Formia / Il Comune contro Acqualatina, la replica dell’ingegnere Ennio Cima

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FORMIA – Il comune di Formia mostra gli artigli nei confronti di Acqualatina. Lo fa per difendere il proprio territorio e difendere i diritti dei propri cittadini ed in quest’ottica si costituisce parte civile in un procedimento penale in cui il responsabile del settore tecnico dell’ente gestore, Ennio Cima, il prossimo 19 dicembre sarà l’unico imputato davanti il Gup del Tribunale di Cassino Vittoria Sodani, chiamato a decidere se rinviarlo a giudizio così come proposto dalla Procura della Repubblica della città martire.

A renderlo noto è stato il sindaco di Formia Paola Villa che ha incaricato il dirigente dell’avvocatura comunale, Domenico Di Russo, di formalizzare per tempo la costituzione in giudizio nei confronti del massimo responsabile del settore tecnico per un’incredibile vicenda risalente all’11 gennaio 2013. Acqualatina è stata accusata, nonostante numerosi solleciti di privati e dello stesso comune, di far fronte ad una copiosa perdita idrica a causa della quale, dopo alcuni giorni, ci furono una frana in una zona fortemente urbanizzata e popolata e finanche l’evacuazione di un intero palazzo di proprietà del signor Luigi Assaiante nel tratto iniziale (ai civici 7-11) di via Santa Maria La Noce, nel quartiere medioevale di Castellone. Da quel momento quel fabbricato è rimasto inagibile e il comune ha dovuto finanziare i lavori di messa in sicurezza della zona rimuovendo la causa di quell’incredibile perdita idrica, interventi costati circa 50mila euro che per il comune di Formia diventano 110 mila euro per i conseguenti danni d’immagine derivanti.

“No, non mi aspettavo questa presa di posizione del sindaco di Formia – ha commentato l’incredulo l’ingegner Cima di Acqualatina – Una costituzione di parte civile ‘ad personam’ inattesa a pochi giorni dall’invito il sindaco mi aveva formalizzato per l’apertura di un cantiere, in via Palazzo Condotto, per la ricerca di importanti perdite idriche.”. Ennio Cima è caduto dalle nuvole quando ha letto il comunicato del comune in base al quale l’iniziativa della Giunta è stata adottata nei suoi riguardi quale “legale rappresentante della società Acqualatina spa: “Incredibile – ha risposto – Ma io sono un semplice ingegnere che – lo possono testimoniare tutti i sindaci con cui ho a che a fare – si mette sempre a disposizione dei problemi dei comuni dell’Ato 4. Significa che ci vedremo allora in Tribunale”.

Intanto l’Arera – l’autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente – con la deliberazione numero 2018 del 23-26 ottobre, al termine di quattro anni di indagini, ha pesantemente multato Acqualatina. Le ha irrogato una sanzione amministrativa pecuniaria di ben 248mila euro per presunte gravi violazioni della regolazione del servizio idrico integrato prevista dalla legge numero 481/1995: più precisamente di tratta di 193mila euro per le violazioni sulla regolazione sulla tariffa, 36mila per le violazioni in materia di trasparenza di fatturazione, 19mila per le violazioni in materia di corrispettivi del servizio di depurazione. Acqualatina ha intanto preannunciato ricorso. Comunque ha trenta giorni per formalizzare il pagamento di questa sanzione a cui si aggiunge un’altra multa di 15mila euro per la presunta presenza di boro nell’acqua dissalata sull’isola di Ventotene.

Saverio Forte