Itri / Estorsione, convalidato l’arresto per l’imprenditore ma revocati i domiciliari

Cronaca Itri

ITRI – Un atto di “generosità” che non ha avuto il seguito che avrebbe meritato. Il Gip del Tribunale di Cassino Domenico di Croce, pur convalidando l’arresto al termine del relativo interrogatorio, ha revocato i domiciliari nei confronti di L. A., l’imprenditore di 43 anni di Itri titolare di una ditta di pulizie arrestato in flagranza di reato sabato scorso dagli agenti del commissariato di Polizia di Gaeta con l’accusa, ora oggetto di verifica processuale, di estorsione aggravata.

A mettere nei guai l’uomo era stato un giovane di 27 anni, sempre di Itri, che si era rivolto agli agenti del Vice questore Maurizio Graziosi raccontandogli la sua situazione di assoluta indigenza economica aggravata dall’emergenza sanitaria del Coronavirus. Aveva raccontato che, orfano di entrambi i genitori, dopo aver perso il lavoro saltuario presso un’agenzia funebre di Formia, si era rivolto lo scorso settembre al 43enne di Itri per trovare un’occupazione necessaria per sostenere la convivenza con una giovane, madre di una bambina di 5 anni avuta da una precedente relazione sentimentale e ora in attesa di un secondo bambino. Il 27enne è stato disposto a tutto, anche di consegnare al 43enne i suoi documenti per acquistare a suo nome merce attraverso alcuni finanziamenti e ricevere una percentuale sulle successive vendite.

Nelle denuncia formalizzata in Commissariato si è fatto riferimento anche ad un incontro lo scorso ottobre presso il parcheggio di un ristorante alle porte di Gaeta alla presenza di due cinquantenni, uno dei quali di Mondragone entrambi giunti a Gaeta a bordo di un’utilitaria. L’assoluta situazione di precarietà economica del 27enne è affiorata di nuovo ad inizio febbraio a Gaeta quando incontrò nuovamente L.A. che gli propose l’emissione di quattro assegni postdatati, di 750 euro ciascuno , per acquistare elettrodomestici ed altri prodotti da poter rivendere , guadagnare e dividere gli utili. Si trattò di titoli che L.A. che avrebbe dovuto consegnare “ai suoi due amici” che, essendo in contatto con i fornitori, avrebbero potuto consentire anche un guadagno più alto. Ma il cerino acceso rimase in mano al 27enne di Itri perché avrebbe dovuto coprire gli assegni entro la data apposta, il 22 febbraio 2020…

Questa intricata e triste vicenda non finì qui. Tutt’altro. Il ragazzo in cerca di lavoro non riuscì a coprire quei titoli e, non avendo ricevuto alcun compenso per l’affare prospettatogli, chiese la restituzione degli stessi assegni… Gli “amici” del 43nne, però, avevano pagato i loro fornitori e al 27enne fu prospettata un’altra soluzione: per riavere i quattro assegni postdatati da 750 euro ciascuno avrebbe dovuto consegnare ulteriori due assegni, uno da 2000 euro ed il secondo da 1500 euro con scadenza il 28 febbraio 2020: “La differenza di 500 euro l’avrebbero trattenuta loro per il disturbo e la figuraccia che gli avrebbe fatto fare – mise a verbale il 27enne in commissariato a Gaeta – nei confronti dei fornitori stessi”. Andò praticamente così solo che ci fu un differimento della data, su richiesta del 27enne, per la riscossione dei titoli perché andavano coperti dallo stesso firmatario, da lui medesimo. A questo punto il 43enne ha commesso un grave errore come ha ammesso il suo legale, l’avvocato Erasmo Nasta, in sede di interrogatorio di convalida in video conferenza con il Gip Di Croce. Gli disse che avrebbe dovuto dargli un anticipo di 250 euro entro il 28 marzo scorso perché, in caso contrario, avrebbe condotto “i suoi amici a casa mia per recuperare i soldi, gli stessi si sarebbe vendicati con lui (L.A.) e lui (L.A.) per evitare che gli spaccassero nuovamente la testa, li avrebbe condotti da me personalmente”. Insomma il 27enne e l’imprenditore di Itri avevano a che fare con presunte “persone pericolose e disposte alle vie di fatto sia contro di me sia contro la mia famiglia”.

Questa vicenda ha conosciuto un amaro epilogo investigativo il 4 aprile, sabato scorso, quando il 27enne diede un appuntamento al 43enne a Gaeta per consegnargli 150 dei 250 euro concordati quale forma di garanzia. A quell’incontro – come si ricorderà – c’era anche la Polizia che, dopo la denuncia e gli elementi forniti dal giovane disperato, arrestò in flagrante il 43enne. Il legale dell’uomo, l’avvocato Nasta, in video conferenza ha ottenuto dal Gip Di Croce la revoca della misura cautelare ai domiciliari facendo emergere – come detto – che, alla base della richiesta di denaro, esistesse invece un debito che persona offesa non aveva onorato verso il suo assistito, vittima, a sua volta – ha fatto rimarcare l’avvocato Nasta – di numerosi rinvii nel pagamento di assegni che, rivelatisi scoperti, che lo stesso denunciante aveva posto a base della richiesta di anticipazione di denaro”.

Saverio Forte