Formia / Terzo assalto dei lupi sui Monti Aurunci, sbranato un vitello

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FORMIA – “Ho atteso a divulgare la notizia di questo ennesimo scempio perché i tecnici e i funzionari dell’ente parco regionale dei Monti Aurunci sinora sono stati molto dubbiosi sul fatto che potessero essere stati un branco di lupi affamati. Parlavano di cani ma questi animali non possono arrivare tanto”. Michele Minchella è un giovane allevatore della frazione di Maranola a Formia, appartiene ad una storica famiglia, una delle ultime rimaste, che gestisce da sempre sui Monti Aurunci, tra Formia, Itri, Spigno Saturnia ed Esperia, ma anche in Abruzzo capi di bestiame. Sabato mattina ha chiesto e, per certi versi, ha preteso che ad un sopralluogo dei Guardiaparchi dell’ente di Campodi-mele vi partecipasse anche un veterinario dell’Asl: “Si, è vero – ha sentenziato – sono stati loro, i lupi”.

Michele Minchella ha atteso nel parcheggio di Maranola i suoi ospiti e gli ha accompagnati in un’altra azienda agro-zootecnica di famiglia: non più a Castellonorato ma in località “Pientime” , nella fascia collinare che sovrasta il quartiere di Rio fresco Scacciagalline non molto lontano dal cantiere edile in cui è stata rinvenuta per caso, dopo 75 anni, una bomba d’aviazione inglese che il 28 aprile provocherà l’evacuazione di mezza città. Qui, l’altra notte, la famiglia Minchella ha subito nel giro di 40 giorni la terza aggressione di lupi inferociti che, ormai orfani della necessaria selvaggina e dei prelibati cinghiali (anche loro sono protagonisti di una necessaria transumanza a valle per mancanza di cibo), hanno divorato un vitello venuto alla luce da due giorni. La famiglia Minchella aveva perso negli ultimi due mesi prima un puledro e, dopo venti giorni, un altro vitello partorito soltanto da alcune ore. Ma queste due aggressioni erano avvenute altrove, sulle colline di Castellonorato, ai piedi del massiccio di Monte Petrella dove gestisce un altro podere. In quelle due circostanze l’ente parco degli Aurunci aveva esternato perplessità che gli aggressori dei due animali fossero dei lupi.

Ora l’intervento del servizio veterinario dell’Asl ha sciolto definitivamente ogni dubbio: se fossero stati i cani i vitelli sarebbero stati uccisi alla giugulare. E invece – come l’episodio dell’altra sera – gli aggressori hanno colpito alle spalle e hanno letteralmente portato via la carcassa posteriore del vitellino. E’ stata una scena raccapricciante quella cui ha assistito Michellla e gli altri suoi familiari che, stanco e deluso, chiede ora che la Regione Lazio, attraverso l’ente Parco regionale dei Monti Aurunci, cambi finalmente idea sulla questione dei risarcimenti danni per la quale sarebbe stato alzato un autentico muro. “Le perdite economiche cominciano ad essere ingenti – ha dichiarato Minchella – quando noi, a livello familiare, siamo tra i pochi, tra mille e mille sacrifici, a portare avanti questa tradizione. Non ce la facciamo più. Eppure continuamo ad investire i guada-gni e risparmi in questo settore che rischia concretamente di scomparire. Le istituzioni competenti riconoscano il nostro ruolo, non solo sul piano econo-mico ma anche culturale. In caso contrario, saremmo costretti a vendere tutto, anche quelle nuovi terreni e ricoveri con i quali stiamo cercando di mantenere viva la tradizione della pastorizia sulle montagne del sud-pontino”.
Saverio Forte

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