Ponza / No al dissalatore e Acqualatina, le critiche al progetto in discussione in consiglio comunale

Politica Ponza

PONZA – Il comitato “Rinascita per Ponza” è critico sul progetto preliminare dell’impianto di dissalazione dell’isola e la gestione di Acqualatina, argomento in discussione nel consiglio comunale di oggi.

Nella nota inviata, il comitato si fa portavoce della preoccupazione dei cittadini, affermando che “nuove strutture come il dissalatore così impattanti sul nostro territorio sono da scongiurare; la ex cava di perlite, scelta per realizzare il dissalatore, sita a Capo bianco, una zona ancora incontaminata, ha una roccia tufacea bianca di rara bellezza, ma anche di estrema fragilità per cui assolutamente da non compromettere e indebolire con una costruzione così invasiva; con la costruzione dell’impianto, si va a ‘sversare’ in mare un contenuto salino molto elevato tanto da contaminare l’area marina”.

“L’impianto da realizzare – prosegue il Comitato Rinascita per Ponza – prevede di allungare tubi di alimentazione sulla falesia tufacea, costruire la struttura e le vasche, tracciare la nuova rete idrica, posizionare e costruire un nuovo deposito; tutto questa operazione è assolutamente un’impresa che oltre ad essere invasiva, costosa, prevede tempi di realizzazione molto lunghi. Ricordiamo che è dal 1988 che stiamo ancora tribolando per vedere terminata la condotta idrica interna: crediamo sia opportuno pensarci seriamente se non vogliamo ricominciare tutto d’accapo per avere sull’isola un servizio idrico efficiente”.

Altra preoccupazione è quella di “essere ‘dipendenti’ da qualcosa e da qualcuno quando si è isolati è sempre un fatto negativo, figuriamoci se si è dipendenti da una macchina – il dissalatore – che dovrebbe assicurarci l’approvvigionamento del prezioso liquido. Un guasto all’impianto e si verificherebbe il panico”. E ancora “i costi energetici e il relativo inquinamento ambientali rimangono molto elevati; l’acqua rimane un bene pubblico per cui concettualmente non deve essere gestito da privati”.

La nota continua. “Siamo venuti a conoscenza che:

– secondo il protocollo tra la Pisana e il gestore del servizio idrico, i dissalatori saranno pronti per il 2018 ma questo termine, cozza con un altro stabilito sempre dalla Regione Lazio in una sua delibera del gennaio del 2005 (dunque di dieci anni fa); in quel provvedimento c’era scritto che i due dissalatori sarebbero stati consegnati inderogabilmente entro giugno del 2006 per Ventotene e entro dicembre dello stesso anno per Ponza. Entrambe le strutture dovevano essere finanziate tramite la tariffa, due milioni di euro l’anno dal 2002 al 2006, dopo di che quei soldi invece che per i dissalatori sono stati «spostati» sulla voce energia e la realizzazione degli impianti è slittata negli anni.

– che la Regione Lazio si impegna ad assicurare, con oneri a suo carico, fino all’entrata in funzione degli impianti di dissalazione e comunque non oltre il 31 dicembre 2006, il trasporto dell’acqua alle isole. Oltre tale data, anche se per qualsiasi motivo non fossero stati realizzati gli impianti di dissalazione, il trasporto ordinario dell’acqua per le isole sarà svolto da AcquaLatina S.p.A. con oneri a carico della tariffa del servizio idrico integrato di ATO4. Resta ferma, in ogni caso, la responsabilità e la competenza regionale nell’assicurare, con oneri a proprio carico, il rifornimento idrico delle isole in relazione al verificarsi di situazioni straordinarie, causate da particolari emergenze.

– che i cittadini del comparto ATO4 hanno manifestato in vari modi gli enormi disservizi prodotti dalla gestione di AcquaLatina. Questa cattiva fama l’hanno verificata anche i tanti ponzesi residenti nel periodo invernale nelle città del comparto ATO4 per cui i ponzesi non si fidano di AcquaLatina.

– della Legge 9 maggio 1950 n.307 – e la Legge 19 maggio 1967 n.378; le citate leggi accordarono che la fornitura di acqua potabile destinata alle isole minori, dovesse comprendere anche gli abitanti delle stesse e fosse posta a totale carico dello Stato. Le competenze previste furono demandate successivamente alle Regioni ai sensi dell’art. 3 della Legge finanziaria n.549/1995.

Queste leggi e questi deliberati devono indurre alla riflessione gli amministratori nella ricerca della soluzione più adatta in termini di costi e benefici per la comunità nazionale (come contribuenti) e quella isolana (come contribuenti e beneficiari del servizio). Le opzioni in merito sono diverse: approvvigionamento con navi cisterne da Formia o Gaeta oppure costruzione di una condotta sottomarina certamente meno invasiva della costruzione del dissalatore.

Per i motivi sopra esposti chiediamo al Consiglio Comunale di prendersi una lunga pausa di riflessione, semmai in questo consiglio comunale prendere visione, discutere del progetto preliminare dell’impianto di dissalazione dell’isola ma assolutamente aggiornare l’eventuale approvazione del progetto ad altra seduta consiliare”.

“Noi riteniamo – conclude il comitato – che ad una scelta così complessa e impegnativa – che definisce il destino dell’approvvigionamento idrico e della depurazione dell’isola per il prossimo futuro, debba – nelle forme e nei tempi che i consiglieri ritengano opportuni- essere coinvolta tutta la cittadinanza ponzese”.