Cronaca

Investì un ciclista sulla Pontina, assolto autotrasportatore di Scauri

MINTURNO – Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo ben 12 anni è terminata con un’assoluzione piena la “via Crucis” processuale di Vincenzo Salzano, l’autotrasportatore di 65 anni di Scauri che nel luglio 2008 a bordo del suo camion, percorrendo la strada regionale Pontina in direzione Roma-Latina, investì mortalmente un cittadino rumeno che all’epoca dei fatti aveva 45anni. L’incidente si verificò all’altezza di un incrocio dove la vittima cessò di vivere per la gravità delle ferite e dei traumi riportati. Il camionista di Scauri, complice anche l’oscurità del tratto di strada in cui c’era stato l’investimento, proseguì il suo viaggio quando venne fermato ed arrestato a Formia dalla Polizia Stradale con le gravi accuse di omicidio colposo, allontanamento ed omissione di soccorso.

L’arresto dell’uomo di Scauri venne convalidato dal giudice monocratico dell’allora Tribunale di Gaeta ma durò poco perché in sede di interrogatorio l’autotrasportatore – all’epoca dei fatti 53enne- disse praticamente la verità: “Non mi accorsi di nulla, sentii semplicemente un tonfo e, non penso a nulla di peggio, proseguì la marcia verso casa, verso Scauri”. Ne scaturì un processo davanti il Tribunale di Latina caratterizzato da una lunga istruttoria dibattimentale, nel corso del quale sono stati sentiti testimoni, operatori di polizia giudiziaria, consulenti medici e tecnici cinematici. Nonostante la dura requisitoria proposta dalla Procura di Latina, il giudice monocratico Beatrice Bernabei, dopo una lunga camera di consiglio, ha assolto il Salzano perché il fatto non sussiste.

Determinante è stata l’apporto della difesa dell’uomo. L’avvocato Massimo Signore ha dimostrato che Salzano, invece, aveva rispettato tutte le regole cautelari previste dalle norme di riferimento, a cominciare dal limite di velocità di 70 km/h, come dimostrato documentalmente dal cronotachigrafo, limite previsto per quella tipologia di strada. E poi la strada era buia e non illuminata e, trattandosi di una ‘regionale”, era vigente un divieto di circolazione per le biciclette. Quella su sui si trovava Iulian Baeram era, peraltro, priva di dispositivi di illuminazione e catarifrangenti e, all’esito della perizia cadaverica, l’uomo era ubriaco. Aveva – hanno accertato i consulenti di parte nominati dall’avvocato Signore – un tasso alcoolemico pari a 1,75 grammo per litro.

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