Camorra, assolto l’imprenditore Luigi Amato [VIDEO]

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FORMIA – Luigi Amato era ed è un imprenditore apprezzato, a Casapesenna così come nella città, Formia, che l’ha adottato da anni insieme alla sua famiglia. Le dichiarazioni rese dall’ex sindaco Giovanni Zara si sono rivelate infondate e prive di alcuna consistenza probatoria e così che il collegio penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal dottoressa Maria Francica, ha assolto perché il “fatto non sussiste” dalla gravissima accusa di violenza privata aggravata dal metodo mafioso Luigi Amato, costruttore originario di San Cipriano d’Aversa ora di 67 anni ma all’epoca dei fatti, l’11 settembre 2008, consigliere comunale di maggioranza a Casapesenna.

I fatti. La direzione Distrettuale antimafia di Napoli, indagando sulle collusioni tra la politica e camorra casalese, cominciò a monitorare le ragioni delle improvvise dimissioni del consigliere comunale Amato che a Casapesenna, dopo essersi trasferito a Formia, tornava solo ed esclusivamente per partecipare alle sedute consiliari. Un gesto che colse di sorpresa tutti a Casapesenna, compreso l’ex sindaco Giovanni Zara, costretto – secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia – dal suo predecessore Fortunato Zagaria, su richiesta dell’allora superlatitante e superboss dei Casalesi Michele Zagaria , a “non rendere pubbliche dichiarazioni o interviste ai giornali, di elogio o solidarietà alle forze dell’ordine in occasione degli arresti dei latitanti”. Sempre su volontà di Michele Zagaria – arrestato dalla Polizia il 7 dicembre 2011 dopo una lunghissima latitanza – il suo omonimo Fortunato avrebbe prospettato all’allora sindaco Giovanni Zara che avrebbe potuto subire gravi ritorsioni potendo fare “la stessa fine di Antonio Cangiano, vittima di un attentato nel 1998, epoca in cui era assessore ai lavori pubblici di Casapesenna, a seguito del quale rimase gravemente menomato” e finì su una sedia a rotelle. In più Zara sarebbe stato minacciato, sempre su ordine del “capo dei capi” Michele Zagaria, a starsene lontano da un convegno organizzato presso una struttura confiscata ad un noto componente del clan dei Casalesi (Luigi Venosa) perché, in alternativa, avrebbe subito una “reazione negativa da parte della famiglia camorristica dei Venosa”. Cosa che avvenne perché Zara non intervenne pubblicamente a quel convegno anti camorra e rimase “in disparte e non in evidenza”. Lo si legge dagli avvisi di garanzia che, su richiesta della Dda di Napoli, il Gip della sesta sezione penale del Tribunale di Napoli Maria Vittoria Foschini emise nei primi giorni del febbraio 2012 a carico di Michele e Fortunato Zagaria e del costruttore orami naturalizzato formiano Luigi Amato.

La Direzione distrettuale antimafia chiese inutilmente l’arresto del fondatore del gruppo di costruzione “Acos” perché – ed è il secondo capo d’imputazione formulato dal Gip Foschini – perché, in qualità di esecutore ed in concorso con Michele Zagaria come mandante, fu responsabilizzato di aver compiuto “atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Zara Giovanni, all’epoca sindaco di Casapesenna, a non partecipare ad una manifestazione, indetta a Casapesenna, di solidarietà con le forze di polizia intimando il Luigi Amato alla persona offesa a non parteciparvi affermando che il divieto era stato imposto dal latitante Zagaria Michele e dicendo inoltre alla persona offesa: ‘queste persone sono pericolose e devi stare attento’. Tutto questo al fine di agevolare l’organizzazione camorristica dei casalesi di cui appunto Zagaria era esponente di spicco ed evitare che potesse diminuirne il prestigio ed il consenso sociale e politico”. Accuse gravi come un macigno che il legale di Luigi Amato, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, ha annullato nel corso di un dibattimento conclusosi venerdì sera con la sentenza di assoluzione per l’apprezzato imprenditore dopo una camera di consiglio durata ben quattro ore.

Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato il solo l’ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria ad un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa, ma senza la finalità di agevolare il clan dei Casalesi e al pagamento di un risarcimento danni nei confronti delle parti civili: l’ex primo cittadino Zara il comitato “don Diana” e la Fai, Federazione Antiracket, oltre allo stesso Comune di Casapesenna. Assolti invece Michele Zagaria e – come detto – Luigi Amato nei confronti del quale il sostituto procuratore della stessa Dda Maurizio Giordano nel corso della sua requisitoria aveva anticipato la sua “riabilitazione” auspicando la completa assoluzione quando aveva chiesto 10 anni di reclusione per Fortunato Zagaria e cinque anni per il più noto Michele. Questo verdetto è stato commentato positivamente nell’intervista video allegata dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo che, censurando gli autori di facili e superficiali giudizi su Amato (“la mamma degli imbecilli è sempre incinta”), ha sottolineato l’onesta intellettuale del rappresentante della pubblica accusa che, dopo l’esito (forse un po’ troppo frettoloso) delle indagini, ha saputo dire in dibattimento una parola che conclude un calvario, umano, familiare ed imprenditoriale, durato otto lunghi anno: scusa.
Saverio Forte

INTERVISTA Pasquale Cardillo Cupo, legale Luigi Amato.