Sanità nel Golfo di Gaeta, i Sindaci inviano le richieste al neo Direttore generale dell’Asl di Latina

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GAETA – Il nuovo corso dell’Asl di Latina si adoperi, attraverso un “percorso concreto” di programmazione economica, per il potenziamento dei servizi socio-sanitari sul territorio del Golfo. L’hanno messo per iscritto i Sindaci e i rappresentanti dei Comuni facenti parte del Distretto socio-sanitario del sud Pontino che, nella sua ultima assemblea, ha presentato una sorta di “lista delle spesa” al neo direttore generale dell’Asl pontina Silvia Cavalli, nominata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti al posto di Giorgio Casati. Il Distretto, su richiesta del sindaco di Gaeta – Comune capofila – Cosmo Mitrano, ha chiesto, per esempio, di potenziare l’offerta delle Rsa nei diversi setting assitenziali, gli hospice, gli ambulatori specialistici e di fisiokinesiterapia e anche di annullare il “grave divario” dell’offerta della riabilitazione, in modo particolare per i bambini, esistente al momento rispetto al nord della provincia di Latina.

Il neo direttore generale Cavalli, inoltre, è stata invitata a potenziare all’interno dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia e dei presidi territoriali locali l’offerta e i servizi che in questo particolare momento di emergenza pandemica rappresentano i punti di forza dello stesso servizio sanitario. I delegati dei comuni di Ponza e Ventotene hanno proposto, invece, alleggerire il reparto di sub intensiva del “Dono Svizzero” di Formia riattivando presso l’ospedale di Fondi i posti già preesistenti per decongestionare la rianimazione del presidio ospedaliero formiano e, molto probabilmente, anche quella del “Santa Maria Goretti” di Latina. Che si amplii ulteriormente l’offerta sanitaria erogata presso l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia, sede di DEA di I livello, l’ha annunciato intanto l’attivo direttore sanitario del polo ospedaliero sud dell’Asl Giuseppe Ciarlo. La prima e più importante riguarda l’estensione alle 24 ore da lunedì 1 marzo del servizio immunotrasfusionale, cioè la disponibilità a tutte le ore del giorno e della notte della fornitura di sangue ed emocomponenti anche in regime di emergenza-urgenza per i servizi ospedalieri.

Questo servizio costituisce la struttura designata dal servizio sanitario nazionale a garantire, nel rispetto delle leggi e normative vigenti, l’attuazione di tutte le attività di raccolta e produzione di emocomponenti e attività di medicina trasfusionale al territorio di competenza, contribuendo al raggiungimento dell’autosufficienza dipartimentale, regionale e nazionale di emocomponenti ed emoderivati. Il servizio di immunotrasfusionale per le competenze tecniche riconosciute dalla legge e per quelle professionali individuali di cui è dotato intende fornire agli utenti un’assistenza e delle prestazioni specifiche di Medicina Trasfusionale con un elevato livello professionale. Un’altra novità non secondaria è  l’apertura, a partire sempre da lunedì 1 marzo, di un turno settimanale delle prestazioni della Risonanza Magnetica Nucleare che garantirà gli esami su colonna, bacino, anca, ginocchio, gomito, piede, addome ed encefalo anche sul circolo intracranico. Tutti gli esami non articolari potranno essere eseguiti con e senza mezza di contrasto. A seguire verranno resi disponibili anche altri esami tra cui tutti i segmenti vascolari e la risonanza cardiaca.

E’ imminente, inoltre, entro aprile, l’installazione della nuova Tac a 128 strati. Sarà mantenuta una promessa avanzata dal direttore generale Casati prima della sua partenza e in questo modo l’Asl intende operare il suo aggiornamento tecnologico per fornire ai pazienti strumenti diagnostici e terapeutici sempre più efficaci. La nuova Tac consentirà, grazie alla velocità di esecuzione e a potenti software di ricostruzione delle immagini, di effettuare esami di alta qualità utilizzando basse dosi di radiazioni anche in pazienti affetti da patologie dell’apparato cardiovascolare.

“Questa nuova Tac a 128 strati è un avanzamento sostanziale rispetto allo standard delle macchine a 16 e 64 strati – ha spiegato il direttore sanitario del polo ospedaliero dell’Asl Giuseppe Ciarlo – La nuova tecnologia consente in primo luogo di ridurre le dosi di raggi X che somministriamo ai pazienti, e questo è un tema sempre più di attualità: causa l’elevato numero di esami eseguiti a scopo diagnostico. La Tac è infatti la prima fonte artificiale di radioesposizione delle popolazioni ed è quindi nostro dovere ridurre le dosi al minimo sufficiente per un’efficace informazione diagnostica. In secondo luogo è fondamentale, in ambito cardiovascolare, poter contare su una maggiore velocità di produzione e ricostruzione delle immagini. Per studiare l’albero coronarico, in continuo movimento, ci serve una macchina molto veloce; questa Tac a 128 strati ci consentirà di ‘congelare’ il movimento del cuore in pochi battiti”.