Formia / Blitz della Dia all’Anas a Roma: la camorra dietro il progetto della Pedemontana?

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FORMIA – La camorra voleva intrufolarsi nell'”affaire”, mai decollato, della realizzazione della strada Pedemontana di Formia? E la torta, già pronta per essere spartita, era rilevante: 58 milioni di euro. Con questa ipotesi investigativa, tutta da verificare, gli ispettori della Direzione investigativa antimafia di Roma, su mandato del sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Chiara D’Orefice, sono entrati in azione venerdì mattina e, dopo aver acquisito mercoledì al comune di Formia l’ultima proposta di studio di fattibilità della primavera del 2017 dell’Anas e della Regione Lazio per la progettazione dell’importante ma mai realizzata arteria, hanno chiesto ed ottenuto copia del voluminoso carteggio del progetto per il quale erano disponibili da parte del Cipe e, dunque, dello Stato 58 milioni di euro. In effetti la Procura cassinate è stata incaricata di effettuare ulteriori accertamenti investigativi nel momento in cui il sostituto procuratore della Dda di Napoli Giovanni Conzo stava indagando su una serie di appalti in odora di camorra.

In un’intercettazione telefonica un ex sindaco di un comune del litorale domiziano ed ex consigliere regionale del Partito Democratico – arrestato e condannato a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa – un ex sottosegretario campano, sempre del Pd, ed un imprenditore del casertano ma residente a Gaeta parlavano al telefono del progetto della precedente amministrazione comunale di Formia di centrosinistra di tentare, a più riprese, di realizzare, già nel corso dei primi anni Duemila, una bretella di attraversamento a monte della città. Il progetto fu archiviato, stralciato, con l’avvento dell’amministrazione di centro destra ma la Procura di Cassino continuò ad indagare sul sistema degli appalti pubblici al comune di Formia sulla scorta – questa volta – di un preciso protocollo d’intesa sottoscritto con l’Anac, l’autorità nazionale anti corruzione, teso a monitorare l’andamento delle gare promosse dagli enti pubblici.

Per l’andamento e la conclusione di quelle del Comune di Formia la lista degli indagati è decisamen-te lunga con le ipotesi di reato, tra tutte, di turbata libertà degli incanti: sono venti di una lista in cui campeggiano imprenditori campani e soprattutto ex dirigenti e funzionari dei settori Pubblici ed urbanistica del comune di Formia, alcuni dei quali ancora in servizio, altri andati da poco tempo in pensione o trasferiti per propria volontà altrove. Solo mercoledì la Dia aveva acquisito, dopo sei ore trascorse presso il comune di Formia, la documentazione inerente l’appalto per la realizzazione di nuovi impianti di pubblica illuminazione sul tratto comunale, la consulenza per la “Smart City”, nell’ambito del progetto “PlusAppia, via del mare” e, appunto, la convenzione proposta dalla Regione e dall’Anas al comune per realizzazione della Pedemontana. La presenza degli ispettori della Dia al comune è stata verificata quasi in diretta dalla stessa Procura della Repubblica di Cassino nel momento in cui sono comparse sulla rete alcune fotografie che ritrae-vano gli “007” della Direzione investigativa antimafia.

Uno screening avvenuto in maniera tutt’altro che discreta che – secondo è trapelato negli ambienti giudiziari di piazzale Labriola – ha fatto irritare lo stesso magistrato inquirente nel momento in cui ha visionato l’intervista rilasciata alla stampa dalla sindaca Paola Villa che “per una questione di trasparenza” dava in pasto ai cronisti le società e le imprese oggetto del provvedimento di acquisizione degli atti e finanche gli importi delle incarichi ricevuti. La Procura ha commentato questo atteggiamento del primo cittadino formiano con sconcerto ed incredulità anche perché quei nomi divulgati tranquillamente alla stampa fanno parte di un’indagine che, trovandosi in una fase embrionale, richiede ancora il segreto istruttorio. Il sindaco Villa incautamente l’avrebbe violato? Qualche bacchettata da lì a qualche ora è arrivata dalla consigliera regionale del Movimento cinque Stelle e componente della commissione regionale antimafia, Valentina Corrado: aveva stigmatizzato il fatto come il pri-mo cittadino formiano avesse reso la circostanza di acquisizione degli atti da parte della Dia che “in un’intervista video sembrerebbe aver indicato, auspichiamo senza pregiudicare l’inchiesta, i riferimenti degli appalti asseritamente oggetto di verifica da parte delle autorità giudiziarie di Cassino, e che ora, stando alle dedotte dichiarazioni, la vicenda sarebbe stata presa in carico dal-la Direzione Distrettuale Antimafia.”

La leggerezza mediatica del sindaco Villa – che qualcuno sulla rete ha equiparato al vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini per aver reso noto l’arresto a Torino di alcuni nigeriani mentre l’opera della locale Procura era ancora in corso – è stata censurata anche dal capogruppo del Pd, Claudio Marciano, il cui operato era finito anch’es-so nell’occhio del ciclone per la consulenza attribuita sulle smart city_: “Abbiamo la massima fi-ducia nell’attività inquirente della magistratura. Formia va attenzionata con la massima cura e ogni verifica su appalti e procedure è utile a garantire al territorio maggiore sicurezza. Le attività istruttorie sono in corso e l’ultima cosa da fare è – ha scritto l’ex assessore dell’ultima Giunta Bartolomeo – compiere illazioni o disturbare l’azione investigativa con dichiarazioni fondate su atti al momento non pubblici e non disponibili. La precedente amministrazione ha effettuato decine di iniziative per contrastare il fenomeno malavitoso. Una cultura della legalità di costruisce nel rispetto delle azioni della magistratura sempre, e chi ha fatto quello che doveva, non ha nulla da temere.”

Un fatto è certo: dopo i rilievi del M5s e del Pd, la sindaca di Formia non ha voluto più commentare l’ultimo blitz della Dia presso la sede nazionale dell’Anas a Roma. Le dichiarazioni di Marciano le ha condivise, invece, lo stesso ex sindaco Bartolomeo che, dichiarandosi “tranquillo e sereno”, non vuole assolutamente credere che abbia operato alle sue spalle un gruppo di burocrati capace di gestire e pilotare l’esito di alcuni appalti”. Nel filone d’indagine è finito il progetto della strada Pedemontana, per il quale non ci sono al momento indagati per associazio-ne a delinquere di stampo camorristico. Una strada trasformatasi, dopo decenni di attesa, in una chimera per generazioni di formiani, ora l’oggetto di un’inchiesta penale, l’ennesima, della Procura di Cassino su Formia e sul comprensorio del Golfo.

Saverio Forte