comunale di Minturno è stata accolta in un clima di mestizia e tristezza. Il sindaco Gerardo Stefanelli il suo risultato politico, alla fine, l’ha centrato – l’elezione della dottoressa Paola Graziano con tutti i voti della sua maggioranza – ma il day after è ricco di incognite. Lo è nella fase in cui inizia la campagna elettorale al termine della quale il primo cittadino intende succedere a se stesso per cominciare a coltivare un pensierino con destinazione Montecitorio: diventare deputato alle elezioni politiche del 2023 nel nuovo collegio uninominale del Golfo e del cassinate.

Stefanelli ha permesso che il massimo consesso civico avesse una nuova guida ma ha consegnato il cerino acceso nelle mani di chi, il Partito Democratico, che ha fatto in modo che si trasformasse in un incendio. Il Pd, o meglio il suo gruppo consiliare, indicando con successo Paola Graziano, è andato controcorrente rispetto alla decisione del direttivo che aveva suggerito quale successore del dimissionario Giuseppe Tomao il capogruppo consiliare Matteo Marcaccio. Il vero vincitore morale della partita politica disputata in consiglio è stato ancora una volta Giuseppe Tomao che, malgrado il suo coinvolgimento nella concorsopoli dell’Asl di Latina per cui è stato costretto a dimettersi dopo il disco rosso del suo partito, ha evidenziato con una prova muscolare di essere ancora determinante nelle azioni amministrative del suo partito. Innanzitutto proponendo Paola Graziano: anche lei appartenente alla componente interna guidata dal segretario provinciale Claudio Moscardelli, tra i più votati alle amministrative di cinque anni fa perché all’epoca la sfida elettorale l’aveva disputata in tandem proprio con Tomao. Tomao sarà ancora indagato per alcuni “aiutini” ricevuti alla vigilia del concorso per assistente amministrativo dell’Asl che l’ha visto affermare ma politicamente ha dimostrato ancora di poter dare le carte prendendosi gioco del suo stesso partito.

L’indicazione sulla nomina della Paola Graziano era contenuta in una lettera che il gruppo consiliare del Pd aveva consegnato alla vice presidente vicaria del consiglio, l’azzurra Maria Di Girolamo, prima dell’inizio della seduta convocata per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2020. Alla fine i quattro consiglieri comunali del Pd vicini al Senatore Moscardelli – Tomao e Graziano si sono affiancati ad Americo Zasa e Francesco Sparagna – hanno messo politicamente all’angolo il capogruppo consiliare Marcaccio ed il segretario cittadino Franco Esposito, costretti a prendere atto che i numeri vanno in questo momento in una direzione ben precisa. Il resto, poi, è scivolato liscio come l’olio. Su indicazione del sindaco Stefanelli l’altra parte della maggioranza – i civici di “Minturno Domani” (Giuseppe Pensiero, Gennaro Orlandi e Ines Conte), l’indipendente Domenico Riccardelli e naturalmente lo stesso primo cittadino – hanno incoronato la dottoressa Graziano, la cui elezione ha incrinato, per qualche minuto, gli idilliaci rapporti con le minoranze di centro destra. Gli unici consiglieri presenti erano quelli di Moderati per Minturno Massimo Signore, Maria Di Girolamo e Maurizio Faticoni – erano invece assenti Massimo Moni della Lega, Tommaso Iossa e Fausto La Rocca di Fratelli d’Italia – ma il lungo ed articolato intervento di quest’ultimo è servito per censurare l’arroccamento politico del Pd.

“L’elezione a presidente della dottoressa Paola Graziano – ha subito osservato Faticoni – avrebbe merito per lo spessore umano e politico il consenso di tutta l’aula consiliare. Era avvenuto così cinque anni per la nomina di Tomao. E ora cosa è successo? Semplice – si è interrogato il consigliere d’opposizione offrendosi egli stesso la relativa risposta – Il Pd era più impegnato nelle beghe interne anziché coinvolgere l’opposizione in un confronto sulla scelta del presidente per farle ottenere l’unanimità dei consensi. Si è trattato di un mancato garbo politico, ci ha avete messo nella condizione di non votare” ha tuonato Faticoni memore delle circostanze politiche in cui la litigiosa maggioranza Stefanelli avesse dovuto chiedere la disponibilità di un ombrello politico alle minoranze e, in particolare, alla protesi civica di Forza Italia
“Sono tutte dinamiche interne al Pd minturnese nei confronti delle quali non vogliamo mettere becco”. La filosofia pensiero del sindaco Stefanelli è stata ribadita nel suo intervento da uno dei suoi tanti luogotenenti, Gennaro Orlandi di “Minturno Cambia”, pur spezzando, alla fine, alla lancia a favore della neo presidente che, emozionata, rappresenta comunque una novità per la sua storica elezione quale primo presidente donna dell’assemblea minturnese.

