Ventotene / Cadavere trovare in mare, ancora ignota l’identità dopo l’autopsia

Cronaca Ventotene

VENTOTENE – Neanche l’autopsia, disposta dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, è riuscita a risolvere il mistero che circonda l’identità dell’uomo trovato cadavere giovedì scorso nel tratto di mare tra Ventotene e l’isolotto di Santo Stefano. L’esame autoptico, effettuato presso l’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino dal dottor Fabio De Giorgio dell’istituto di medicina legale del Policlinico universitario “Agostino Gemelli”, sarà integrato ora dagli esami istologici e di laboratorio e, soprattutto, da quello sul Dna sul cadavere che, avvistato da un pescatore di Ventotene, si trovava in avanzato stato di decomposizione.

Gli accertamenti diagnostici del dottor De Giorgio saranno determinanti per dare – come detto – un’identità all’uomo e stabilire i tempi di permanenza in acqua del cadavere, saponificato e praticamente nudo con addosso solo pochi brandelli di un abito. Le indagini proseguono e, alla luce delle tante richieste avanzate dai rispettivi familiari al centralino della Guardia Costiera di Gaeta, stanno monitorando i profili di alcune persone scomparse sul territorio del Golfo ma anche di altre che hanno fatto perdere le loro tracce nelle ultime settimane anche a Roma, Napoli e finanche a Salerno.

Le ipotesi che si fanno sono diverse ma due sono quelle privilegiate: riguardano l’artigiano di 53 anni di Nettuno di cui si sono perse per l’ultima volta le proprie tracce due settimane fa a Sperlonga e Walter Donà, l’imprenditore di Terracina di 68 anni di cui non si hanno più notizie dal 25 novembre quando la sua auto rimase inghiottita in una voragine creata dal crollo della strada regionale Pontinia in località San Vito.