Gaeta in lutto: scomparso il Senatore Erasmo Magliozzi

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GAETA – “Un politico se vuole servire compiutamente il suo territorio, la sua comunità, non deve, non può avere un difetto: l’orologio. Se poi ha dalla sua parte la necessaria formazione culturale saprà affrontare al meglio e dare risposte alle problematiche di tutti i giorni dei cittadini, gli unici giudici insindacabili”. Il mondo politico provinciale e del sud-pontino e, di Gaeta in particolare, è in lutto per la scomparsa del Senatore Erasmo Magliozzi, scomparso oggi presso l’ospedale “Dono Svizzero” di Formia per le conseguenze di un male incurabile che, unitamente agli acciacchi dell’età, l’aveva compito poco più di un anno. Il Senatore Magliozzi se n’è andato in punta di piedi, all’età di 92 anni, con la stessa discrezione che aveva caratterizzato la sua vita: di marito e padre adorato (lascia la moglie Bianca Rubino e i figli Gabriella, Federica, Paola e Salvatore), di impeccabile e apprezzato avvocato penalista e di coerente politico.

La politica – che Erasmo interpretava per gratuito servizio per la polis – in effetti gli è da sempre molto creditrice. Il Senatore Magliozzi lo sapeva e, quando il cronista gli poneva questa considerazione, gli rispondeva a modo suo: un sorriso intriso di malinconia e di tanta coerenza, la stella polare della sua vita. Il momento più alto della sua parabola politica l’ha conosciuto nella notte tra il 27 ed il 28 marzo 1994. Un’altra era glaciale fa…le elezioni politiche che videro l’affermazione, a sorpresa, del candidato presidente del centro destra, l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi. In Parlamento si andava con il “Mattarellum” – il 75% dei parlamentari eletti nei collegi uninominali – ed Erasmo Magliozzi quella notte diventava Senatore della Repubblica venendo eletto nel collegio 18, quello del sud-pontino per intenderci, quale candidato della nascente Alleanza Nazionale-Movimento sociale italiano mentre l’imprenditore formiano di Forza Italia Gianfranco Conte, contro tutti i pronostici della vigilia, guadagnava uno scranno alla Camera dei Deputati.

Se Conte i palazzi romani li ha frequentati ininterrottamente sino al 2013, Erasmo Magliozzi no: la 12° legislatura durò meno di due anni a causa della sfiducia leghista a Berlusconi ed Erasmo Magliozzi non venne più ricandidato (le reali ragioni politiche sono rimaste avvolte nel mistero) e tornò “al mestiere che forse so fare meglio”, quello di avvocato penalista. Questa è un’altra fase della storia.

Classe 1925, l’avvocato Magliozzi si è formato in quella prestigiosa palestra di vita qual è stata la facoltà di giurisprudenza dell’Università “Federico II” di Napoli dove ha iniziato l’attività forense, da praticante, presso il mitico studio legale “Della Pietra” in via Duomo. Un esordio professionale che gli è servito tanto per diventare uno dei più saggi, ascoltati e rispettati “uomini di legge” della provincia di Latina, primato che contendeva al compianto Giorgio Zeppieri: prima a Formia, preso lo studio gestito insieme all’avvocato Michele Nardi, e poi nella sua Gaeta, nella caratteristica via Indipendenza (“qui sento pulsare il cuore della mia città”), formando fior di professionisti del comprensorio e, tra questi, tre della sua particolare “gens”: il nipote Pasqualino (l’avvocato Magliuzzi si chiama così per un’erronea trascrizione del suo cognome all’anagrafe del comune di Gaeta), la figlia Federica e la pronipote Claudia. L’avvocato Erasmo Magliozzi, nonostante le sue 92 primavere, era ancora un iscritto dell’ordine provinciale forense e, probabilmente, per consolidare un primato che la politica, frettolosamente, gli aveva negato: diventare l’iscritto più longevo dopo la scomparsa dell’avvocato Lucchetti.

Rigoroso per formazione giuridica, il senatore Magliozzi sul piano politico non è mai arretrato di un millimetrico rispetto alla sua originaria posizione di essere un uomo di destra e, soprattutto, di quella destra sociale, la cui collocazione partitica non poteva non essere il Movimento sociale. Non l’ha mai tradita, abiurata, neanche quando il consigliere comunale e provinciali del Msi era il destinatario delle assordanti sirene democristiane del potente consigliere regionale della sua città, Damiano Uttaro, lo solleticavano ad entrare nella pangia della “balena bianca” locale. Magliozzi – un cultore ed appassionato anche di lettere e dell’arte poetica – per questa fedele ortodossia è stato travolto da una “pioggia” di considerazioni positive dei suoi avversari, anche da parte di quelli che, per una questione culturale e ideologica, culturale e politica, stavano dall’altra parte della barricata: su tutti il “comandante Carlo”, l’ex partigiano Mariano Mandolesi, il consigliere comunale comunista più bolscevico dell’intera provincia.

La capacità del Senatore Magliozzi di rispettare l’avversario politico e di ottenere un analogo trattamento è stata sottolineata in queste ore da rappresentanti importanti di quello che è stato il Msi in provincia di Latina: Mario Berna ad Aprilia, l’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, il coordinatore del movimento “Araba Fenice” ed ex assessore e consigliere comunale di Formia Giovanni Carpinelli e, più a sud, l’ex assessore al comune di Minturno Livio Pentimalli. Hanno definito il Senatore Magliozzi “una figura esemplare del glorioso Msi” ed in un manifesto funerario hanno aggiunto uno slogan che è tutto in programma: “Noi fummo venduti all’Italia che ci ripagò con l’azzurro dei suoi cieli”. Il feretro dell’avvocato Senatore Erasmo Magliozzi sarà trasferito nella mattinata di lunedì presso il Santuario dell’Annunziata di Gaeta dove, alle 15.30, si svolgeranno i solenni funerali.

Saverio Forte