Formia / Class Action contro Acqualatina: il comitato replica all’ente gestore (video)

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FORMIA – Non è piaciuto il tenore della diffida che il Comitato della Class Action contro Acqualatina ha ricevuto dal presidente e dall’amministratore delegato dell’ente gestore, Michele Lauriola e Raimondo Besson, dopo un precedente invito rivolto esclusivamente al collegio dei revisori dei conti finalizzato ad adottare tutte le cautele, di natura contabile, connesse all’azione di classe pendente davanti la decima sezione civile del Tribunale di Roma. I legali attendevano una risposta da parte del collegio sindacale di Acqualatina e invece a rispondergli sono stati, a sorpresa, i vertici, di parte pubblica e privata, dell’ente gestore.

Il comitato della Class Action – di cui fanno parte gli avvocati Massimo Clemente, Vincenzo Fontanarosa, Christian Lombardi, Patrizia Menanno, Orazio Picano, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli – precisa di non aver inoltrato alcuna azione legale ma semplicemente il suggerimento ai sindaci dell’Ato 4 a vigilare e verificare nell’ambito dei compiti cui sono chiamati dalla legge affinche gli organi societari adottino tutte le opportune azioni tese al rispetto di una parte dell’ordinanza del Tribunale di Roma che, definendo illegittime le “partite pregresse” sui canoni della depurazione idrica, fognaria e della depurazione dal 2015 in poi, ha lanciato un indiretto invito all’ente gestore a provvedere al rimborso. Lo ha tenuto a precisare nell’intervista video allegata l’avvocato Massimo Clemente che conferma come il Tribunale di Roma abbia – a suo dire – formulato chiaramente un giudizio sulla illegittimità delle “partite pregresse” pur rinviando il giudizio di merito nell’udienza in programma nel giugno 2019: “Il nostro intento aveva ed ha un solo ed esclusivo obiettivo, quello di produrre idonea documentazione attestante l’esistenza in fattura delle voci contestate e l’avvenuto pagamento delle stesse, e quindi di quantificare gli importi che Acqualatina dovrà rimborsare. Non vi sono neppure informazioni false, né l’istigazione ad agire rivolto a tutti gli altri utenti esclusi dall’azione, contro il gestore (che tra l’altro non si comprende quale ipotesi di reato configurerebbe!) attraverso il nostro comitato. Abbiamo solo agito nel pieno rispetto delle regole e della dialettica processuale – ha aggiunto l’avvocato Clemente – non vi sono profili deontologici violati – come affermano l’amministratore delegato Besson e il presidente Lauriola – per la qual cosa ci riserviamo ogni e più opportuna azione a tutela dei diffidati tutti.”

I legali non vogliono indietreggiare di fronte a quelle che considerano “forme di intimidazioni” e auspicano che a fianco degli utenti, nella delicata fase di formalizzazione dei rimborsi, ci siano i sindaci, soprattutto quelli di Formia e del sud-pontino dove la carenza idrica si è rivelata un danno dopo la beffa delle bollette “lievitate”. “Siamo consapevoli di essere dalla parte del giusto e intendiamo continuare a tutelare i diritti di tutti gli utenti dell’Ato 4 perché un bene come l’acqua non può e non deve essere assolutamente oggetto di speculazione da parte di chicchessia – aggiunge nell’intervista video l’avvocato Patrizia Menanno – Il gestore si occupi di adempiere a quanto obbligato contrattualmente ed eviti azioni che svelano il timore fondato di dover restituire quanto indebitamente percepito, senza aver fornito, di contro, un corrispondente servizio di qualità agli utenti!”. L’avvocato Menanno illustra in anteprima quella che sarà – a secondo la versione del comitato della Class Action contro Acqualatina – la procedura per ottenere il rimborso alla luce di quanto ordinato dal Tribunale di Latina. Ciascun utente, dopo un piano di comunicazione che stanno contribuendo a finanziare gli stessi legali, dovrà elaborare una propria proposta di ristoro utilizzando la documentazione cartacea che sta approntando il comitato e allegandovi le fatture dove compaiono le partite pregresse. Sono quelle che – l’ha ordinato il Tribunale di Latina – non dovevano essere menzionate dal 2015 in poi.
Saverio Forte

Intervista agli avvocati Massimo Clemente e Patrizia Menanno, legali comitato Class Action Acqualatina