Formia / Parcheggia l’auto nel posto disabili, la consigliera Sansivero si scusa pubblicamente

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FORMIA – Solo gli stolti non cambiano mai idea e succede che anche l’espressione più sincera e disinteressata dell’ortodossia “a tutti i costi” alla distanza ammetta le proprie responsabilità dopo essere caduta nella trappola, umana, della perseveranza. La consigliera comunale di maggioranza Emanuela Sansivero, eletta poco meno di un anno nella lista “Un’altra città”, dopo giorni di sofferente trincea ha dovuto ammettere i propri errori – ripetuti con un mix di diavoleria e anche di legittima arroganza dettata dal suo incarico pubblico – nel momento in cui ha dovuto calpestare, a suo modo, i dettami e le prescrizioni (normative) del Codice della strada.

La dottoressa Sansivero non vive di politica – e guai se lo fosse! – e la mattina (come tantissimi comuni mortali) è costretta a litigare con una radio sveglia per raggiungere la stazione ferroviaria di Formia e partire alla volta di Roma dove onestamente lavora. La consigliera di “Un’altra città” nello svolgere queste pratiche umanissime ha dimenticato in ben due circostanze di essere dal 10 giugno 2018 una rappresentante (democraticamente eletta) della comunità e, in più, di far parte di una coalizione civica che aveva (o avrebbe dovuto) perseguire un’idea di un’altra città”, in tema di rispetto delle regole e di legalità. E, invece, a causa di quella maledetta sveglia che non ha svolto puntualmente all’alba di due giornate il suo banalissimo servizio la dottoressa Sansivero – pardon la consigliera comunale Emanuela Sansivero – è stata costretta a lasciare la sua auto, nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, quello intitolato al 4 novembre (1918) (giorno in cui l’Italia, un secolo fa, ha vinto la sua unica e prima guerra), in due spazi vietatissimi: la prima volta in uno stallo riservato – ma solo per una mezzoretta – alle automobiliste in dolce attesa e la seconda volta – aspetto eticamente e amministrativamente ancor più grave – in uno spazio delimitato dalle strisce gialle e, dunque, destinato ai diversamente abili.

Che l’auto “protagonista” della duplice infrazione al Codice della strada sia di proprietà del compagno o marito della dottoressa Sansivero poco cambia in questa storia tipicamente formiana. Anzi, l’aggrava ulteriormente alla luce di tanti ed imbarazzanti episodi che negli ultimi anni e tempi hanno visto cadere diversi rappresentanti della pubblica amministrazione nella logica perseversa del “Lei non sa chi sono io” , figlia della commedia Sordiana della Roma papalina del “Marchese del Grillo”. Colpita ed affondata la prima volta nel momento in cui ha lasciato la propria auto (o quella del compagno-marito, poco importa) nello stallo colorato di rosa, la dottoressa-consigliera Sansivero si è parzialmente riscattata nella seconda infrazione quando ha fatto ricorso all’autoironia. Ha lasciato un foglio su cui ha appuntato un ‘pizzino’, con la geniale scritta “Sembro incinta” (se lo è davvero le facciamo davvero i nostro più affettuosi auguri nel tentativo di fronteggiare la perdurante denatalità che ha colpito anche Formia) i cui destinatari erano un paio detrattori di ultima generazione o alcuni paparazzi inviati dai morbosi tabloid concepiti per lenire la tensione di tante donne (ma anche uomini) in attesa in qualche centro d’estetica e dintorni. L’intera vicenda per la dottoressa Sansivero è terminata con un’affannosa apertura del proprio portafoglio per liquidare la società adetta alla rimozione dell’auto “fuorilegge” da parte del solito e svizzero carro attrezzi. Un adempimento che probabilmente è servito alla consigliera comunale di “Un’altra città” per riflettere qualche giorno e offrire , attraverso facebook, le sue scuse.

La dottoressa merita, a differenza di tanti altri ex ed attuali amministratori sorpresi a litigare con il Codice della strada, un sincero apprezzamento per la decisione di cingersi, fuori periodo, il capo di cenere. “Mi scuso con tutti quelli che si sono sentiti offesi e anche con quelli che hanno subito la mia leggerezza – ha esordito – Non aver risolto prima il problema di un parcheggio affannato, come invece hanno fatto molti pendolari come me e prima di me, mi pesa più delle multe che ho preso nella mia vita di automobilista svogliata. Devo precisare però che il parcheggio sullo stallo riservato agli invalidi è stato un errore in buona fede, convinta che non fosse quello preposto. Nulla c’entra il biglietto autoironico già presente da giorni sul cruscotto dell’auto. Quale persona con un minimo di intelligenza dopo la tempesta precedente avrebbe parcheggiato volontariamente sul posto riservato agli invalidi? Non è una giustificazione ma soltanto una spiegazione. Conscia comunque dell’errore me ne assumo la piena responsabilità e ne condivido la rimozione forzata. Ho sbagliato ed è giusto che paghi. Dopodiché, l’essere pedinata e maltrattata sui social lo archivierò alla voce “inconvenienti” per chi riveste un ruolo di cui andare orgogliosa e serenamente continuerò a svolgere il mio compito di Consigliere Comunale, cercando di ridurre il mio contributo economico alla città in multe per divieto di sosta.”

La Sansivero, che con alcuni giornalisti ha un rapporto conflittuale come chi deve fronteggiare un’orticaria primaverile, ha una soluzione (economicamente irrisoria) a portata di mano per evitare di finire in questo strettissimo e insidioso imbuto mediatico: sostituire le batterie, a quanto pare esauste, della sua radio sveglia. Dopodiche potrà iniziare, come tantissimi comuni formiani (compresi i giornalisti, per carità), a contribuire alla realizzazione di un…Un’altra città”.

Saverio Forte