La diretta interessata ha capito ben presto di essere diventata un caso politico all’interno del Pd e della sua stessa maggioranza. Per di più a quattro mesi dal voto amministrativo in occasione del quale Stefanelli pensa alla rielezione a sindaco e, magari, guadagnarsi la possibilità di candidarsi alla Camera nel collegio del Golfo e del cassinate alle politiche della primavera del 2023. Paola Graziano ha voluto vestire per qualche minuto i panni del pompiere per spegnere facili focolai all’interno della sua coalizione: “Il mio mandato vorrei utilizzarlo, seppur per pochi mesi, per dare stabilità alla parte conclusiva di questa positiva consiliatura. Ci aspettano scadenze davvero importanti”.

Ma a proteggere a sorpresa la neo presidente d’aula è stato il suo principale sostenitore. Se Giuseppe Tomao nel penultimo consiglio della scorsa settimana dopo aver letto la lettera delle dimissioni era andato a sedersi tra i banchi del centro destra perché “qui viene garantito il distanziamento sociale”, lunedì sera ha cercato di ricucire i rapporti di nuovo sfilacciati. “Nessuna scortesia verso la minoranza, ma solo dettata da tempi ristretti – ha dichiarato l’ex presidente del consiglio comunale – Abbiamo pensato ad una persona di alto profilo. Paola è una manager aziendale che potrà essere una risorsa anche in futuro”.

Ma la frittata era ormai fatta. La parte sinistra del Pd ha fatto fatica a celare il proprio malessere e i principali malpancisti sono stati ancora una volta l’assessore alla scuola Mimma Nuzzo e lo stesso giovane capogruppo Marcaccio che resta a guidare il Pd in consiglio comunale sino al voto di ottobre. E a rendere incandescente la situazione è stato lo stesso segretario cittadino e consigliere comunale Esposito rivelando l’esistenza di alcune pressioni esterne al Pd sul nome da indicare e far votare all’aula.

Una posizione che il capogruppo di Moderati per Minturno Massimo Signore non ha tardato un istante a biasimare in consiglio comunale: “Qualcuno ci smentica. Nessuno si è mai intromesso nelle vostre decisioni, che rimangono di carattere politico e interno al vostro partito. Sappiate chein questi anni abbiamo sempre teso una mano per dare un aiuto con i lavori e purtroppo in questa occasione vi siete chiusi a riccio. Contenti voi”. Insomma la conclusione è stata questa: Tomao con questa prova muscolare ha vinto una battaglia. Non è certo, qualora ci fosse una richiesta di rinvio a giudizio nell’inchiesta giudiziaria che lo vede tra gli indagati, che possa vincere la guerra: una ricandidatura al consiglio comunale di Minturno.

Davanti a questo scenario il sindaco Stefanelli è rimasto spettatore silenzioso. Già dalla riunione pre-consiliare del pomeriggio della sua maggioranza aveva chiesto al suo ex partito, il Pd, di dare una nuova guida all’assemblea. Quando è arrivato ha sottolineato “la prima volta di una donna come presidente del consiglio comunale”. E allo tempo stesso ha spostato volutamente l’attenzione su uno degli argomenti all’ordine del giorno, il rendiconto di gestione esercizio 2020: “Si chiude positivamente un ciclo di amministrazione ‘finanziaria’ durato 5 anni: il risultato è un ente risanato , con una cassa ampiamente positiva, con una struttura veloce nei pagamenti, con adeguate coperture del rischio contenzioso, capace di approvare gli ultimi 2 bilanci entro il 31 dicembre, cosa molto rara per gli enti locali, in special modo ai tempi del Covid. Basta seguire le cronache di una grande città a noi vicina come Formia per capire quanto sia fondamentale per un Comune avere i conti in ordine, i debiti azzerati, la cassa adeguatamente consistente per sostenere investimenti finalizzati allo sviluppo e all’equità”.

Da parte del sindaco indifferenza più totale nei confronti del gruppo consiliare del Pd per aver scelto il nuovo presidente del consiglio comunale. Stefanelli ha voluto ringraziare il suo vice sindaco ed assessore al bilancio Sparagna: “Grazie a Daniele per la quantità e la qualità del lavoro svolto, e per l’enorme risultato raggiunto. Un ringraziamento a tutta la struttura dell’ente ed in particolare modo alle donne e agli uomini impegnati nel settore bilancio e tributi dell’ente. Grazie a voi il comune di Minturno ha spalle solide per affrontare il futuro”. Con o senza il Pd… ormai è discorso sempre più relativo.