Coronavirus, file per i tamponi al Santa Maria Goretti: blocco delle ambulanze in coda per otto ore

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LATINA – Nessun allarmismo: c’è stata una ragione che ha provocato lunedì il blocco, per otto ore, delle ambulanze in coda per la realizzazione dei tamponi sulla rampa d’accesso dell’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina. Ad ammetterlo è il direttore generale dell’Asl pontina, Giorgio Casati, secondo il quale gli ingorghi si sono creati semplicemente perchè era stata attivata contemporaneamente la procedura di ampliamento dei posti letto dedicati ai pazienti Covid che ha riguardato il pronto soccorso ed una sezione del reparto di Medicina per un totale di 33 posti letto ulteriori ai 58 già identificati nelle ultime settimane scorse. L’intera operazione ha richiesto 12 ore a conferma – ha scritto in una nota stampa il direttore Casati – che l’operazione era già stata pianificata con largo anticipo ed attivata quando il livello di sofferenza del Pronto Soccorso richiedeva questa tipologia di intervento.

Per Casati l’Asl di Latina ha mostrato efficienza e capacità di organizzazione anche in rapporto allo svolgimento dei tamponi che – ha concluso Casati – vede l’Asl di Latina tra le poche in Italia ad aver attuato un modello di gestione dei drive-in efficiente ed in grado di abbattere le lunghe file di auto e i tempi di attesa. Attraverso la modalità di prenotazione del tampone, l’Azienda – ha aggiunto Casati – sta monitorando i flussi allo scopo di assicurare la prestazione in tempi ragionevoli per tutte le persone interessate. L’attivazione di alcuni laboratori privati e dei Medici di medicina generale fornisce l’opportunità di assicurare un servizio più capillare rispetto a quello offerto dai drive-in che, allo stato, sono ubicati in quattro dei 33 Comuni della Provincia. Casati osserva, inoltre, come le condizioni economiche ed organizzative per aderire agli avvisi promossi dalla Regione Lazio siano state note fin dall’inizio e, pertanto, non si comprendono le ragioni di valutazioni successive.

“È evidente che gli avvisi, così come l’insieme delle condizioni previste per aderire agli stessi, presuppongono il desiderio di fornire un contributo fattivo per fronteggiare l’attuale stato di emergenza accettando forme di rimborso che non necessariamente consentono di coprire tutti i costi da sostenere. Con specifico riferimento ai medici di medicina generale, non appena sarà disponibile l’elenco dei medici aderenti, sarà organizzato – ha assicurato il manager dell’Asl pontina – un tavolo per ricercare, come è sempre stato fatto, soluzioni in grado di consentire la loro attivazione in modo efficiente e sicuro”. L’Asl esclude di utilizzare i Pat, i punti di assistenziali territoriale, per lo svolgimento dei tamponi: “In quelle sedi non vi sono le condizioni logistiche di separazione dei percorsi per la gestione in sicurezza di tale attività congiuntamente a quella che ordinariamente è svolta presso quelle strutture”.