Formia Rifiuti Zero, cacciata del direttore generale Rizzo: discussione in maggioranza

Formia Politica

FORMIA – Se sarà il giudice del lavoro del Tribunale civile di Cassino ad occuparsi del “licenziamento” del direttore generale della Formia Rifiuti Zero Raffaele Rizzo operato a margine dell’ultima assemblea dei soci della municipalizzata che si occupa del ciclo dei rifiuti a Formia e a Ventotene, stanno facendo discutere (e tanto) le dichiarazioni video rilasciate sui social dallo tecnico di Agropoli che aveva messo nello stesso frullatore medico il neo amministratore unico Michele Bernardini, il suo predecessore Raphael Rossi (accusato di aver violato una disposizione del Codice etico della municipalizzata che vieta ai dipendenti e dirigenti della stessa società di alimentare conflittualità interne) e soprattutto il sindaco Paola Villa che avrebbe chiesto la sua testa concludendo il secondo (per molti illegittimo) secondo periodo di prova.

Raffaele Rizzo

Rizzo si è sentito tradito dal sindaco Villa con il quale i rapporti sinora erano apparentemente buoni. Il capo dell’amministrazione formiana ha risposto per le rime rispolverando il verbale della commissione del controllo analogo della Frz che già il 10 febbraio aveva detto chiaramente che Rossi e Rizzo,nonostante fosse accomunati dallo stesso nome di battesimo,litigassero troppo: “Dalla documentazione acquisita e dalla mole di mail, note, comunicazioni che, ormai, quotidianamente, finanche durante la odierna riunione della scrivente Commissione, intercorrono tra l’Amministratore Unico e il Direttore Generale, e che impropriamente vengono inoltrate anche alla scrivente commissione, è emerso un contesto nel quale i massimi vertici societari piuttosto che svolgere i gravosi ed importanti compiti a loro affidati per assicurare un servizio pubblico di qualità, efficiente ed efficace alla Città, alimentano quotidianamente una pretestuosa conflittualità, tanto inutile quanto fine a se stessa, dimenticando, tra l’altro, che tutte le conseguenze che dovessero derivare alla società ed ai comuni soci da tale comportamento, sia in termini economici che di immagine, saranno loro addebitati e perseguiti nei modi e nei termini previsti dalla legge, da chi di competenza”. Insomma il controllo analogo aveva detto chiaramente che a rischiare di più sarebbe stato Rizzo per due ordini di motivi: Rossi era già in regime di prorogatio in attesa della nomina del nuovo amministratore unico mentre Rizzo era ancora in prova …con un’indennità economica annuale molto importante.

Rizzo nell’ultimo semestre avrebbe perseverato nella sua condotta conflittuale – secondo quanto ha deciso lunedì scorso l’assemblea dei soci della Frz – e lasua mancata conferma sarebbe stata inevitabile. Ricevuta la Pec di congedo, Rizzo ha continuato a lanciare siluri verbali che potrebbero avere come degno capolinea la Procura della Repubblica ed eventualmente il Tribunale di Cassino. A rivolgervi potrebbe essere lo stesso sindaco Paola Villa alla luce di questo severissimo commento pubblicato sulla sua pagina facebook: “Chi ricorre alla macchina del fango per accreditarsi ruoli di qualsiasi tipo sia dirigenziali che amministrativi testimonia ciò che si è, sia professionalmente che culturalmente. Questa Amministrazione non recede di un passo davanti a questi metodi “bullo-camorristici” che testimoniano il clima di mafiosità in cui è abituato ad operare. Qui a Formia ha sbagliato indirizzo!”

Questa querelle potrebbe avere ripercussioni politiche nella già traballante maggioranza che sostiene il sindaco Villa. A chiedere di fare “chiarezza e subito” sono il consigliere comunale e coordinatore politico della lista “Formia Vinci”, Antonio Capraro (che presiede la commissione ambiente) e Francesco Di Nitto: “Le dichiarazioni fatte ai media dal direttore sono a dir poco gravissime e, qualora venissero accertate, ci sarebbero conseguenze brutali. Lo stesso, infatti, ha parlato di gestione allegra da parte dell’ex amministratore Rossi e, ancora, di soldi versati, ma non dovuti, nelle casse di altre ditte. Nelle affermazioni dell’ex ‘diggi’ – fanno sapere Capraro e Di Nitto – si annovera una mala gestione delle graduatorie concorsuali, su cui egli stesso sostiene di aver fatto svariate denunce al controllo analogo prima e alle forze dell’ordine poi. Ancora, ha posto dubbi anche sulla legittimità del suo licenziamento poiché vi è una presunta incompatibilità del nuovo amministratore, il che porterebbe ad un vero e proprio disastro, dal momento in cui l’azienda si troverebbe, di fatto, senza vertici e con il collegio sindacale in fase di rinnovo. Il Sindaco, dal canto suo, parla di comportamenti “bullo-camorristici” da parte di non si sa bene chi, lasciando intendere anche una gestione disastrosa da parte del ex manager Rossi e auspicando un immediato cambio di passo nella presentazione del nuovo vertice.”

Una delle forze di maggioranza, il gruppo “Un’altra città” , ha sostenuto che “è tutto a posto” e garantirà, a prescindere, “il pieno ed incondizionato appoggio all’amministrazione.”. I dirigenti di Formia Vinci si definiscono “molto preoccupati per la tenuta dell’azienda e per le future ripercussioni giudiziarie alle quali si potrebbe incorrere. Questo clima teso è, di fatto, avvertito nel cantiere e non trasmette la serenità giusta ai lavoratori dell’azienda. A questo punto, sentiamo la necessità di fare chiarezza sui fatti, pertanto, chiederemo la discussione del punto in consiglio comunale”. Intende farsi sentire lo stesso presidente della commissione Ambiente Capraro che ha appreso solo dai social contenuto del verbale della commissione del controllo analogo del 10 febbraio scorso (“Mi chiedo,ma faccio o no parte di questa maggioranza”) e vuole capire il ruolo nell’intera vicenda dell’ex funzionario comunale del settore Igiene e ora componente della segreteria del sindaco Gino Forte: “Il sindaco potrebbe tranquillarci se ci facesse la cortesia di trasmetterci la delega scritta con cui il geometra Forte partecipa all’assemblea dei soci della Frz e alle sue delicatissime scelte gestionali. Attendiamo…” E se fosse una forma di Brexit, in salsa formiana, per togliere il disturbo?