Ventotene / Soppresso l’aliscafo veloce, monta la protesta degli isolani

Politica Ventotene

VENTOTENE – In tempo di Coronavirus le richieste possano essere riviste e modificate in base alle istanze e alle necessità di una comunità. In quest’ottica il sindaco di Ventotene Gerardo Santomauro trovi il coraggio di chiedere alla Regione Lazio e, dunque, alla Laziomar, il ripristino dei collegamenti veloci (attraverso l’aliscafo) con Formia come lo è stato sino al 22 marzo. La proposta è del gruppo di minoranza di “Ventotene Vive” che ha inviato una lettera al primo cittadino per chiedergli di adoperarsi per sollecitare alla Direzione regionale trasporti e alla società Laziomar, di soprassedere ad una sua precedente istanza con cui aveva chiesto e ottenuto, poco meno di un mese fa, di sospendere il collegamento veloce con la terraferma a causa dell’emergenza Covid 19.

In effetti molte isole minori italiane avevano agito allo stesso modo, riducendo al minimo i collegamenti marittimi, come ad esempio la vicina isola di Ponza. La situazione isolana di Venotene è differente perché il Ministero dei trasporti prevede un collegamento marittimo veloce e uno lento. Con la decisione assunta dal sindaco, la mobilità isolana di fatto non è garantita. Le disposizioni del governo vietano la normale circolazione delle persone, ma non vietano i trasferimenti per motivi sanitari e/o urgenti e improrogabili, pertanto la sospensione della corsa quotidiana non permette a pazienti oncologici, donne in gravidanza di poter usufruire di un servizio pubblico essenziale, pagato dallo Stato. Oltre il danno, la beffa, poiché la società armatrice, non solo ha posto in disarmo l’unità veloce in questione, ma l’ha trasferita nel porto di Napoli, sbarcando i marittimi e ponendoli in cassa integrazione.

Tralasciando gli aspetti di natura economia a tutto vantaggio della società armatrice, l’amministrazione comunale della seconda isola pontina avrebbe potuto concordare la decisione, convocando i consiglieri di maggioranza e minoranza informandoli dell’intera controversia. “Ventotene viva” accusa Santomauro di aver deciso “unilateralmente” di percorrere questa strada “che ad oggi si è dimostrata errata”. Da qui la lettera delle minoranza di chiedere “maggiore collegialità su problematiche delicate come quella dei collegamenti marittimi auspicando il ripristino delle corse o, quantomeno, la presenza in porto della unità per eventuali situazioni di emergenza, verificatesi in precedenza”. Il nodo, relativo all’utilizzo del traghetto veloce, forse si scioglierà dopo il 3 maggio, nel frattempo i ventotenesi incrociano le dita e attendono la risoluzione ad “una incresciosa situazione”.