Formia / Siti archeologici abbandonati, la denuncia

Attualità Formia

FORMIA – Lo stato d’incuria e di abbandono in cui si trovano alcuni siti archeologici di Formia e la gestione, pessima, del verde pubblico cittadino piombano dritti dritti nella campagna elettorale ma sul banco degli imputati è finita l’azione amministrativa del commissario straordinario del comune, l’avvocato Maurizio Valiante. L’alto funzionario del Ministero degli Interni è il destinatario di une lettera che l’ex assessore al bilancio del comune di Formia, ora candidato al consiglio comunale per la lista “Formia Viva 2018”, Gaetano Quercia, ha inviato, per conoscenza, anche al Prefetto di Latina Maria Rosa Trio. Formia in questi giorni è un pullalare di turisti ma Quercia non poteva non rimarcare l’abbandono in cui versano alcuni dei siti archeologici più famosi e visitati.

In testa a questa negativa classifica Quercia inserisce la monumentale fontana romana di San Remigio, in via Giuseppe Paone, in località Rialto; le sterpaglie, oltre a punteggiare e fare da corona alla fontana, quasi coprono in altezza ormai anche la tabella illustrativa del monumento. Quercia definisce inevasa una precedente lettera con cui aveva segnalato “l’indispensabile ed urgentissima necessità di mettere in sicurezza i resti archeologici dell’acquedotto romano ubicato nel quartiere di Mola”. Quercia aggiunge che a causa delle copiose piogge invernali “i ruderi, oltre a essere miseramente circondati da sterpaglie, non sono più affatto sorretti a terra dai sostegni posti ad ancoraggio delle arcate”. Da qui viene avanzata al commissario straordinario del comune di Formia la necessità per una “diversa attenzione e cura del verde pubblico cittadino, partendo dai parchi e dai giardini pubblici e finendo ai tanti quartieri e frazioni dove le sterpaglie sono ormai ad altezza d’uomo tanto da costituire serissimi problemi igienici a causa di un concreto pericolo d’invasione di zanzare, topi e serpi”.

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