Operazione Tiberio bis, le difese degli arrestati pronte al ricorso

Cronaca Formia Gaeta Sperlonga

SUD PONTINO – Continuano a differenziarsi le strategie difensive di Pietro e Francesco Ruggieri, gli imprenditori di Itri e Formia – padre e figlio di 70 e 38 anni – arrestati mercoledì scorso nel nuovo filone dell’inchiesta “Tiberio” con l’accusa di tentata corruzione nei confronti dell’ex dirigente del settore tecnico del Comune di Sperlonga e dell’ufficio scuola dell’amministrazione provinciale di Latina Isidoro Masi pur di vincere con un maxi ribasso d’asta, alla testa dell’azienda di famiglia “RD Costruzioni”, gli appalti per l’ampliamento, la messa a norma e l’adeguamento della scuola “Alfredo Aspri” di Sperlonga e per la costruzione di una tensostruttura in località Calegna a Gaeta.

Pietro Ruggieri, considerato dagli inquirenti l’amministratore di fatto dell’impresa di Formia, ha dato mandato al suo legale difensore, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, di presentare ricorso davanti il Tribunale del Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal sostituto procuratore Valerio De Luca. L’ha fatto dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia svoltosi davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario che aveva emesso l’ordinanza di ben 63 pagine. Per il legale dell’imprenditore di 70 anni non esisterebbero in alcun modo le eccezionali esigenze cautelari evidenziate dal Gip per applicare al Ruggieri la massima misura cautelare, ovvero quella della detenzione in carcere.

“Inverosimile – ha commentato l’avvocato Cardillo Cupo – che in una vicenda tutt’altro che chiara e dove evidentemente quello del Ruggieri non appare essere di certo il ruolo predominante. Anzi, in realtà le intercettazioni rendono bene e spesso l’idea di uno stato di costrizione, sussistano solo per lui ed il figlio le esigenze di cautela talmente eccezionali da richiedere necessaria per un ultra settantenne la massima restrizione in carcere dove peraltro da giorni – è la pesante accusa mossa da Cardillo Cupo – non gli vengono praticate le terapie salvavita di cui necessità giornalmente. Questa situazione è stata già segnalata al Gip del Tribunale di Latina ed opportunamente verbalizzata. Il mio assistito rischia la vita da un momento all’altro se dovesse permanere in carcere in queste condizioni.” Il figlio di Pietro Ruggieri, l’amministratore di fatto della “RD Costruzioni”, ha deciso di perseguire un’altra strategica difensiva . Dopo aver reso una deposizione fiume nell’interrogatorio di garanzia davanti il Gip Cario, il suo legale, l’avvocato Massimo Signore, ha confermato che non presenterà alcuna istanza, “almeno per il momento”, davanti il Riesame. E la ragione c’è. Si attende la decisione del Gip Cario al quale la difesa di Ruggieri junior ha chiesto la modifica o l’attenzione della misura cautelare in carcere dopo che l’imprenditore aveva accettato di sottoporsi all’interrogatorio di venerdì mattina.

Il 38enne aveva dichiarato essere amministratore di diritto di un’altra società di famiglia, la “2R”, di non conoscere l’iter degli appalti e delle rispettive opere che si aggiudicava la società del padre nei confronti del quale “non aveva alcun potere decisionale”. Intanto è stata cancellata con una vernice bianca, dopo il clamore dei media, la scritta minatoria, “Cusani boia i bambini non si toccano” comparsa nella notte tra venerdì e sabato su un muro di via Valle, all’altezza di via Romita II, nella parte residenziale di Sperlonga. Della frase si stanno occupando, in maniera informale, i Carabinieri della locale Stazione e, visto la sigla apposta sul lato destro “FN”, la matrice dovrebbe essere di estrema destra, Forza Nuova per intenderci. Del suo contenuto ha voluto prendere le distanze, con alcune sfaccettature, sul suo profilo facebook il gruppo di opposizione di “Sperlonga Cambia”: “Le scritte anonime sono e restano un atto di vigliaccheria, chiunque sia il destinatario. Episodi di questo tipo non sono nuovi a Sperlonga, dove qualche anno fa delle scritte intimidatorie apparvero sul muro dell’abitazione del nostro capogruppo, il compianto Benito Di Fazio.

All’epoca Cusani rimase in silenzio e nessuno della maggioranza al governo prese posizione. Noi non faremo lo stesso. Gesti simili non ci appartengono. Non appartengono a noi come persone e non appartengono alla nostra cultura politica. Gli insulti, le minacce e le scritte anonime vanno condannate sempre, anche quando sono rivolte a un avversario politico con il quale non condividiamo nulla.

La vicenda del sequestro della scuola ha scosso profondamente la nostra comunità. Se le accuse mosse dalla Procura di Latina verranno confermate, saranno la prova che nel nostro paese la corruzione e il malaffare non solo esistono, ma si spingono oltre ogni limite, al punto di mettere in pericolo la vita e la sicurezza dei bambini. Su tutto questo, l’atteggiamento tenuto dal sindaco Cusani e dalla sua Giunta, impegnata nella difesa degli imprenditori arrestati e sorda alle istanze e alle preoccupazioni dei genitori, è vergognoso e inaccettabile. Condanniamo fermamente questo gesto vigliacco, ma questo non ci impedirà di chiedere altrettanto fermamente le dimissioni del sindaco Cusani e della sua maggioranza.”

Saverio Forte