Fondi / Maxi retata nel centro storico, 7 arresti per droga

Cronaca Fondi

FONDI – La città di Fondi è l’epicentro di un’altra e brillante operazione dei Carabinieri del comando provinciale e dei colleghi del Nas che hanno eseguito alle prime luci di mercoledì, nell’ambito dell’operazione “Compressa Express” sette ordinanze di custodia cautelare, di cui quattro in carcere e tre ai domiciliari. Le misure cautela costituiscono l’epilogo di una significativa attività investigativa che, avviata poco meno di un anno e coordinata dal capo della Procura della Repubblica Carlo Lasparenzae e dal sostituto procuratore Valentina Giammaria, è stata condivisa dal Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario arrivando ad ipotizzare le accuse di ricettazione e falso materiale in certificazioni mediche, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e,soprattutto, detenzione illecita di sostanze stupefacenti per finalità di spaccio.

Le indagini degli uomini del Comandante del gruppo provinciale dei Nas Egidio Felice hanno preso il via dalle tradizionali e mirate verifiche sulla corretta dispensazione di alcuni medicinali presso varie farmacie pontine. Gli accertamenti col passare delle settimane avevano messo in evidenza un analogo “modus operandi” caratterizzato dalla somministrazione, in maniera “eccessiva e immotivata”, di un farmaco oppioide semisintetico, il cui principio attivo stupefacente è denominato “Ossicodone”, caratterizzato da una molecola strutturalmente correlata a morfina e codeina. I Carabinieri dei Nas hanno impiegato poco per capire che dietro la richiesta di questo farmaco ci fosse un’organizzazione che, ben strutturata, era operativa a Fondi e composta perlopiù da persone dedite all’assunzione di droga e tossicodipendenti. Gli indagati – e l’hanno accertato pedinamenti, ricognizione fotografiche e documentali – in ben 340 occasioni si sono recati presso numerose farmacie delle province di Latina e Roma. Presentavano ricette mediche praticamente false (erano state rubate ai danni di aziende ospedaliere, di istituti medici e di medicina generale) che, compilate e firmate dagli stessi sette indagati, apparivano praticamente verosimili riportando i timbri sottratti in precedenza ad alcuni medici.

Le indagini dei Carabinieri e dei colleghi del Nas hanno appurato come quest’organizzazione sia stata capace di truffare la stessa Asl di Latina costretta a corrispondere 20mila euro di denaro pubblico quale corrispettivo per il rimborso delle ricette utilizzate per il ritiro di questo farmaco che altro non è che una droga sintetica. E i numeri dell’indagine siano impressionanti: attraverso la “storia” di ogni singola ricetta rimborsata gli indagati hanno potuto disporre di circa 12mila compresse a base di Ossicodone che, se rivendute nella piazza di spaccio parallela ad un prezzo di circa 10 euro l’una, avrebbero fruttato un ricavo complessivo di circa 120mila euro. L’importanza dell’inchiesta dei Carabinieri e della Procura di Latina è stata sottolineta dall’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato che ha preannunciato che la stessa Regione Lazio e la Asl di Latina si costituiranno parte civile nel momento in cui ci sarà il rinvio a giudizio: “Speculare sul Servizio sanitario – ha detto D’Amato – è un crimine odioso e dovranno risarcire fino all’ultimo centesimo indebitamente sottratto”.