Formia / Oltre 40 uccelli ritrovati morti sulla spiaggia: la causa è un’alga tossica

Cronaca Formia

FORMIA – E’ stata accompagnato da alcune polemiche il ritrovamento di oltre quaranta esemplari, più precisamente 42, privi di vita di “Berte marine” sulla spiaggia lungo il litorale di levante di Formia, sulla spiaggia tra Acquatraversa e l’istituto psico-pedagogico “Sorriso sul mare”. La presenza della carcassa di questi volatili era stata denunciata dal sindaco di Formia Paola Villa che, nella veste di docente di scienze naturali, aveva dovuto tranquillizzare diversi cittadini residenti nella zona preoccupati del fatto che la moria di questi uccelli potesse essere provocata anche dal Covid 19. Niente di tutto ciò perché il fenomeno è strettamente legato all’ingestione di questi uccelli di una alga tossica non autoctona che, a causa dell’aumento della temperatura dell’acqua del mare, provoca l’immediato decesso. Che non bisogna nutrire alcun timore lo stesso sindaco di Formia aveva aggiunto che una moria di questi uccelli marini c’era stata il 20 aprile nel tratto di mare antistante il Lago Patria a Castelvolturno anche “se tutto ciò si verifica da almeno quattro-cinque anni”.

La denuncia ma anche le rassicurazioni del primo cittadino non sono bastate per tranquillizzare l’opinione pubblica che c’è stata una forte polemica del presidente del circolo cittadino di Fratelli d’Italia, Gianni Carpinelli, che dopo aver chiesto l’intervento della protezione civile e della Polizia Locale del comune, ha dovuto lamentare la permanenza per diversi giorni delle carcasse di alcuni uccelli marini sulla spiaggia di Acquatraversa. Ma una ragione c’era: del problema, con tutti i dovuti intoppi di natura burocratica, sono stati investiti, la Guardia Costiera di Formia, l’istituto zooprofilattico sperimentale Lazio-Toscana e l’ente Parco Riviera di Ulisse. Il suo ufficio naturalistico mercoledì mattina ha prelevato alcune carcasse di questi esemplari di “Berte marine” – “ce ne sono ancora tante in questo tratto di litorale di levante della città”, ha rincarato la dose Carpinelli – essere trasferiti giovedì ed essere sottoposte ad esami approfonditi da parte dell’istituto zoo profilattico per accertarne la causa e le cause della morte.

A chiedere di abbassare i toni è stato lo stesso neo presidente dell’ente parco Riviera di Ulisse, Carmela Cassetta: “Non è la prima volta che avvengono fenomeni di questo tipo, che però non hanno ciclicità annuale. Controllando gli archivi dell’ente, si scopre che il fenomeno è stato osservato per l’ultima volta nel 2017. Uccelli dello stesso tipo, furono trovati morti sulla spiaggia di Scauri, ed anche in quel caso il Parco Riviera di Ulisse intervenne prontamente. All’epoca si ipotizzò, dopo scrupolosi controlli, che la morte fosse intervenuta a causa dell’ingestione di pesci contaminati da alcune specie di alghe tossiche”.

Anche nel 2007 furono ritrovati uccelli dello stesso tipo a Gaeta, sulla spiaggia di Sant’Agostino. Ed anche in quel caso, come ci ha confermato la dottoressa Zottola dell’Istituto Zooprofilattico di Latina, la causa fu riconducibile ad’un’alga tossica che gli uccelli avevano mangiato. “La Berta Minore è una specie super protetta – ha proseguito il presidente Cassetta – e questo evento si è verificato in un momento molto delicato della loro vita, in pieno periodo riproduttivo. Ho concordato con il direttore del Parco che ci siano dei nuovi sopralluoghi da parte dell’ufficio naturalistico sui luoghi del ritrovamento e che i Guardiaparco controllino anche le altre spiagge di loro competenza”- L’ente Parco,intanto, ha avvito un filo diretto con il comune di Formia e i Carabinieri Forestali “per analizzare con attenzione quanto avvenuto. Nessun timore particolare, quindi. Sono fenomeni che ciclicamente si ripetono sempre uguali. Ovviamente terremo informati i cittadini di tutti gli sviluppi della situazione”.

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