Acqualatina, class action dichiarata parzialmente ammissibile da Tribunale di Roma

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FORMIA – Acqualatina esulta perché cinque delle sei domande proposte da 161 utenti nell’ambito della “Class Action” in merito ai disservizi e ai danni derivanti dall’emergenza siccità sono state respinte dai giudici della decima sezione civile del Tribunale di Roma. I legali promotori dell’iniziativa, invece, considerano invece mezzo pieno il bicchiere ottenuto contro l’ente gestore: il collegio giudicante – presidente Maria Luisa Rossi, relatore Vincenzo Picaro e giudice Raffaele Miele – ha dichiarato ammissibile l’istanza economica più significativa, la rivisitazione delle bollette idriche e delle partite pregresse per acqua, fognatura e depurazione per il recupero di costi sostenuti dal gestore nel periodo 2006-2011, approvati e quantificati dall’assemblea dell’Ato 4 attraverso le deliberazioni della Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia. I giudici hanno sottolineato l’illegittimità delle tariffe idriche in violazione del principio della irretroattività dell’atto amministrativo e, indirettamente, hanno condannato il gestore alla restituzione delle somme indebitamente percepite nel rapporto con il singolo utente/consumatore.

Gli avvocati promotori della “Classe Action” – Patrizia Menanno, Massimo Clemente, Vincenzo Fontanarosa, Christian Lombardi, Orazio Picano, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli – sostengono che dopo questo storico pronunciamento del Tribunale di Roma teoricamente 285mila utenti residenti sul territorio delle province di Latina, Frosinone e Roma servito dall’ente gestore potrebbero chiedere un ristoro, le cui istanze andranno presentate individualmente ed in una fase successiva allo stesso Tribunale di Roma.

Se la media annua fosse di 60 euro per ogni utente, il quantum per l’ultimo triennio ammonterebbe a ben 54 milioni di euro. A dar vita al previsto “guerra di comunicati” è stata Acqualatina che , precisando come la partita non sia affatto chiusa in quanto l’udienza di merito sulle partite pregresse si svolgerà nel giugno 2019, la controversia tutt’altro dovrà essere affrontata a livello nazionale. La competenza in materia spetta all’”Arera”, l’Autorità Energia Elettrica e Gas, e non ai gestori, che sono esecutori di una delibera.

Nello specifico e relativamente ai danni dell’emergenza siccità del 2017 il Tribunale di Roma ha rilevato l’inammissibilità delle domande presentate per difetto di omogeneità dei diritti individuali tutelabili. Il motivo? Secondo i giudici, gli utenti promotori della “Class Action” non hanno specificato i fatti costitutivi unici o plurimi omettendo di evidenziando le caratteristiche omogenee posti a base delle pretese risarcitorie”. Insomma i cittadini non avrebbero in alcun modo circostanziato gli eventi di danno, ma nemmeno i periodi di durata delle interruzioni, o i comuni interessati. In riferimento alle domande sull’illegittimità dell’addebito in bolletta delle quote fisse per i servizi idrico, fognario e di depurazione per il periodo della mancata o parziale erogazione, il Tribunale di Roma ne ha rilevato inoltre la manifesta infondatezza, non avendo la parte attrice in alcun modo contestato i servizi di fognatura e depurazione e avendo, al contrario, preteso “l’applicazione di un’inesistente tariffa idrica di creazione giurisprudenziale che parametri il costo del trasporto dell’acqua solo al quantitativo imprecisato di acqua effettivamente pervenuta all’utente (peraltro al rubinetto e non al contatore, che invece segna il limite della responsabilità del gestore, al quale non sono addebitabili eventuali carenze delle tubazioni idriche private che vanno dal contatore al rubinetto)”.

La decima sezione del Tribunale civile di Latina ha anche disposto alcune forme di pubblicità necessaria a raggiungere la totalità degli utenti di Acqualatina, i quali tutti potranno aderire gratuitamente alla “Class Action” entro il termine perentorio del 28 febbraio 2019, con una semplice domanda e allegando le fatture per il periodo 2016 sino ad oggi e le relative attestazioni di pagamento. “Una riflessione sul punto pare doverosa – commentano gli avvocati Patrizia Menanno, Massimo Clemente, Vincenzo Fontanarosa, Christian Lombardi, Orazio Picano, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli – e cioè che l’istituto della Class Action così come oggi è strutturato, appare inidoneo ad una tutela piena ed efficace delle singole posizioni per quanto omogene e siano, attesa la circostanza che, come nel nostro caso, la eccessiva diversità dei danni subiti da ciascuno non permette in questa sede di ottenere un ristoro satisfattivo per ciascuno. Tuttavia, è altrettanto vero che le promuovende azioni individuali permetteranno ad ogni utente danneggiato da Acqualatina di avere il massimo risarcimento sia dei danni patrimoniali che di quelli esistenziali subiti.” I legali promotori della “Class Action hanno espresso , quindi, “enorme soddisfazione” per il risultato ottenuto che vedrà – a loro dire – Acqualatina costretta alla restituzione di ingenti somme e soprattutto perché l’ente gestore non potrà più applicare in fattura i costi per “partite pregresse”.

