Formia / Senza lavoro, si incatenano davanti al Comune due ex dipendenti della Cofely

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FORMIA – Hanno lavorato sino al 31 dicembre 2017 per la società, la Cofely, che ha assicurato al comune di Formia servizi importanti come la manutenzione del verde pubblico, delle scuole e delle strade. Il mancato rinnovo dell’appalto è diventato un incubo per due ex dipendenti, Maurizio Petronzio, di 57 anni, e per Salvatore Pace, di 50 anni che, dopo un anno di attese e di promesse, hanno deciso di esternare di buon mattino il loro disappunto e malessere incatenandosi davanti il palazzo municipale di Formia. Destinatari sino al settembre 2018 del sussidio di disoccupazione, i due ex dipendenti della Cofely hanno stigmatizzato così la loro mancata sistemazione in una cooperativa che, impegnata negli stessi pubblici servizi, aveva bisogno soltanto di un semplcie nulla osta amministrativo da parte dello stesso comune per essere operativa.

Petronzio e Pace hanno deciso di promuovere questa loro silenziosa forma di protesta nei confronti del nuovo corso al comune di Formia essenzialmente per due ragioni: a loro dire sarebbe stato consumato ai loro danni un diverso trattamento di favore perché “mentre ex lavoratori dell’ex appalto Global service potuto proseguire la rispettiva attività lavorativa (con l’ultima selezione) nella municipalizzata Formia Rifiuti zero o nei servizi per la pulizia del palazzo municipale e di altri edifici comunali, noi siamo rimasti a piede”. Contatti negli ultimi tempi sarebbe stati avviati con il capo gabinetto del comune (orami in procinto di lasciare l’incarico), Armando Russo, che avrebbe parlato – secondo la versione dei due manifestanti – della definizione di “alcuni dettagli”. Da qui la richiesta, evasa, di avere incontro con il sindaco di Formia Paola Villa che – sempre secondo la tesi dei due operai della “Cofely” – avrebbe riferito di non “essere l’ufficio di collocamento, che avremmo dovuto trovarci altri lavori, che lei non aveva nessuna soluzione e che forse una soluzione probabile prevedeva che prima si facesse una gara per sistemare i bagni pubblici di via Olivastro Spaventola, ma non si sa quando, e che dopo, al momento di affidare a qualcuno la pulizia e la tenuta di quei bagni, si sarebbe potuta immaginare una soluzione, sempre ammesso che la ditta vincitrice non avesse cose in contrario”. Insomma Petronzio e Pace hanno capito di non essere investiti di “alcun diritto specifico, dobbiamo andare a trovarci un lavoro e che lei non vuole andare in galera per causa nostra. A parte che poteva dircelo un anno e mezzo fa, ma noi oggi chiediamo chiarezza. Noi abbiamo famiglie e bambini piccoli – hanno scritto in una lettera aperta i due manifestanti – Non chiediamo cose impossibili. Abbiamo lavorato e portato avanti lavori utili per l’amministrazione e per la città. Chiediamo di non essere buttati via definitivamente. Chiediamo di poter continuare a fare quello che facevamo. Chiediamo un lavoro per dignità e per sopravvivere, e lo abbiamo fatto sempre con il massimo rispetto nei confronti di tutti.

Ci stiamo arrabattando con altre piccole attività, ma non si riesce a far sopravvivere una famiglia con a saltuarietà, l’incertezza e il tanto tempo senza lavoro. Siamo delusi da chi, nei confronti di persone in condizioni di bisogno come noi, si comporta portandoci avanti per un anno e mezzo per poi, alla fine, liquidarci dicendoci che lei non può fare nulla. La nostra situazione è un po’ diversa rispetto a tanti senza lavoro di Formia e del comprensioro – hanno concluso – per il fatto stesso di aver già lavorato a disposizione del Comune. Noi vogliamo che chi di dovere mantenga l’impegno che prese oltre un anno e mezzo fa”.

Saverio Forte