Gaeta / La povertà nascosta tra le pieghe del bilancio

Gaeta Politica

GAETA – La povertà non emergerebbe in tutta la sua drammatica realtà nella rappresentazione del bilancio preventivo triennale appena approvato dal comune di Gaeta. Lo sostiene Emiliano Scinicariello che riprende l’intervento pronunciato in aula dal suo consigliere di riferimento Augusto Narducci (pd). “Il bilancio – scrive – è l’atto amministrativo più importante per un comune, tant’è che, se non approvato, rappresenta titolo valido per lo scioglimento del consiglio comunale. Esso non può essere avulso dal contesto socio-economico della città. Cioè non c’è un bilancio buono per tutte le stagioni. Mi sarei aspettato nel DUP un’analisi più estesa della realtà di Gaeta. Gaeta è una città mediamente ricca (Fonte MEF, dati IRPEF 2015), seconda solo a Latina in provincia.
Ma la media non racconta di un 33,6% dei contribuenti che dichiara un reddito medio di 360 euro al mese e un altro 12,2% di 1000 euro al mese. Questo significa che un terzo della popolazione vive in gravissime condizioni di sofferenza ed un altro 12,2% (ben 1726 contribuenti) vive in difficoltà economiche. E il fenomeno non è evidente perché ai cittadini di Gaeta – per pudore o per dignità – non piace mettere in piazza le loro difficoltà. Tutto ciò significa che il benessere non è diffuso e che la forbice sociale è molto ampia.
A tutto questo l’Amministrazione di centro destra “targata Mitrano” risponde con una politica di alta tassazione locale e una pressione tributaria destinata ad aumentare ancora, come chiaramente evidenziato nel DUP. E siccome il gettito tributario ricade su un numero di contribuenti che ogni anno si assottiglia – dal 2012 al 2015 Gaeta ha perso circa 400 contribuenti –se la spesa corrente rimane costante, quelli che restano dovranno accollarsi una tassazione sempre più elevata.
A questo quadro preoccupante le risposte date dalla politica di Mitrano sono deludenti.
In una recente intervista, al giornalista che gli chiedeva quali fossero gli obiettivi per i prossimi 5 anni, Mitrano dichiarava addirittura: “welfare, welfare, welfare!”. Mitrano è un coraggioso, perché ci vuole davvero coraggio ad affermare tutto ciò. Nel 2016 per le politiche sociali e per la famiglia si prevedeva di destinare il 13,1% di tutte le spese correnti. Tale percentuale è poi scesa al 9,8% nell’assestato 2016. Nel 2017 sono previste ancora meno risorse per quel capitolo, ben 700mila euro in meno del 2016, e negli anni successivi ancora di meno. Tutto questo contrasta con il disagio diffuso che si avverte in città. Alla faccia di chi sostiene che l’amministrazione Mitrano è attenta al sociale.
Eppure per l’annualità 2016 la spesa corrente è stata stimata in 38 milioni di euro (solo nel 2016!) quando negli ultimi esercizi è stata tendenzialmente dell’ordine dei 30 milioni di euro circa. Perché? Cosa è successo proprio e soltanto nel 2016? La nota integrativa al bilancio non reca alcuna giustificazione; tanto meno i revisori hanno osato eccepire l’anomalo dato. La “miniera” che pare abbia trovato il Comune per giustificare una tale anomala spesa sono le Entrate, e in particolare quelle Extratributarie, storicamente sempre nell’ordine di 10/11 milioni all’anno. Solo nel 2016 sono state stimate in quasi 19 milioni. Ma poi, le previsioni riportate nel DUP per le annualità 2017 (11,5 milioni), 2018 (12 milioni) e 2019 (12 milioni) indicano che la magia è terminata.
Se la spesa corrente nel 2016 fosse veramente stata di 38 milioni, nel caso non si registrassero pari entrate correnti, si verificherebbe un buco milionario. E il fatto che nel 2016 non si registreranno entrate correnti per 38 milioni è probabilissimo, perché testimoniato da trend storici annuali. Dell’anomalia del dato ne dovranno rispondere la Dirigente e l’assessore-sindaco, e non solo in Consiglio Comunale.
Dunque attenzione al sociale no, manco a parlarne, ma le opere pubbliche sono una passione! Nel
Piano Triennale, con i fondi di bilancio del 2017, si prevede di finanziare una pista ciclabile a S. Agostino, quando il suo assetto è oggetto di studio dal parte dell’equipe incaricata per la redazione del nuovo PRG, peraltro col rischio di fare un’altra improbabile pista ciclabile. E ancora, è previsto un intervento privato per 5 milioni di euro nell’area dei Cappuccini. Non è bastato privatizzare la caserma Cosenz, tentato di fare altrettanto con la Gran Guardia, adesso si vuole mettere mano pure ai Cappuccini? Ma allora è un vizio!
Mitrano continua a parlare di condivisione delle scelte amministrative e di trasparenza. Ma come si può parlare di trasparenza quando è stata scarsa la pubblicità del bilancio (altro che bilancio partecipato, come vorrebbe lo Statuto!), scarsa l’attendibilità delle poste contabili, con particolare riferimento alla riscossione dei residui attivi, e scarso il tempo lasciato ai consiglieri per approfondire il documento contabile. Ma forse è proprio questo che si vuole: meno si capisce e meglio è per chi manovra. Bell’esempio di democrazia partecipativa! Alla faccia di chi vuol far credere – per sua convenienza politica (leggasi Rosato) – che Mitrano ha atteggiamenti di apertura e di condivisione e che perciò va sostenuto.
Il bilancio è lo strumento con cui si intende dare un indirizzo alla città. Al centro bisogna mettere le persone e i loro bisogni, non gli appalti e le privatizzazioni degli immobili pubblici, di cui conosciamo bene la passione smodata del Sindaco Mitrano e della sua amministrazione di centro destra. Mettere al centro l’individuo significa capirne le esigenze, cercare di alleviare i bisogni e restituire quello che si è chiesto di più. Questo bilancio è invece un insulto ai cittadini di Gaeta