FORMIA – Che non si dica e non si pensi che Formia non conti più nulla nelle sorti di taluni esponenti della politica nazionale. E’ stata scritta in uno degli studi professionali più importanti della città, quello del commercialista Raffaele Ranucci, nella centralissima via Marziale la relazione tecnica che sta mettendo nei guai il neo Ministro degli Affari esteri, l’economista Paolo Savona. In predicato di diventare il neo responsabile del Ministero dell’economia del governo Lega-Movimento Cinque Stelle, il professor Savona, da anni noto per la sua ortodossia contro la moneta unica europea, stava per diventare una causa ostativa al proseguimento dell’attuale legislatura quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella bloccò la sua nomina a capo del potente Mef dopo i presunti veti arrivati dalle principali cancellerie di mezza Europea.
In quei giorni di fine maggio il commercialista Raffaele Ranucci – politicamente impegnato prima della Democrazia Cristiana, poi nel Ppi e ora in Forza Italia (sua moglie Rossella Rotondo , fratello dell’ex sindaco di Castelnuovo Parano, Renato, è stata candidata per gli azzurri alle ultime amministrative di Formia e da pochi giorni ha abbinato la sua prestigiosa carica di responsabile regionale delle Marche dell’Agenzia delle Entrate quella di componente del Consiglio di amministrazione di Acqualatina) – stava completando una perizia che ha permesso alla Procura della Repubblica di Campobasso di indagare il ministro Savona, insieme ad altre 22 persone, per presunta usura bancaria. Le conclusioni cui è giunto nel suo incarico professionale il commercialista formiano Ranucci avrebbero convinto il sostituto procuratore Rossana Venditti e lo stesso capo della Procura del capuologo molisano Nicola D’Angelo di chiudere le indagini e di iscrivere come “atto dovuto” nel registro degli indagati il nome del professor Savona, finito nei guai per il suo ruolo di membro del consiglio di amministrazione del colosso bancario Unicredit.
Il Ministro degli Affari esteri ed altri ventidue dirigenti ed ex dirigenti dell’istituto di credito romani sono tutti accusati di aver applicato, per undici anni (dal 2002 al 2013), tassi di interesse usurari nei confronti della Engineering Srl, una società in liquidazione costruttrice di parchi eolici in Molise, Puglia e Campania. L’indagine era nata da un esposto di 21 pagine scritto per conto della Engineering dall’avvocato Luigi Iosa dell’associazione “Sos utenti”, e consegnato alla procura di Campobasso nel giugno di un anno fa. All’esposto era allegata proprio l’iniziale e decisiva perizia del revisore contabile Raffaele Ranucci fatta sui quattro conti correnti della società, aperti presso Rolo Banca 1473, poi confluita in Unicredit. La perizia sostiene che tra il 2002 e il 2013 la banca avrebbe applicato alla Engineering tassi superiori alla soglia di usura per trentanove trimestri (su undici anni totali) per quattro conti correnti. Nominalmente erano sotto la soglia di usura, ma sommando tutti i costi sostenuti dall’azienda per i crediti aperti (la Commissione di massimo scoperto, ad esempio), il tasso sforava.
Ranucci avrebbe dimostrato che nel terzo trimestre 2006 il tasso effettivo applicato sul conto numero 1541859 arrivò al 23,21 per cento, quando il tasso soglia era al 14,3 per cento; nel terzo trimestre del 2012, per il conto numero 1368150, addirittura salì al 34,30 per cento, con la soglia di usura al 16,4. “I calcoli sono stati effettuati attenendosi alle istruzioni della Banca D’Italia – ha scritto Ranucci, quantificando in un milione di euro l’indebito arricchimento ai danni della Engineering. Il tasso dell’usura è fissato da una legge del 1996, i criteri per calcolarlo sono stabiliti dalla Banca d’Italia: impongono che si debbano considerare tutti i costi sostenuti dall’utente, al netto delle imposte. Molte denunce in questi anni sono arrivate alle procure di tutta Italia sul tema, ma con scarsi risultati. Tra gli assolti eccellenti c’è anche Gianpiero Fiorani, ex dominus della Banca Popolare di Lodi. Naturalmente L’indagine – ha tenuto subito a precisare la procura di Campobasso – è un atto dovuto perché i vertici delle banche hanno una responsabilità oggettiva per il compito di vigilanza e il ministro degli Affari Europei ha spiegato che il suo incarico era “non competente in materia di tassi di interesse”.
Un procedimento a carico del professor Savona per un caso analogo era stato archiviato dal Gip del Tribunale di Cagliari in seguito a una denuncia della Edil ti. Invece a Vallo della Lucania (Salerno) nel 2013 il pm Alfredo Greco ottenne il rinvio a giudizio di Mussari e Vigna per i presunti tassi usurai applicati dalla filiale di Agropolidi Mpsa ad un commerciante di mobili. Il processo si è concluso a fine 2017 con l’assoluzione dei due ex supermanager. C’è stata però una sentenza di condanna in primo grado, non definitiva, dei vertici di una piccola banca di credito cooperativo delle Marche. Per il governo Lega-M5S l’avviso di garanzia al professor Savona è un problema politico: Di Maio e i suoi avevano fatto circolare un banner in cui sostenevano che l’esecutivo guidato dal professor Conte fosse privo di indagati. Intervistato dal quotidiano nazionale vicino al movimento grillino, il vice premier e ministro dello sviluppo economico è sfuggito di dire che sapeva dell’indagine nei confronti di Savona. Per colpa del revisore contabile di Formia Raffaele Ranucci…
Saverio Forte
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.