Spigno Saturnia / Sfiducia, botta e risposta tra ex sindaco Vento e consiglieri dimissionari

Politica Spigno Saturnia

SPIGNO SATURNIA – “Regista occulto di che? Io la mia firma sulle mie dimissioni l’ho apposta in maniera trasparente, quindi non devo rinnegare niente”. A parlare, dopo alcuni giorni dalle sue dimissioni, è l’ex vice-sindaco centrista ed assessore ai Lavori pubblici e patrimonio del comune di Spigno Saturnia Rodolfo Somma. Le sue dimissioni irrevocabili, insieme a quelle di cinque consiglieri di minoranza – Raffaele e Marco Vento, Massimo Costanzo, Giulio Simeone e Matteo Mastantuono – hanno provocato l’irrevocabile decadenza del consiglio comunale, il cui rinnovo naturale era previsto per la primavera del 2019. E Somma dice di non avere “bisogno di spiegare lo spirito che anima la mia attività politica essendo noto a tutti il mio attaccamento al paese ed al suo miglioramento. Nessun interesse di parte o personale muove e anima le mie iniziative ma, soltanto, la voglia ed il piacere di fare qualcosa di buono per la mia Comunità. La politica mi è sempre costata e mi costa ancora, sia per il tempo che sottraggo alle mie cose ed alla mia famiglia e sia anche in termini economici”.

Somma ci tiene tanto a ribadire un aspetto, di essere stato l’unico amministratore di Spigno che ha rinunciato alle indennità e rimborsi di carica vincolandole in favore dei lavori per la realizzazione dello spazio verde attrezzato in Spigno Alto. Somma ribadisce che “a nulla sono valse le mie personali iniziative quali la proposizione in sede ministeriale, il conseguimento dell’approvazione ed il successivo finanziamento a carico della Regione del progetto di sistemazione del Rio Argentara che attraversa il centro urbano di Spigno Nuovo per il costo di un milione e mezzo di euro; la realizzazione di Piazza Santa Croce in Spigno Superiore, è frutto di altra mia iniziativa presso la Regione; la rinuncia alle indennità per finanziare la piazzetta di verde attrezzato e parco gioco bambini”.

Da qui il primo affondo a Salvatore Vento che, cresciuto nell’area centrista dell’ex Udc, è confluito nel Pd arrivando a candidarsi alle ultime regionali del 4 marzo in una lista civica che sosteneva il rieletto presidente Nicola Zingaretti. “L’atteggiamento del Sindaco non è cambiato anzi, è peggiorato! Quasi tutte le decisioni della Giunta venivano sostanzialmente prese in altra sede senza alcuna condivisione o partecipazione specie da parte mia che, probabilmente, ero considerato il rompiscatole della giunta. Mancanza di chiarezza ed assenza totale di trasparenza che non potevano più essere sostenute da chi, invece, come me ha fatto della lealtà e del bene collettivo la bandiera e l’obiettivo di tutte le decisioni politiche ed amministrative. Veramente intollerabile è risultata, infine, la prepotente decisione dell’assessore della Comunità Montana che, pur essendo consigliere del Comune di Spigno, distraeva il finanziamento del progetto di completa sistemazione di via Ortale per finanziare, invece, altri lavori stradali, tra l’altro, parziali e frammentari. Tutto ciò senza nemmeno consultarmi e/o informarmi pur essendo l’assessore ai lavori pubblici e patrimonio del Comune di Spigno”.

L’ex vice-sindaco Somma avrebbe più voltato alzato la voce e inviato richieste di chiarimento “che, di contro, hanno visto il silenzio e l’indifferenza anche del nostro Sindaco che, almeno fino alle dimissioni, non mi ha degnato di risposta alcuna. Né io né la nostra comunità meritiamo, pertanto, tale insolenza per cui, seppur a fatica, ma sempre nel convincimento di fare cosa utile al paese, ho deciso che fosse giunta l’ora di voltare pagina e di lavorare affinché il Comune possa, nel prossimo futuro, ospitare amministratori pronti, come me, a perseguire il bene collettivo al di fuori delle logiche di appartenenza ed elettorali.”

Dopo aver letto le motivazioni delle dimissioni dell’ex vicesindaco ed ex assessore ai lavori del comune di Spigno Saturnia, lo sfiduciato sindaco Salvatore Vento ha mandato in avanscoperta i “perplessi” componenti del gruppo di maggioranza di “Prima Spigno”, gli ex (ormai) consiglieri comunali Giovanni Tito Carlo Vento, Salvatore Cocomello, Karim Tucciarone e Salvatore Palazzo. E avanzano subito un interrogativo: “Il sodalizio richiamato da Somma e la sua funzione di garante riguardo gli accordi di programma dov’era tre anni fa? Anche in quell’occasione l’ex vice-sindaco rivendicò la propria funzione centrale riguardo l’azione amministrativa. Anche quella volta il sindaco agì in piena solitudine? Forse Somma dimentica che nel 2015, in seguito allo strappo dei consiglieri di Forza Italia causato dalle azioni destabilizzanti di quest’ultimi nei suoi confronti, fummo noi quattro consiglieri di maggioranza a ristabilire l’equilibrio politico con la stipula di un accordo programmatico, da Somma sottoscritto, grazie al quale ha potuto ritrovare dignità politica e umana, riemergere e ricoprire un ruolo di prim’ordine durante gli ultimi tre anni. Quando il vice-sindaco lamenta di non essere stato preso in considerazione dall’agire del primo cittadino, chiarisca anche in quale occasione questo dissenso si è appalesato. Quando si è trovato in disaccordo con l’operato di Salvatore Vento o con gli indirizzi della maggioranza? Noi pensiamo che la motivazione del suo allontanamento sia da ricercare nel lento logoramento scaturito da mal riusciti tentativi di rovesciare e minare l’autorevolezza del primo cittadino e l’armonia dell’azione amministrativa con atteggiamenti individualistici. L’esercizio della democrazia è fatto dal dialogo e non da prove di forza o di peso politico. Le maggioranze consiliari non si formano con sole tre persone, benché sodali da cantina. Bisognerebbe spiegarlo a quegli amministratori che pensano di avere vinto. E’ emblematico il virgolettato “Onore al vinto”, ma dove hanno visto la vittoria? La ricerca della “causa del suo male” sarà sicuramente fatta, tutti i cittadini hanno undici mesi di commissariamento per farlo. La comunità che viene evocata e del cui bene i dimissionari si fanno paladini, saprà apprezzarne la soluzione adottata toccando con mano le conseguenze di una scelta scellerata. In conclusione, e solo perché è stato citato dalla nota, un pensiero al PD spignese. Non è stata mai abitudine di questa maggioranza entrare nelle dinamiche dei partiti esterni alla compagine civica – concludono gli ex consiglieri Vento, Cocomello, Tucciarone e Palazzo – ma chi ha redatto la nota si è fatto sfuggire il timore di vanificare il proprio progetto dalla componente del partito democratico. La parola capezzale, è un’espressione tipicamente usata per indicare un luogo di malattia o peggio, ma il PD chi lo ha relegato in un angolo di inferiorità politica? Non certamente noi, che riconosciamo dignità politica a chiunque si adoperi per il territorio. Altri, invece, lo asseriscono”.

Saverio Forte