Formia / Omicidio Langella, chiesti 12 anni per Andrea Tamburrino

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FORMIA – Mano pesante della Procura della Repubblica di Cassino nei confronti di Andrea Tamburrino, l’ex gigolò di 42 anni di originario di Cellole ma da anni trapiantato a Scauri che il 2 dicembre 2016, al termine di una banale lite, provocò la caduta mortale dell’amico Giuseppe Langella, l’autotrasportatore di 52 anni di Formia con cui viveva all’interno della villetta che occupavano in via Giovenale, in località Acquatraversa a Formia. Il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Chiara D’Orefice, al termine della requisitoria ha chiesto 12 anni di reclusione per l’uomo che, migliorate le sue condizioni psicologiche dopo un aspro confronto processuale tra Procura e parte civile, ha deciso di affrontare il giudizio immediato con il rito abbreviato con l’accusa di omicidio preterintenzionale davanti il Gup del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera.

Contro il comportamento di Tamburrino si è scagliato nel suo appassionato intervento il legale di parte civile, l’avvocato Enzo Macari, che ha rimarcato come quella dell’unico indagato sia stata sempre una “personalità camaleontica” arrivando a simulare un tentativo di suicidio dopo aver gettato lungo le scale l’amico lungo la rampa di acceso tra l’ingresso e il piano terra della villetta di via Giovenale. Che Tamburrino potesse affrontare tranquillamente il processo l’aveva sostenuto lo scorso 19 luglio il dottor Ottavio De Marco, lo psichiatra consulente di fiducia nominato dal Gup Scalera.

In una prima ed articolata relazione medico-scientifica di 22 pagine, presentata al Gup lo scorso febbraio, Tamburrino era stato considerato vittima di disturbi della personalità e da un’accentuata forma paranoica e narcisistica che avrebbe necessitato – come poi si è verificato presso il centro clinico del carcere romano di Rebibbia – di un ricovero in una struttura specializzata per affrontare una necessaria terapia di recupero. Le nuove conclusioni medico legali cui era giunto a luglio il dottor De Marco hanno motivato il sostituto Procuratore Chiara D’Orefice a chiedere ed ottenere la revoca della sospensione del processo e, nello specifico, del rito abbreviato che si sta celebrando davanti il Gup Scalera.

Il dibattimento riprenderà ora il 18 ottobre con l’arringa dei legali difensori di Tamburrino, gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Dalila Fleming. Successivamente arriverà la sentenza per uno dei fatti di cronaca più inverosimili verificatisi negli ultimi anni sul territorio del sud-pontino.

Saverio Forte