Formia / Acqualatina, ricorso vinto dalla Class Action: la posizione del Pd

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FORMIA – Si riaccende il dibattito, a distanza, tra il Partito Democratico di Formia e Acqualatina soprattutto sulla gestione, più complessiva, dell’ente gestore. Il Pd ha prima salutato “con favore” l’ordinanza del Tribunale di Roma secondo la quale il procedimento promosso dal comitato della Class Action contro Acqualatina proseguirà. Si tratta di un provvedimento molto importante giunto all’indomani del comitato di ricorrere in Cassazione, attraverso uno dei più insigni giuristi italiani, il professore universitario Romano Vaccarella, contro l’ordinanza dello scorso dicembre della Corte d’Appello che aveva messo la parola fine alla Class Action finalizzata a chiedere il rimborso delle partite pregresse inserite in bolletta dal 2016 per i canoni idrici, della fognatura e della depurazione. Al Pd formiano non ha fatto piacere la sentenza della scorsa settimana con cui il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso presentato da Acqualatina contro l’Autorità nazionale anticorruzione, ha di fatto ha annullato i provvedimenti che, dopo aver inquadrato la spa dell’acqua come una società partecipata a controllo pubblico, imponevano all’azienda di sottostare alla normativa in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza.

L’autorità nazionale anti-corruzione era arrivata ad una considerazione: i Comuni dell’autorità d’ambito dell’Ato 4, che detengono il 51% del capitale sociale di Acqualatina, hanno il controllo della società, un controllo pubblico dunque, e possono esercitare sull’azienda un’influenza dominante in virtù degli accordi contrattuali siglati che hanno portato anche all’istituzione della Conferenza dei sindaci e dei presidenti.

Ma c’è stato di più: l’Anac aveva considerato Acqualatina come una società partecipata in controllo pubblico, a capitale pubblico maggioritario e sotto l’influenza dominante di enti pubblici e, come loro, destinataria delle prescrizioni della normativa in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Le disposizioni dell’Anac erano state impugnate con successo dall’ente gestore che, ritenendole addirittura lesive , ha chiesto ed ottenuto dal Tar il loro annullamento. In pratica i giudici del primo grado della magistratura amministrativa avevano sottolineato la contrapposizione dello statuto di Acqualatina rispetto alle conclusioni cui era giunta l’Autorità nazionale anti-corruzione, la “sussistenza del potere di veto del socio privato”, lo stesso a cui compete la scelta dell’amministratore delegato…e poi è sempre lo stesso socio privato – la francese Veolia secondo il Tar – “che può avere la gestione operativa e il controllo di fatto della società”.

Per molti analisti la sentenza del Tar era arrivata ad una conclusione, dal sapore beffardo per i comuni dell’Ato 4: in Acqualatina un ruolo dominante lo svolge il socio privato. Il Pd di Formia ora arriva a censurare il “trionfalismo” esternato da Acqualatina dopo questo pronunciamento del Tar (“l’ennesima vittoria giudiziaria collezionata”) e sostiene invece come “leggendo la sentenza venga semplicemente messa, nero su bianco, una realtà sotto gli occhi di tutti i malcapitati utenti di questa società.”. La prima reprimenda il Partito Democratico la rivolge alla politica, all’assemblea dei sindaci dell’Ato 4: “Se si fosse costituita nel giudizio avrebbe potuto supportare l’Anac come, invece, ha fatto la solita Utilitalia intervenendo a favore di Acqualatina! Invece, lAto 4 è rimasto a guardare senza profferir parola! – si legge in una nota del Pd – Riesce, quindi, Acqualatina a farsi riconoscere dal TAR come ente privato che esercita attività di gestione di servizi pubblici e non come società soggetta a controllo pubblico. Come tale essa può agire non conformemente alla normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza! Quindi anche il 51% sbandierato ai quattro venti e che vedrebbe i soci pubblici esercitare un’influenza dominante sulla società è una mera illusione e, infatti, il Tar precisa che in base agli atti vigenti il socio pubblico ha compiti esclusivamente in tema di proposta tariffaria e nella definizione del piano degli interventi.

E, invero: 1. Per statuto le deliberazioni sono valide con maggioranze assembleari di 2/3 degli aventi diritto e in seconda convocazione, dei due terzi dei presenti per cui, di fatto, il socio privato ha potere di veto; 2. La partecipazione pubblica è frammentata (eh se lo è!) e quindi non è assicurato ai soci pubblici il controllo della società, possibile solo con un voto unitario prevalente rispetto a quello del socio privato; 3. I soci pubblici non hanno neppure un controllo contrattuale.”

Il Pd formiano, pertanto, esce allo scoperto e suona la sveglia ai comuni facenti parte dell’Ato 4, ai sindaci. Li invita a promuovere una chiara ispezione amministrativa nei confronti della gestione dell’ente gestore, la stessa iniziativa suggerita due anni fa : “Sappiate, quindi, che Acqualatina s.p.a. non dipende da voi tanto che non potete esercitare nei suoi confronti alcuna forma di controllo o di dominanza! In realtà, una cosa da fare ci sarebbe ed è il procedimento previsto dall’articolo 2409 del Codice Civile preordinato alla diretta tutela di un interesse privato dei soci, cui si ricollega, in via mediata, un interesse pubblico. E solo a Voi Sindaci – soci è lasciata la libertà di decidere se attivare detto controllo giudiziario o continuare con lo strapotere di un gestore che è orgoglioso di non dover essere “trasparente” e al quale siete funzionali esclusivamente nell’approvazione di tariffe sempre più elevate e di piani di investimento poi regolarmente disattesi!”

L’estate è alle porte e, dopo la tregua del 2018, potrebbe esserci un’altra emergenza legata alla carenza idrica sul territorio del Golfo. La scarsa piovosità nell’ultimo inverno non induce ad essere ottimisti. I comuni del comprensorio non sanno al momento quanti e quali lavori di risanamento delle reti idriche sono in corso, lo stato di salute delle sorgenti e ignorano i piani di emergenza da mettere in campo, in caso di eventuali future crisi. A dirlo, con tono preoccupato, è il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli, anch’egli del Partito Democratico, che ha chisto al neo presidente della Provincia e sindaco Dem di Pontinia Carlo Medici di convocare la Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 per affrontare questi temi che “iniziano ad essere impellenti”. Stefanelli, che ha fatto parte del CdA di Acqualatina, suggerisce di rimpiazzare alla guida della segreteria Tecnico-Operativa l’ingegnere Angelica Vagnozzi che, dal 1 gennaio in servizio presso il comune di Latina, non è stata mai più surrogata…”

Saverio Forte