Formia/ “Educare alla gioia”: dall’Unesco ospite Antonella Verdiani

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FORMIA – Ultimo appuntamento per la Kermesse, in scena da ottobre con cadenza mensile, dal titolo “Sette incontri per sette Confronti”, promosso ed organizzata dall’omonima associazione “Confronti”. Quest’ultimo appuntamento avrà luogo, sabato prossimo 18 aprile, presso la Sala Ribaud del Palazzo Municipale di Formia, alle ore 18, con l’ospite internazionale Antonella Verdiani, ricercatrice, consulente ed esperta internazionale dell’Unesco di Parigi, con tema “Educare alla Gioia”.

Ricercatrice, consulente ed esperta internazionale. Ha maturato una lunga esperienza come funzionario internazionale all’UNESCO dal 1987 al 2005, periodo durante il quale ha vissuto prima in Africa e poi in Francia, con missioni regolari in diversi paesi de mondo. In particolare, dal 1997 al 2005 è stata specialista di programma presso il settore dell’Educazione dell’UNESCO, responsabile di progetti di educazione alla cultura di pace e non-violenza. Nel 2002 ha ottenuto un Master in Scienze dell’educazione all’Università di Paris 8 (Francia), con una ricerca sulla mediazione come metodo di educazione non-violenta. Durante questi anni, si è occupata di promuovere le pratiche di risoluzione dei conflitti nell’ambito dell’educazione formale e non-formale, con un’attenzione particolare ai metodi innovativi. A questo riguardo, ha prodotto svariati articoli e pubblicazioni sull’educazione per la pace secondo un approccio transdisciplinare. Continuo oggi la sua professione come esperta internazionale per le Agenzie delle Nazioni Unite; per il CIRPP, Centro di Innovazione e di Ricerca Pedagogiga delle scuole della Camera di Commercio di Parigi e presso la Cattedra Transdisciplinare UNESCO di Sviluppo umano e Cultura di pace dell’Università di Firenze, alla cui creazione ha contribuito nel 2005. E’ membro attivo del CIRET, il Centro internazionale di ricerca e studi transdisciplinari di Parigi.
Dal 2001 s’interessa alla cultura e spiritualità dell’India, in particolare all’esperienza di Auroville (Tamil Nadu), dove ho realizzato la mia ricerca di Dottorato (Università Paris 8) con una tesi sull’educazione integrale come ‘Educazione alla Gioia’. La gioia, come la felicità, è un diritto degli individui e il compito dell’educazione, oggi dimenticato, è quello di farci riconnettere alla nostra vera natura di esseri responsabili, creativi, liberi. ‘Educare alla Gioia’, esiste anche come modulo di formazione per insegnanti, genitori e ragazzi.

Un tema , Educare alla Gioia, che tocca davvero delle corde fondamentali per i tempi che stiamo vivendo. La gioia, come la felicità – dice Antonella – è un diritto degli individui e il compito dell’educazione, oggi dimenticato, è quello di farci riconnettere alla nostra vera natura di esseri responsabili, creativi, liberi. Come la luce che illumina la strada da percorrere, la gioia può diventare una ’emozione-guida’. C’è bisogno però di lasciarle lo spazio per esprimersi, sebbene effimera, l’emozione può aiutarci ad avanzare in questo processo educativo. La crisi che il mondo sta attraversando è analizzata al quotidiano da esperti e specialisti in ogni disciplina: dai clashes economici all’inquinamento ambientale passando dalla perdita di valori etici, siamo oggi super informati, aggrediti e spesso oppressi dalla massa di dati, teorie e predizioni, di preferenza catastrofiche, che gli scienziati producono per allertare la specie umana e il suo pianeta. La ragione direbbe che è giunto il momento per gli esseri umani di rifugiarsi sotto terra, di ammassare riserve di cibo nei bunkers o magari di prepararsi ad una evacuazione di massa verso altri pianeti. Ciò che propongo qui è invece di non cedere alla visione pessimistica, di non seguire unicamente la voce della ragione scientifica (seppur necessaria), ma con un vero capovolgimento di logica, di cogliere l’opportunità che ci è offerta dalla crisi per integrare nella nostra vita un valore che sembra essere dimenticato dagli umani, quello della gioia. In questo viaggio della speranza, l’educazione può svolgere un ruolo fondamentale a condizione che si riappropri del suo ruolo nell’evoluzione della specie, quello d’iniziatrice”.

La scuola va male e le riforme ministeriali che si succedono una dopo l’altra nei nostri paesi occidentali sembrano impermeabili a qualsiasi innovazione che tenga conto della dimensione esistenziale degli individui (studenti e insegnanti), negligenza che potrebbe essere considerata come una delle molte ragioni dell’attuale disagio. Vi è poi la crescente frammentazione della conoscenza in miriadi di discipline: da 50 specializzazioni nel 1950, siamo arrivati a 8000 nel 2000 . In queste ‘torri di Babele’ che sono diventate oggi le nostre scuole ed università, gli studenti sono abituati a concentrare tutta la loro attenzione sulle discipline che studiano la realtà attraverso una lente d’ingrandimento, analizzandola da diverse angolazioni. A forza di focalizzare la mente su degli aspetti separati della realtà, gli studenti imparano ad interpretarla come un insieme di pezzi di un puzzle non ricomposto, una realtà ‘destrutturata’. L’università in particolare, si dirige verso una frammentazione del sapere, un sapere che diventa sempre più ‘esoterico ed anonimo’ . Alla divisione disciplinare corrisponde la pericolosa frammentazione dell’essere umano e la sua malattia (mal-essere): ciò avviene quando il corpo diventa separato dalle emozioni, le quali sono separate dalla mente, che a sua volta è separata dallo spirito… La conseguenza più immediata ed evidente nel campo dell’educazione risiede nella perdita della gioia d’imparare, di trasmettere la conoscenza, e più in esteso, nella gioia di vivere. La mia tesi è che l’educazione può riportare gli esseri umani a questo stato di gioia naturale, che è la vera essenza dell’essere. Educare alla gioia è possibile, gli esempi esistono e sono riproducibili”.