Cronaca

Ponza / Indagini in corso sull’anfora antica ritrovata in una discarica

PONZA – I Carabinieri della Stazione di Ponza hanno avviato ulteriori approfondimenti sul ritrovamento martedì di un reperto archeologico che potrebbe permettere di riscrivere la storia antica della principale isola pontina. Sarebbe di presunta origine punica, realizzata tra il II ed il I secolo avanti Cristo prima dello svolgimento delle guerre puniche culminato con la distruzione romana dell’africana Cartagine, l’anfora un corpo cilindrico che i Carabinieri hanno rinvenuto, quasi per caso, sulle spalle di un uomo, di 39anni, che con evidenti problemi psicologici e comportamentali camminava a piedi lungo la provinciale che collega la zona del porto alla frazione de Le Forna.

I Carabinieri a bordo di una pattuglia stavano monitorando il territorio in località “Tre Venti”, nei pressi del Poliambulatorio dell’isola, quando si sono imbattuti nel 39enne che trascinava un carrettino con una mano e con l’altra controllava lo speciale carico su una spalla. Il 39enne,interrogato su quel suo comportamento anomalo, dichiarava subito che il reperto archeologico – alto 53 centimetri e con un diametro di 22 e caratterizzato dalla presenza di una coppia di piccole anse a maniglia verticale “impostate nel primo terzo superiore del corpo sul punto di massima espansione” – l’aveva rinvenuto poco prima e casualmente in una discarica della zona rinnovando un’abitudine di cui un po’ tutti a Ponza sono a conoscenza,compresi gli stessi Carabinieri. L’uomo ha anche aggiunto che non voleva disfarsi del reperto e,in considerazione della sua bellezza e delicatezza, l’aveva caricato su una spalla per portarselo a casa.

Si tratta di dichiarazioni al vaglio dei Carabinieri che, dopo aver chiesto l’intervento della responsabile territoriale della Soprintendenza archeologica per le province di Latina, Frosinone e Rieti per datare correttamente l’anfora, vogliono vederci chiaro sulle ragioni della presenza del reperto confuso tra materiali inerti lungo la strada provinciale per Le Forna. L’ipotesi più credibile è che l’anfora sia stata “pescata” di recente in mare da qualche operatore subacqueo che, piuttosto che chiedere l’intervento delle forze dell’ordine e delle autorità competenti, ha preferito la soluzione dell’abbandono tra i rovi. A coordinare, poi, il lavoro di recupero dell’anfora è stato il consigliere comunale di Ponza Carlo Marcone che l’ha consegnata al personale dell’ente per la temporanea custodia nei locali del palazzo municipale di Molo Musco in attesa delle decisioni che assumerà la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio.

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