SUD PONTINO – Emergenza idrica nel sud pontino, nonostante l’estate non sia ancora cominciata. Da Itri fino a Minturno sono diverse le zone rimaste senza acqua anche per alcuni giorni. Per non parlare dell’abbassamento del flusso idrico.
ITRI E MINTURNO A SECCO
I primi disservizi sono stati registrati proprio a Itri, dove nelle scorse settimane i cittadini hanno subito interruzioni idriche a più riprese e senza preavviso. È stato predisposto il servizio sostitutivo mediante autobotti posizionate in varie parti della città: Via della Quercia presso il piazzale Icacp, piazzale Carabinieri d’Italia, parcheggio di Via Campoli, via San Gennaro. Altro Comune tra i più colpiti è il centro storico di Minturno, dove i residenti sono già quattro giorni con i rubinetti a secco. Anche in questo caso Acqualatina ha inviato il servizio sostitutivo a mezzo autobotte parcheggiato di fronte la Chiesa di San Pietro Apostolo. Il disservizio, secondo il gestore, deriverebbe dal basso livello di disponibilità della risorsa idrica presso le sorgenti di Capodacqua e Mazzoccolo.
INTERRUZIONI NOTTURNE A FORMIA E GAETA
Anche Formia e Gaeta sono interessate dagli stessi problemi ma in misura minore, in quanto a causa della carenza idrica che sta interessando le centrali di produzione si stanno operando manovre notturne, al fine di evitare lo svuotamento dei serbatoi e garantire la continuità di erogazione del servizio. C’è da dire che l’inverno appena passato è stato caratterizzato da scarsità di piogge e non sono state programmate adeguate operazioni per evitare che si arrivasse alle porte della stagione estiva già con tali problemi, che ricordano da vicino quelli dello scorso anno. In particolare i mesi di luglio e agosto sono stati un vero incubo per i cittadini del sud pontino che si sono trovati, in alcuni casi, anche per oltre 30 giorni senza acqua. A questo si aggiungono i quotidiani imprevisti dovuti a rottura delle tubature, guasti e ogni genere di problema dovuto alle logore condutture idriche. Oltre alle abitazioni private, a subire tale stato di cose sono anche le attività commerciali, in particolare bar e ristoranti ma anche alberghi, che si trovano in condizioni di non poter lavorare e servire i clienti. Si prevede, purtroppo, un’altra estate infernale.
CAMPI SENZA ACQUA, I SINDACI SCRIVONO A ZINGARETTI
I sindaci di Castelforte e Minturno, Giancarlo Cardillo e Gerardo Stefanelli, e il commissario prefettizio del Comune di Santi Cosma e Damiano, Domenico Talani, hanno inviato una lettera al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al direttore dell’Agenzia regionale per la Protezione civile e per conoscenza al Prefetto di Latina, all’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio e al consigliere delegato della Regione Campania, per il “grave stato di crisi patita dagli imprenditori agricoli operanti sui territori dei Comuni da noi amministrati a causa della paralisi amministrativa e gestionale del Consorzio aurunco di bonifica”. “Preso atto – proseguono – che l’ente consortile sta attraversando un prolungato periodo di stallo amministrativo/gestionale causato dalla totale mancanza di fondi e che non sono state fornite rassicurazioni sul lungo termine per il superamento di tale criticità, considerato che dalla mancata erogazione del servizio di irrigazione a uso agricolo dipendono le sorti aziendali di diverse centinaia di imprese del sud Pontino e che nel luglio 2014 – per cause accidentali – è crollato il tubo ponte-canale attraversante il fiume Garigliano. Preso, inoltre, atto che con grande sforzo organizzativo i dipendenti del Consorzio hanno messo in campo una soluzione provvisoria per la captazione diretta delle acque dal fiume Garigliano con una piattaforma galleggiante munita di pompe di adescamento, ma che a causa della mancanza di liquidità dell’ente consortile non è stato possibile attivare”. Pertanto, chiedono “a mezzo di apposita ordinanza di Protezione civile derivante dallo stato di crisi idrica nei Comuni di Castelforte, Santi Cosma e Damiano e Minturno, la disponibilità a fornire in via del tutto straordinaria e urgente, i mezzi economici al personale del Consorzio aurunco di Bonifica, affinché possono eseguire gli interventi necessari all’avvio della fornitura del servizio di irrigazione a uso agricolo”, al fine di “scongiurare il tracollo della filiera produttiva/agricola nei Comuni interessati, territori già duramente provati dal perdurare dello stato di crisi economica che colpisce il paese”.
LA NOTA DEL COMITATO CONTRO ACQUALATINA
Questo clima di euforia ovviamente non è condiviso dai cittadini che si vedono costretti a fare i conti con la drammaticità del razionamento idrico, che colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli, come gli anziani e i malati. Eppure lo avevamo denunciato – solo qualche settimana fa – del rischio a cui si andava incontro per colpa di come Acqualatina – complice la politica supina ai suoi interessi – ha gestito nell’ultimo decennio il servizio idrico. L’amministratore delegato dai mille incarichi ha parlato di “investimenti per oltre 200 milioni di euro a favore del nostro territorio, di cui oltre 13 milioni solo nel 2016”. Ebbene i cittadini di Formia vogliono sapere come sono stati spesi i soldi, se è vero che – in questi anni – la dispersione idrica invece di diminuire è aumentata. La provincia di Latina ha il non poco invidiabile record nella penisola, con una dispersione che supera abbondantemente il 60%. Le perdite hanno ovviamente acuito gli effetti della siccità, portando a dover razionare l’acqua in tutto il sud della provincia. Che brutta cosa l’abitudine ad abituarsi al peggio, cosa che ti fa accettare supinamente che si possa rimanere senza acqua, nonostante i costi delle bollette per i cittadini siano diventati astronomici. Siamo diventati un paese del terzo mondo (con tutti i rispetto per quest’ultimi).
Ancora peggio la risposta giunta da chi siede in consiglio comunale. Infatti nessun consigliere comunale – né di opposizione né di maggioranza – ha ritenuto opportuno levare la voce contro questo schifo. Tutti zitti, probabilmente ad aspettare che il problema si risolva miracolosamente. Il modello privatistico per cui è possibile fare profitti sull’acqua ha portato questi pessimi risultati, perché questo ha significato puntare più a spennare i cittadini che a offrire loro un servizio efficiente. Non è un caso che ciò avvenga, ma il tutto è semplicemente frutto dell’accordo stipulato tra i grandi gruppi finanziari e la politica dei governi che in questi anni si sono succeduti alla guida del nostro paese. E’ ora di reagire con forza, colpendoli laddove sono più deboli, e cioè nel portafoglio. Per questo motivo è necessario riprendere – con maggior vigore – la campagna di boicottaggio delle bollette. Se non ora quando?”