Formia / Il consiglio boccia l’incompatibilità del presidente Cosind Forte, si spaccano i centristi

Formia Politica

FORMIA – Una tempesta in un bicchier d’acqua. Si è risolto in questi termini il consiglio comunale monotematico di Formia che lunedì sera ha votato contro la presunta incompatibilità del consigliere comunale di Forza Italia Salvatore Forte nella duplice veste di presidente del Consorzio di sviluppo industriale del sud pontino. A chiedere di definire questa controversia nell’ultima seduta consiliare era stato il consigliere indipendente di opposizione Mattia Aprea secondo il quale il consigliere Forte, ai sensi dell’articolo 40 dello Statuto comunale, non avrebbe potuto partecipare alla voto del bilancio consolidato in quanto somma delle manovre contabili del comune e dei due enti che controlla, la municipalizzata Formia rifiuti zero e, appunto, il Consorzio Industriale. Il primo a soccorrere il presidente Forte è stato un parere del dirigente dell’avvocatura comunale, Domenico Di Russo, per il quale secondo la giurisprudenza vigente l’incompatibilità esiste tra le due cariche solo se il presidente del Cosind svolgesse poteri gestionali o di amministrazione, poteri che, in base allo Statuto dell’ente consortile, sono delegati al consiglio di amministrazione o al direttore generale e non al presidente pro tempore. La segretaria del comune di Formia, Rita Riccio, si è appellata alla delibera numero 164 del 17 febbraio 2016 dell’Autorità nazionale anti-corruzione che definisce la distinzione tra la funzione gestionale e quella esecutive di un Consorzio Industriale. Il presidente e consigliere Forte, poi astenuto sul voto che lo riguardava, ha temuto l’esistenza di “bastian contrari” nella maggioranza Partito Democratico–Forza Italia, soprattutto da parte del capogruppo del Pd Ernesto Schiano. E così, rivolgendosi frontalmente al sindaco Sandro Bartolomeo ha chiesto un voto che, in conclusione, ha spaccato le minoranze: se i gruppi dei “Centristi per Formia”, di Sinistra Italiana e l’indipendente Aprea abbandonavano l’aula, a votare contro l’incompatibilità sono stati gli esponenti di “Idea Domani” Pasquale Cardillo Cupo e Giovanni Valerio ed il consigliere Mauro Delle Donne per la lista “Ripartiamo insieme”. Quando sono sopraggiunti i consiglieri Mattia Zannella e Dario Colella i titoli di coda erano già terminati. Il voto sul consigliere-presidente Forte ha, di fatto, ottenuto quello che voleva Forza Italia: la spaccatura politica tra le opposizioni centriste, soprattutto in prospettiva delle elezioni amministrative, con la maggioranza che numericamente (almeno per una sera) è apparsa quella di inizio mandato tra la plateale soddisfazione del sindaco Sandro Bartolomeo e della sua eterna “ombra”, il capogruppo forzista Erasmo Picano.

Nella serata in cui è ricomparsa, dopo mesi di assenza in aula consiliare, anche la consigliera azzurra Carla Ciano, il voto differenziato tra i “Centristi per Formia” e “Idea Domani” è stata una doccia gelata nei rapporti tra i due gruppi consiliari. Oggi hanno provato a gettare acqua sul fuoco i consiglieri Cardillo Cupo e Valerio: “Ci siamo in buona sostanza limitati a ripetere la medesima votazione fatta a inizio consiliatura (oltre quattro anni fa) dal nostro gruppo consiliare sulla compatibilità dell’epoca dei consiglieri Nicola Riccardelli e Salvatore Forte con le rispettive cariche ricoperte, ovvero Presidente della XVII Comunità Montana e Presidente del Cosind. Insomma, nulla di più o di diverso di quanto decise all’unanimità lo stesso Consiglio Comunale di lunedì sera qualche anno fa. Le incompatibilità sono un fatto tecnico, o esistono sempre o non esistono mai, siamo semplicemente stati coerenti con le decisioni già assunte da chi ci ha preceduto e che condividiamo. Astenersi o votare favorevolmente per l’incompatibilità sarebbe stato un atto scellerato. Siamo rimasti in aula per dovere istituzionale anche perché chi lede i diritti di un consigliere lede i diritti dell’elettorato che lo ha espresso. Non riusciamo, invece, o a comprendere la politicizzazione paventata dall’Udc nei confronti di un voto cristallizzato dal parere dell’avvocatura comunale e finanche dall’Anac”. Ad incendiare la vivace conclusione del consiglio comunale di lunedì sera ci ha pensato il capogruppo di Forza Italia, Erasmo Picano, secondo il quale “qua dentro – così si è letteralmente espresso – ci sono altre incompatibilità”. Sarebbe importante esplicitarle prima che la consiliatura, la peggiore di sempre a Formia, conosca il suo sospirato epilogo.