Formia / Il soprintendente Massimo Osanna presenta sabato il “modello Pompei”

Attualità Cultura Formia

FORMIA – La quinta stagione organizzata dall’associazione “Confronti” vivrà sabato uno dei suoi momenti più entusiasmanti e concreti. Il terzo incontro vedrà il prof Massimo Osanna intervenire sabato 2 dicembre alle ore 18 presso la Sala Ribaud del Comune di Formia sul tema “La Tutela del Patrimonio Archeologico Italiano : l’ esperienza di Pompei”. L’argomento coinvolge direttamente l’intero territorio del Sud Pontino, dove recentemente è stato riportato in auge il brand “Riviera d’Ulisse” con riferimento al mito ed alle presenze archeologiche, ma soprattutto Formia, “Città di Cicerone” e della figlia “Tulliola”. L’entità dei monumenti presenti nel territorio e dei ritrovamenti non può certo paragonarsi a quelli di Pompei, ma la loro unicità spinge a studiare un modello che sta consentendo al sovrintendente di far rifiorire il sito all’ombra del Vesuvio.
“Il patrimonio culturale ed archeologico – si legge in una nota dell’associazione Confronti – rappresenta per l’Italia una risorsa straordinaria, l’unico vero, irriproducibile, valore aggiunto su cui possiamo contare nel confronto con gli altri Paesi industriali. Ma si può immaginare, allo stesso tempo, quali e quanti problemi tecnici, gestionali e finanziari siano posti da un patrimonio culturale così vasto e complesso perché ne sia assicurata la conservazione e, allo stesso tempo, garantirne la sicurezza, la fruizione, la gestione e la valorizzazione, tutto ciò in un ottica attiva di salvaguardia e tutela. In questi ultimi anni avanza sempre più nella coscienza civile del Paese una crescente consapevolezza sull’ importanza che può assumere la tutela del patrimonio culturale ed archeologico in una visione organica culturale-politica ed economica. Non bisogna dimenticare che lo Stato italiano pone tra i propri principi fondamentali il dovere di promuovere lo sviluppo della cultura, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della Nazione (art.9).
Il nostro patrimonio culturale ed archeologico rappresenta un capitale tuttora sottoutilizzato. Eppure, la valorizzazione dei beni culturali potrebbe dare uno specifico contributo all’economia nazionale, in particolare a quella dei sistemi locali. Ed è innegabile che in Italia, in questi ultimi anni l’attenzione delle imprese e dei soggetti pubblici nei confronti del patrimonio culturale è cresciuta, anche e soprattutto perché, al patrimonio culturale è stato riconosciuto un ruolo educativo, in quanto simbolo della memoria storica, elemento indispensabile per garantire la continuità culturale. Per valorizzare anche sul piano economico questo patrimonio occorre mettere in campo una politica integrata che coinvolga tutti i soggetti in campo: lo Stato, le Regioni, gli Enti locali, le imprese private, le associazioni non profit. Non bisogna dimenticare che le risorse culturali di un territorio rappresentano il focus d’attenzione, e diviene fondamentale sollecitare azioni e provvedimenti che garantiscano la buona conservazione di questi beni, che accrescano l’attrattiva e garantiscano la fruibilità.
In quest’ottica diviene fondamentale sollecitare iniziative di gestione territoriale, dal miglioramento dell’industria turistica alla creazione di una più efficace rete di trasporti, dall’organizzazione di eventi culturali ad un sapiente uso delle tecnologie oggi a disposizione. Il turismo culturale è in forte crescita e rappresenta sempre più una voce importante del PIL nazionale. Il turista culturale non è solo colui che visita i musei, mostre, scavi archeologici; non frequenta solo città d’arte e centri minori, ma è anche quello che apprezza la gastronomia locale, visita fiere, scopre le sagre e le tradizioni locali”.
Massimo Osanna ( Venosa 1963 ) è archeologo, Direttore Generale della Soprintendenza Pompei dal 2016, già Soprintendente archeologo della Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia dal 2014. Dal 2016 è Professore Ordinario di Archeologia classica presso l’Università degli Studi di Napoli – Federico II e già Professore di Archeologia classica da marzo 2014, nonché direttore della Scuola di Specializzazione in beni archeologici dell’Università degli Studi della Basilicata (Matera). È stato Soprintendente per i Beni archeologici della Basilicata, Directeur d’étude en l’École Pratique des Hautes Etudes di Paris, Professore di Archeologia classica presso l’Archäologisches Institut dell‘Università di Heidelberg e visiting Professor all’École Normale Supérieure di Parigi. Ha diretto e codiretto numerosi progetti di archeologia in Italia (Torre di Satriano, Ascoli Satriano, Pantelleria, Taureana di Palmi, Gabii) e all’estero (Alesia).