Sud Pontino / Rinnovo assemblea Anci Lazio Golfo inesistente

Città Politica

LATINA – Che l’offerta politica del comprensorio meridionale della provincia di Latina sia ridotta ai minimi storici, la riprova, purtroppo puntuale, è arrivata dal centro congressi “Cavour” di Roma. Bisognava rinnovare l’assemblea per il prossimo quinquennio dell’Anci Lazio, l’associazione che raggruppa i 378 comuni della Regione, ma anche il nuovo presidente, gli organi associativi e i delegati al prossimo congresso nazionale di Arezzo che si terrà dal 19 al 21 novembre prossimi.

Un territorio che ha sempre espresso parlamentari di primissimo livello, presidenti di Provincia, influenti consiglieri regionali e dirigenti politici da cui non prescindere si è dovuto “accontentare” di soli sei componenti (su 65) nel nuovo comitato dell’Anci Lazio nel giorno in cui il sindaco di Monterotondo, Riccardo Varone, del Partito Democratico, ha raccolto all’unanimità il testimone dal collega di Albano Laziale, anch’egli del Pd, Nicola Marini.

L’elezione dei sei rappresentanti del Golfo nell’assemblea dell’Anci Lazio è scaturita da un calcolato gioco politico che ha visto primeggiare esponenti di provata esperienza del Pd, di Forza Italia e della Lega mentre la maggioranza civica che governa il comune più importante, Formia, ha preferito sostenere generosamente (nell’ambito di un accordo all’interno del polo civico provinciale) la candidatura del sindaco di Aprilia, Tonino Terra, piuttosto che contribuire a ridimensionare il suo isolamento politico istituzionale.

Sono scelte che, alla distanza, si pagheranno anche al cospetto di un organismo che, diventando un ideale trampolino di lancio per chi intende frequentare i palazzi che contano della politica romana, ha maturato la peculiarità di catalizzare i fondi provenienti soprattutto dall’Europa.

L’hanno capito il Pd che ha fatto convergere i suoi voti su due dei suoi esponenti che, espressioni delle realtà territoriali della provincia più meridionali, sono quelli che al momento ricoprono gli incarichi più autorevoli insieme al sindaco Dem di Minturno Gerardo Stefanelli.

Si tratta del primo cittadino di Castelforte e neo consigliere provinciale Giancarlo Cardillo e di Carmela Cassetta, consigliere comunale d’opposizione nella dirimpettaia Santi Cosma e Damiano, ma soprattutto neo presidente dell’ente Parco Riviera di Ulisse.

Componente dallo scorso inverno dell’assemblea regionale Dem, la Cassetta vanta influenti amicizie, personali e politiche: a Latina con il segretario provinciale Claudio Moscardelli e consigliere regionale del Pd Salvatore La Penna, a Frosinone e dintorni con il supercommissario dei consorzi industriali del Lazio Francesco De Angelis, con il presidente del consiglio regionale Mauro Buschini e con la consigliera regionale Dem di Valmontone Eleonora Mattia di cui è diventata una sorta di ambasciatrice nelle realtà che vanno da Terracina al Garigliano.

La Cassetta è riuscita ad ottenere la riconferma nell’assemblea dell’Anci Lazio. Innanzitutto è l’unica donna eletta per il sud-pontino in un organismo grazie al quale si è occupata di protezione civile ed è stata eletta nel penultimo mandato nella consulta delle donne.

Forza Italia di Latina ha cercato di contrastare il dominio, in termini di nomine, incassato a Frosinone grazie ai buoni uffici del neo vice-segretario Gianluca Quadrini. E’ riuscita a portare nel Golfo l’elezione di tre fazzoniani di ferro: il vice-sindaco di Itri ed assessore all’urbanistica Andrea Di Biase, il consigliere comunale di Gaeta Pietro Salipante ed sindaco di Fondi (sino alla prossima primavera) Salvatore De Meo, vicepresidente uscente dell’Anci Lazio e soprattutto in lista d’attesa di sedere al parlamento europeo nel momento in cui andrà in porto Oltremanica (nei giorni scorsi il Tar ha confermato la sua momentanea esclusione dall’assemblea di Strasburgo) la Brexit.

E infine la Lega: il ‘carroccio’ ha fatto convogliare i suoi voti sul nome del capogruppo consiliare al comune di Antonio Di Rocco che, sfiorata l’elezione al consiglio regionale il 4 marzo 2018 quando la Lega sosteneva la candidatura a presidente dell’allora sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, è considerato il luogotenente di primissimo piano sul territorio del sud-pontino dell’ex sottosegretario allo sviluppo economico Claudio Durigon.

Il rinnovo dell’assemblea dell’Anci Lazio, oltre a definire i delegati al prossimo congresso nazionale di metà novembre ad Arezzo, non ha potuto affrontare, invece, il punto politicamente più rilevante: il varo del prossimo consiglio direttivo, un organismo più snello (non arriva a venti componenti) ma dotato di ampi poteri con una significativa capacità di peso contrattuale nei confronti della stessa Regione Lazio.

Questo adempimento non è stato ottemperato perché l’altro giorno è mancato l’accordo tra le diverse forze politiche, le stesse che hanno deciso comunque come le vice presidenze saranno ben tre, ad appannaggio delle tre anime ufficiali del “nuovo” centro destra: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Il sud-pontino quale ruolo saprà recitare? Al momento l’unico esponente sicuro di essere confermato nel direttivo dell’Anci Lazio è il sindaco di Fondi De Meo ma la conclusione del suo secondo e definitivo mandato sindacale nei prossimi mesi potrebbe motivare Forza Italia a fare un’altra scelta al suo interno.

Dall’Anci laziale all’ente parco regionale dei Monti Aurunci il passo è politicamente breve. L’elezione di Marco Delle Cese alla presidenza del Cosilam grazie all’accordo Pd (sindaco di Cassino Enzo Salera) Forza Italia (vice segretario regionale Massimiliano Quadrini) potrebbe provocare, nonostante l’interim attuale, un vuoto gestionale in seno al parco istituito dalla legge regionale numero 29 del 1997.

Ma il Pd del Golfo, nonostante il territorio montano del sud-pontino gestito dall’ente di Campodimele sia di gran lunga superiore a quello protetto della provincia di Frosinone, ha già fatto sapere di non aver la forza politica sufficiente per chiedere al presidente Nicola Zingaretti di nominare un proprio esponente per sovrintendere alla gestione di un territorio interprovinciale.

Una resa annunciata di un partito che, a livello comprensoriale (a differenza della provincia di Frosinone), non sa più chiedere. O meglio non può rivendicare alcunché.