Un mese fa – sottolinea l’avvocato Patrizia Menanno, nel frattempo impegnata a promuovere la “Class Action” anche tra gli utenti di Ventotene alle prese con la polemica installazione nella zona del porto degli impianti di dissalazione – Utilitalia (la federazione che riunisce tutti i gestori idrici, elettrici e del gas d’Italia) aveva tentato di intervenire – invano – nel presente giudizio esclusivamente per opporsi a questa istanza “a dimostrazione dell’enorme importanza economica che riveste questo aspetto dell’azione a livello nazionale. Come avvocati promuoveremo, senza indugio, tutte le prescrizioni dell’ordinanza del Tribunale di Roma per raggiungere il più alto numero di utenti perché vedano riconosciuto il loro diritto al rimborso di somme che non avrebbero dovuto sborsare. Al contempo, verranno, intraprese le singole azioni risarcitorie per il ristoro dei danni subiti a seguito della carenza d’acqua non più oggetto dell’odierno giudizio”.

Insomma quella del Tribunale viene considerata una “decisione di estrema importanza, non tanto per essere emanata da un tribunale competente per ben 4 Regioni, che per essere la prima azione di classe contro Acqualatina che, proposta direttamente dagli utenti, darà a tutti in breve tempo la possibilità di vedere affermato un principio non solo giuridico ma etico, di tutela di un diritto e di un bene primario.

Ad esternare soddisfazione, dopo questa sentenza del Tribunale di Roma è anche l’amministratore Delegato di Acqualatina, Raimondo Luigi Besson: “Siamo consapevoli che l’emergenza siccità dello scorso anno sia stato un evento del tutto eccezionale, una calamità naturale, peraltro condivisa da tutto il Paese, come confermato dalla dichiarazione dello stato di emergenza di varie regioni, tra cui il Lazio, e dai dati del Cnr e dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici nel Distretto dell’Appennino Centrale. Di fronte a tale stato dei fatti, siamo convinti che l’approccio migliore rimanga quello da noi condiviso e adottato congiuntamente con le Istituzioni locali come Comuni, Prefettura, Province e Regioni: l’approccio della responsabilità e della realizzazione delle soluzioni. Soluzioni che abbiamo attuato su più fronti, sia su quello emergenziale, volto a limitare nell’immediato i disagi alle utenze, che comunque è stato impossibile estinguere del tutto, sia soprattutto sul fronte strutturale. Su quest’ultimo siamo al lavoro da mesi su tutto il territorio.

Nel Sud Pontino con il collegamento della rete di Minturno con la rete di Cellole, che permetterà di disporre di una portata aggiuntiva stimata in circa 160 litri al secondo, e con l’attivazione del campo pozzi “25 ponti” di Formia, che già sta fornendo 35 litri al secondo aggiuntivi e ulteriori 35 ne garantirà entro l’estate. Nell’area dei Monti Lepini con l’attivazione dei pozzi Vòlaga avvenuta nel 2017, che forniscono circa 45 litri al secondo in più, con l’attivazione di un nuovo campo pozzi nel Comune di Roccagorga, l’interconnessione delle centrali esistenti con i nuovi pozzi e le reti idriche comunali, il potenziamento della captazione della centrale Sardellane e il risanamento della condotta che da Sardellane arriva sino a Terracina, grazie all’innovativa tecnologia Hoselining. Attività, queste, che si affiancano al progetto centrale del Piano degli Investimenti che portiamo avanti da anni, ovvero il risanamento delle reti: progetto imprescindibile per ogni gestore idrico, poiché consente il recupero di risorse già prelevate, senza che si vada a intervenire su ulteriori sorgenti e, quindi, con un impatto ambientale pari a zero. Solo questi interventi e un approccio fattivo e collaborativo – conclude Besson – possono permettere, al nostro territorio, di fronteggiare eventuali future emergenze”.

Saverio Forte