Ventotene / Acqua torbida e non potabile, il sindaco Santomauro denuncia Acqualatina

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VENTOTENE – Nel cuore, nei giorni clou di una stagione turistica, già di per se molto complicata, Ventotene ha rischiato di non avere a disposizione per i suoi cittadini e per gli ospiti l’alimento più prezioso: il pane. L’unico panificatore dell’isola è stato sul punto l’altra notte di incrociare le braccia per la persistente torbidità dell’acqua che arriva da mesi nelle case e nelle attività turistico-ricettive dopo l’entrata in funzione dell’impianto di dissalatore. Lo rivela il sindaco della seconda isola pontina, Gerardo Santomauro, che ha formalizzato un esposto-querela presso la stazione dei Carabinieri. Dopo aver convinto il panettiere a rendere “a sua spese” l’acqua più potabile possibile, il sindaco notaio di Ventotene ha chiesto alla Procura della repubblica di Cassino di indagare con due ipotesi di reato davvero inquietanti: attentato alla salute pubblica e lesioni.

Gerardo Santomauro
Gerardo Santomauro

Se molti isolani e turisti sono alle prese in questi giorni post-ferragostani con forme di allergie e di irritazione alla pelle, il sindaco di Ventotene ha sollecito l’intervento dell’autorità giudiziaria di verificare l’operato di Acqualatina, accusata di aver immesso l’acqua dissalata in tubature obsolete con il risultato che il colore del prezioso liquido, caratterizzato da un’altissima percentuale di ferro e di cloro, è simile al marrone e forse oltre. L’ente gestore – secondo il sindaco di Ventotene – avrebbe tempo sino al… 2030 per cambiare la superata rete idrica dell’isola, di sostituire quelle tubature che, dopo l’entrata in vigore dell’ìmpianto di dissalazione, porta nelle case e nelle attività economiche e produttive un carico ferroso sul quale “l’Asl, su sollecitazione della Procura, deve pronunciarsi e farlo al più presto. C’è un sistema economico che rischia di saltare e Acqualatina – aggiunge Santomauro nell’intervista audio – non può continuare a tranquillarci dicendo che l’acqua immessa in rete è potabile. E’ platealmente falso”.

Santomauro non dichiara la propria avversità agli impianti di dissalazione: “Ripeto, li abbiamo voluti anche se abbiano contestato talune procedure seguite da Acqualatina. Per esempio non ci hanno mai convinto la zona di captazione e l’area in cui viene smaltita la salamoia ma l’ente gestore non può dirci che sostituirà, nell’ambito del proprio piano di investimenti, le condotte idriche sull’isola tra 12 anni. E’ assurdo, così Ventotene muore….”

INTERVISTA a Gerardo Santomauro, sindaco di Ventotene (audio)

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Intanto, dopo un Ferragosto di passione a causa di un imprevisto e non annunciato black-out idrico (quando piove sul bagnato, sotto ogni profilo), la torbidità è stata al centro di un’affollata assemblea pubblica che il comitato della Class Action contro Acqualatina ha organizzato l’altra mattina presso la sala Polivalente del Comune di Ventotene alla presenza, tra gli altri, del sindaco Santomauro. Il comitato era rappresentato dagli avvocati Patrizia Menanno e Massimo Clemente che hanno illustrato come aderire alle azioni collettive a favore di privati e aziende per offrire loro quelle che vengono definite “opportunità di rivalsa, sia morale che economica, nei confronti del gestore idrico a causa del disservizio reso”. E l’incontro ha affrontato un’altra spinosissima questione economico e finanziaria: l’avvio del contenzioso – anticipato dall’Otuc, l’organismo di tutela degli utenti e dei consumatori dell’Ato 4 – promosso da Acqualatina contro il comune di Ventotene, destinatario di una richiesta di risarcimento danni di quasi 200mila euro per la tardiva installazione dell’impianto di dissalazione nella zona del porto nuovo.

“Sembra incredibile. Acqualatina chiede i danni al Comune di Ventotene per il ritardo nella installazione del dissalatore! – hanno dichiarato nei loro interventi gli avvocati Menanno e Clemente – Quali danni avrebbe subito il gestore dalla legittima attività dell’ente che si è opposto al dissalatore sempre legalmente e nell’ambito delle attività amministrative che gli sono consentite? L’arroganza e la protervia del gestore sono i suoi tratti distintivi, senza un minimo di ‘mea culpa’, senza un minimo di considerazione per i danni che ha invece causato – e continua a causare- all’intera popolazione residente e ai turisti che da novembre, dall’atto quindi della messa in funzione del maledetto dissalatore, non hanno più avuto acqua potabile nè acqua per usi umani. Si preannuncia una battaglia legale che poteva essere senz’altro evitata se la gestione della società fosse stata rispondente alla diligenza media del buon padre di famiglia!  Quanto costano agli utenti le cause temerarie che Acqualatina intenta? – si interrogano gli avvocati Menanno e Clemente – Gli organi di vigilanza su cosa vigilano? Qualcuno del collegio dei revisori, oltre a ratificare sic et simpliciter l’operato  della società, ha intenzione di andare un po’ più a fondo? Qualcuno dei soci pubblici ha intenzione di chiedere al tribunale una ispezione amministrativa della società che ormai auspichiamo da oltre un anno? La segreteria tecnica operativa, che dice di essere dalla parte degli utenti ed ha il compito di vigilare sulla gestione e effettuare i controlli standard del servizio, che provvedimenti ha adottato o intende adottare?  Non sarebbe stato necessario oltre che utile operare un cambio di guardia nel management fallimentare della società?

Saverio Forte