Cronaca

Ponza / Morte del buttafuori, è guerra di perizie

PONZA – Una guerra di perizie per accertare la causa della morte di Gianmarco Pozzi, il campione 28enne di kickboxing originario di Frascati trovato privo di vita la mattina del 9 agosto scorso a causa di una profonda ferita alla testa che si sarebbe procurato cadendo da una piccola balaustra nel giardino di un’abitazione privata in località Santa Maria, a Ponza. Il legale della famiglia del buttafuori della discoteca Blue Moon e dipendente di una società romana di dj e di animatori, l’avvocato Fabrizio Gallo, ha annunciato ora la presentazione di una superperizia per dimostrare, invece, che Gimmy non sarebbe morto per un incidente, per una caduta accidentale in un’intercapedine larga appena 80 centimetri.

A suo dire la 28enne promessa della kickboxing romana e italiana sarebbe stata inseguita e, al termine di una fuga, spinta volutamente nel vuoto da un’altezza di due metri e settanta centimetri. Lo confermerebbe la presenza sul suo cadavere di alcune fratture delle costole e di una clavicola, di una profonda lesione alla testa, un edema polmonare e di diversi colpi, forse un’ancora da vite, uno strumento abitualmente utilizzato in agricoltura. Se la parte civile ha nominato anche la criminologa Roberta Bruzzone, giunta nel frattempo a Ponza per visionare e fotografare il luogo della tragedia, la Procura di Cassino attende la presentazione di questa annunciata superperizia per decidere se archiviare il caso o ordinare un supplemento di indagini. Lunedì mattina intanto c’è stato un lungo incontro tra il sostituto procuratore Beatrice Siravo ed il medico legale di fiducia, la dottoressa Daniela Lucidi che difende a denti stretti il suo operato messo in discussione, attraverso una serie di ricostruzioni, una diversa dall’altra, dalla famiglia Pozzi. Sul corpo di Gimmy, nel frattempo cremato, non ha trovato ecchimosi, ematomi o tracce ematiche che potessero far ipotizzare l’omicidio.

Non ha misurato la temperatura corporea solo perché ha avuto modo di visionare il cadavere del 28enne all’ospedale di Cassino solo tre giorni dal decesso. Il consulente della Procura non rifarebbe, poi, l’autopsia perché la ricognizione cadaverica non lo richiedeva. Chiede ora invece, di leggere attentamente il contenuto della perizia tossicologica – la stessa che aveva disposto la famiglia del 28enne – in base alla quale la vittima avrebbe fatto uso di cocaina nelle ore antecedenti la caduta. Per la Procura di Cassino una prova testimoniale fondamentale è quella di uno dei coinquilini di Gimmy presso la casa in cui abitava a Santa Maria. Ha sempre raccontato ai Carabinieri di Formia di aver visto scappare, in boxer e a piedi nudi, l’amico in preda alle allucinazioni. Sotto la pianta dei piede la dottoressa Lucidi ha trovato soltanto abrasioni e tracce di arbusti che con la caduta nell’intercapedine profonda quasi tre metri e la frattura dell’osso del collo non hanno nulla a che fare. La famiglia di Pozzi non ha mai creduto all’ipotesi di un evento accidentale verificatosi per di più in una zona lontana diverse centinaia di metri dal monolocale in cui abitava Pozzi a Ponza durante il periodo estivo. Ponendo diversi quesiti, tra cui quelli riguardanti il mancato sequestro dell’alloggio che il giovane condivideva con altri due ragazzi e lo svolgimento “soltanto” di un esame cadaverico esterno.

La famiglia del buttafuori di Frascati, soprattutto la sorella Martina, chiede un supplemento delle indagini e di promuovere alcuni accertamenti telefonici per verificare eventuali presenze nel luogo della tragedia nella fascia oraria interessata. Un’altra richiesta formalizzata alla Procura di Cassino è di prendere in considerazioni alcune testimonianze degli amici della vittima dopo che il titolare della discoteca Blue Moon, Vincenzo Pesce, ha negato che il 28enne di Frascati quella notte potesse essere fuori di sé per uso di sostanze stupefacenti’. Pozzi indossava solo il costume quando è caduto e secondo molti isolani, aveva deciso di utilizzare ,una “scorciatoia”, dribblando alcune abitazioni private, per andare a fare il bagno poco prima di mezzogiorno. Il medico legale della Procura, visionando invece la foto della testa della vittima, rimase colpito dall’entità della ferita che provocò il decesso. Fu soltanto un improvviso malore a provocare la caduta accidentale? La superperizia, di cui alcuni quotidiani nazionali hanno anticipato l’imminente presentazione in Procura a Cassino, farebbe invece leva su oltre 200 fotografie del corpo di Gimmy e dei luoghi in cui il28enne è stato trovato privo di vita e ipotizza che il delitto – che tale è per la famiglia del buttafuori di Frascati – sia stato provocato da una serie di dissidi lavorativi maturati all’interno della discoteca Blue Moon che gli stessi Carabinieri,alla vigilia di Ferragosto,avevano sequestrato due volte per la violazione della normativa anti Covid.

I periti di fiducia della Procura sostengono, invece, che i consulenti della parte civile hanno fornito diverse ricostruzioni in cui sarebbe maturato il presunto omicidio.L’ultima ipotizzerebbe l’aggressione nei confronti di Pozzi che,una volta colpito, sarebbe stato trascinato (era quasi mezzogiorno di una domenica…) sui rovi e scaraventato nell’intercapedine di un’abitazione privata di Santa Maria.Intanto gli inquirenti non vogliono lasciare nulla di intentato. Proseguono gli interrogatori e gli ultimi ad essere stati sentiti sono stati i componenti dell’ambulanza del 118 che prestarono i primi soccorsi a Pozzi dopo l’allarme lanciato da un postino e da una donna che, residenti nei paraggi, udirono un tonfo. I primi soccorritori impiegarono sei minuti per arrivare sul luogo della tragedia del Poliambulatorio e “hanno sempre detto che il cadavere di Gimmy avesse un colore scuro – ha commentato l’avvocato Fabrizio Gallo – come se il decesso fosse avvenuto molto tempo prima. C’è stata una richiesta di soccorso già alle 9 diquella domenica mattina ma,dopo mesi, nessuno ha stabilito chi l’avesse fatta”. L’avvocato Gallo sente odore di depistaggio in questa tragica vicenda e chiede l’esame del dna su quattro mozziconi di sigaretta e uno scontrino di farmacia per l’acquisto di mannite (sostanza da taglio) rinvenuti non molto lontano dal cadavere di Gimmy: “Risale al 31 luglio ed è stato trovato con il resto nei boxer di Gimmy che avrebbe correva per andare a fare il bagno”. Chissà!

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