Formia / Centro vaccinale anti Covid-19, Simeone (FI): “ambulatorio da terzo mondo”, ma arriva la levata di scudi del Pd

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FORMIA – Giorgio Casati non è il più direttore generale dell’Asl di Latina da settimane – a giorni è in programma l’avvicendamento con il suo successore, Silvia Cavalli – ma la governance dell’autorità sanitaria pontina continua ad essere nel mirino del presidente della commissione sanità alla Pisana,il consigliere regionale formiano di Forza Italia Giuseppe Simeone. Si era definito “sconcertato e scioccato” al termine della visita effettuata nei locali della Provincia di via Spaventola  a Formia che concessi all’Asl, adibiti da lunedì scorso a nuovo Hub per le vaccinazioni Covid 19 a favore del personale docente e non e delle forze dell’ordine (e non soggetti fragili) operanti nella provincia pontina.

“Quello che poteva, e doveva, essere un fiore all’occhiello per questa importantissima è stato ridotto a poco più che una ‘bancarella’ – aveva tuonato Simeone – degna neanche di ambulatori del terzo mondo. Persone affollate all’esterno in attesa di entrare, senza la possibilità di aspettare il proprio turno al riparo e con qualche seduta”. Per Simeone questi locali di oltre 100 metri quadrati, distribuiti tutti su un piano, privo di barriere architettoniche e dotato di uno spazio aperto, “potrebbero essere organizzati in modo organico ed ordinato con le attrezzature e le postazioni necessarie. E invece sono stati letteralmente buttate lì un paio di sedie su cui far sedere i cittadini a cui somministrare le dosi. L’unico lettino disponibile, in caso di malore, è separato dal resto da un separé improvvisato con l’asta per le bandiere. In un angolo ci sono un paio di scrivanie per l’accettazione. Gli operatori sono costretti a portarsi il materiale necessario ad effettuare le somministrazioni ogni giorno”.

Simeone, di fatto, incoraggiando e plaudendo agli stessi operatori impegnati, aveva stigmatizzato l’assenza – a suo dire – di un’organizzazione mirata ad utilizzare nel modo più efficiente e razionale questo spazio e per rendere più agevole ed agile il lavoro degli operatori nonché l’accesso dei cittadini alle vaccinazioni. E l’attacco finale il presidente della commissione sanità della Regione l’aveva riservato “a chi guida la Asl di Latina che non ha la capacità e competenza nello svolgere il proprio lavoro. Mi auguro solo che il nuovo direttore generale prenda subito in mano tale situazione e metta a regime gli Hub esistenti, programmando quelli necessari ad un ampliamento della platea, altrimenti continueremo ad essere la Cenerentola della sanità del Lazio”. Simeone faceva sapere di confidare nella nuova gestione aziendale.

Intanto a difendere, nonostante l’emergenza epidemiologica in corso, l’operato del direttore generale facente dell’Asl pontina Giuseppe Visconti e della sua squadra è il Partito Democratico al gran completo. I due consiglieri regionali pontini Salvatore La Penna ed Enrico Forte ed il segretario provinciale Dem Claudio Moscardelli hanno invitato Simeone a terminare le sue “strumentalizzazioni sulla salute dei cittadini. Recidivo, continua a speculare su Pandemia . I punti vaccinali nella nostra provincia sono stati opportunamente dislocati secondo le esigenze e le disponibilità che immediatamente venivano richieste. Successivamente con cadenza settimanale è aumentata la disponibilità delle forniture di vaccini e si è provveduto ad implementare via via i punti stessi”.

Quanto messo in campo dall’Asl di Latina per logistica e tempi di operatività va solo apprezzato ed incoraggiato. La nostra è una Provincia estesa che per essere coperta – ricordano La Penna, Forte e Moscardelli – richiede sforzi ed impegno non banali cioè quello che è stato messo in campo.  L’Asl di Latina con le sue 1300 vaccinazioni di media è la seconda Asl del Lazio, dopo il mega Hub di Fiumicino (posto singolo). Segue le direttive regionali in toto, vede la propria attività a livello di agenda scandita dalla Regione stessa mettendo in campo nei propri spazi operativi il massimo delle attività possibili”.  L’hub di Formia era stato valutato di persona e la sala riunioni della sede decentrata dell’amministrazione provinciale era stata messa a disposizione del Presidente della Provincia Medici.

“Presenta le caratteristiche giuste – fa rilevare una nota congiunta del Pd sottoscritta dai due consiglieri regionali eletti in provincia e dal segretario Moscardelli – essendo già attrezzata con arredi, tipo sedie, più che adeguate al numero della presenza massima, scrivanie e servizi igienici. L’Asl ha provveduto ad installare computers e attrezzare con lettino per eventuale assistenza di persone e paraventi”; questi arredamenti sono gli stessi di tutti gli altri punti di vaccinazione che si sono adeguati. Con gli stessi l’Asl sta attrezzando il punto di Gianola, di prossima apertura. Presso il centro vaccinazioni di Formia dall’8 marzo sono statti effettuati circa 600 vaccini.

“Senza nessuna lamentela come riferiscono gli operatori, da parte delle persone che sono afferite al centro – aggiungono concludendo i tre esponenti del Pd – Al massimo ogni ora possono essere presenti 10-15 persone e le sedie sono oltre 30 e non un paio come si dice strumentalmente. Inoltre non sono stati segnalati assembramenti”.

Un gruppo di vaccinati ci ha inviato un documento – siamo stati i primi lunedì 8 marzo a filmare l’inizio delle operazioni di somministrazione del vaccino Astra Zeneca – per raccontare quanto avviene. “Alla spicciolata arriva chi ha prenotato, personale della scuola di ogni ordine e grado, ognuno con il suo foglio di prenotazione in mano. Inizia puntuale l’ingresso, con un appello, chiaro e regolare, si attende pochi minuti, poi due medici ti informano, ti chiedono, controllando che tu abbia compilato bene il format, rispondono con pazienza a tutte le domande e le perplessità. Le domande sul vaccino sono tante ma gli operatori sanitari, con tranquillità, rassenerano tutti e rispondono a tutti i quesiti. Poi 1 minuto o poco più per l’iniezione, ed è fatta! Ti fanno attendere 10/15 minuti per comprendere la reazione immediata e poi tutto è finito. Così, via, via la fila scorre, senza grandi traumi, sedie per tutti, per il prima e il dopo. Peccato che qualcuno lo abbia definito, “centro vaccinale del terzo mondo”, senza forse neanche andare a vedere come funziona. Il personale sanitario tutto, ha trasformato una banale e anonima sala riunioni, in una sede vaccinale, impedendo che i residenti del sud della provincia di Latina, sempre bistrattati, andassero a Terracina, a Latina o addirittura a Roma. Il personale sanitario ha dato un po’ di dignità ad una inutile, veramente inutile, sede della provincia.”