Ventotene / Crolla la falesia a Punta dell’Arco, chiuso un tratto di Via Olivi

Cronaca Ventotene

VENTOTENE – Se non bastavano le preoccupazioni legate al Coronavirus, continua, inesorabile, il dissesto idrogeologico del periplo dell’isola di Ventotene. L’ultimo fenomeno si è verificato nel tratto termine di via degli Olivi,la principale arteria che collega la centralissima piazza Castello all’estremità sud della seconda isola pontina, Punta dell’Arco. E’ crollata in mare una parte di falesia nella zona sottostante propria via degli Olivi che nella zona serve una cinquantina di abitazioni private,una struttura alberghiera e, nel periodo estivo, un circolo velico frequentato da molti giovani.

Che la situazione venutasi a creare in particolar modo in località “Moggio di Terra” sia molto delicata e pericolosa per la sicurezza pubblica l’ha accertato il geologo incaricato dal comune, Davide Marchese, in una prima relazione tecnica. Da qui la decisione della decisione della Polizia locale di istituire il divieto di transito in questo tratto di strada,sotto il quale c’è uno strapiombo sul mare di diverse decine di metri,per tutti i veicoli superiori a 35 quintali, per coloro che non risiedono nel tratto conclusivo di questa strada,fatta eccezione dei proprietari di immobili e dei possessori di terreni impegnati nella loro coltivazione e pulitura. Si tratta di un’altra gatta da pelare per il comune che ora dovrà approntare un progetto e soprattutto reperire le giuste risorse finanziarie per arretrare via delle Olivi,la cui carreggiata è troppo confinante con una linea a rischio dissesto idrogeologico.

Intanto a distanza di quattro mesi non sono ancora iniziati da parte della Regione i lavori di messa in sicurezza della porzione di falesia tufacea crollata a fine gennaio sulla spiaggia di Calanave. Il crollo era avvenuto – e questa fu una fortunosa coincidenza – all’interno del cantiere promosso nel maggio 2016 dalla Regione Lazio per mettere in sicurezza, consolidare e proteggere la fascia sud-orientale, nel tratto denominata “Zia Bettina”, della più importante spiaggia di Ventotene. Inevitabile fu il provvedimento d’urgenza del sindaco della seconda isola pontina Gerardo Santomauro che con l’ordinanza numero uno ordinò la Regione Lazio, quale ente attuatore dell’intervento ad interdire l’area della spiaggia di Calanave invitando ad apporre l’opportuna segnaletica a tutela della pubblica incolumità e promuovendo l’esecuzione di somma urgenza per la messa in sicurezza dell’arenile.

Questi lavori non sono mai più iniziati ed il comune, attraverso il sindaco Santomauro, aveva invitato la Regione a rispettare il capitolato di gara relativamente al corretto utilizzo di materiale tufaceo compatibile con l’area interessata dalla frana. Nella zona ovrastante il crollo – come si ricorderà – insiste, poi, un fabbricato in cui abitano tre famiglie ed il sindaco di Ventotene avev a intimato la verifica statico dell’immobile da parte di tecnici qualificati attraverso la redazione di un’apposita perizia da presentare al comune di Ventotene entro 15 giorni.