FORMIA – La conseguenza dell’azione del mobbing subita sarebbe stata – a dire della vittima – l’insorgenza di una rara forma di psoriasi. E invece l’indagato, vestendo con successo i panni dell’investigatore privato, ha sconfessato questa ricostruzione: la psoriasi era una patologia di cui la vittima, originaria di Santi Cosma e Damiano ma da anni trapianta a Formia, soffriva in precedenza – tre anni prima – dei presunti episodi di mobbing. La Corte di Cassazione ha definito ora concluso il procedimento di cui era imputato uno dei docenti più noti ed apprezzati del panorama scolastico del sud-pontino, l’ex dirigente dell’istituto tecnico commerciale “Gaetano Filangieri” di Formia, il professor Pasquale Scipione.
I suoi guai iniziarono al termine dell’anno scolastico 2003-2004 quando lo denunciò una sua docente di diritto e di economia che, per una situazione di vessazione subita relativamente alla gestione del suo modello didattico, gli chiese, attraverso il Ministero della pubblica istruzione e dell’università, 78mila euro di danni. Il professor Scipione (ma sempre il Miur) venne condannato nel 2010 davanti il giudice Corinna Papetti del Tribunale civile di Latina a risarcire i danni alla sua professoressa che, difesa dagli avvocati Vincenzo Papa, Salvatore Orsini e Sergio Lanna, fu invitata anche ad esperire alcuni tentativi, andati a vuoto, di conciliazione bonaria. La sentenza di primo grado venne ribaltata in appello nel 2012 quando la difesa di Scipione, curata questa volta da Lucrezia Fiandaca dell’avvocatura dello stato, dimostrò che la docente mobbizzata soffriva di psoriasi già nel 2000. Entrarono in azione i periti di parte ma a far pendere l’ago della bilancia a favore della linea difensiva del professor Scipione lo attestò un certificato rilasciato dall’Idi, l’istituto dermatologico di Roma presso il quale la donna da anni era in cura e molto prima dei contrasti sortti con il preside Scipione. La Corte di Cassazione ha confermato ora l’assoluzione condannato la docente a liquidare all’ex dirigente scolastico 4000 euro di spese di giudizio.
Alla professoressa di economia azienda e penale non è andato bene neanche un procedimento di natura penale. L’ennesimo scontro avvenne con il preside Scipione durante una seduta del consiglio di classe per alcune valutazioni su uno studente da parte della docente che il preside aveva definito inique. La donna fu colpita da uno scatto d’ira e abbandonò la riunione. Il preside Scipione le ricordò che quell’atteggiamento avrebbe conosciuto anche risvolti di natura penale. La professoressa considerò quell’invito una provocazione e denunciò Scipione che, difeso dall’avvocato Vincenzo Macari, venne prima condannato a pagare una multa di 200 euro dal giudice di pace di Gaeta, sentenza poi impugnata in appello ma un verdetto non c’è mai stato perché il reato finì in prescrizione.
Saverio Forte
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