Riciclaggio di una betoniera: condanna per l’imprenditore Vincenzo Zangrillo

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LATINA – Mano pesante del Gup del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone nei confronti di Vincenzo Zangrillo, il 56 enne imprenditore di Formia ritenuto contiguo ad alcuni ambienti della criminalità organizzata campana per questo motivo finito nel tritacarne mediatico per alcune interrogazioni parlamentari finalizzate a chiedere lumi sulle sue attività economiche.

L’uomo, difeso dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, al termine dell’udienza preliminare celebrata con il rito abbreviato, è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione con la pesante ipotesi accusatoria di riciclaggio di una betoniera considerata provento di un misterioso furto. Per questo fatto, risalente allo scorso marzo, Zangrillo, nei confronti del quale il Sostituto Procuratore Daria Monsurrò aveva chiesto tre anni di reclusione, venne arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Latina in collaborazione con i colleghi delle stazioni di Sezze e Borgo Grappa.

In manette finì anche un suo dipendente, Massimo Fedele, di 51 anni, che difeso dall’avvocato Mattia Aprea, è stato assolto per la semplice considerazione di aver eseguito un ordine di Zangrillo. Il Pm d’udienza aveva chiesto nella sua requisitoria due anni di carcere.

Subito dopo l’arresto Zangrillo aveva spiegato di “non sapere che il mezzo era rubato” perchè lo avrebbe “acquistato su internet”, come avrebbe fatto da molti anni.

Nell’interrogazione di garanzia Zangrillo, insomma, aveva spiegato la sua attività, di acquistare alcuni mezzi danneggiati, di ripararli e di rivenderli con una media di 2-300 mezzi l’anno. E con questa media poteva succedere di incappare in “tali inconvenienti”. Zangrillo andò oltre spiegando di aver acquistato la betoniera sequestrata sulla strada regionale Pontina “da un certo Signor Mario – del quale aveva i contatti telefonici sul cellulare – con il quale aveva in programma di incontrarsi a Latina presso l’officina e poi raggiungere il centro Sagittario, pagare 5mila euro in contanti e successivamente alla fattura eseguire un bonifico.

Il racconto di Zangrillo proseguì quando “proseguimmo io e il mio autista Fedele alla guida della betoniera e del trattore e il signor in un’auto dietro, ma all’alt dei carabinieri, i proprietari – tra cui il signor Mario – si dileguarono”. Massimo Fedele è stato assolto dal Gup Bortone per aver semplicemente eseguito quanto raccomandatogli da Zangrillo, in qualità di suo dipendente, di autista, recandosi con lui a Latina per guidare il camion poi risultato rubato. C’è un altro precedente identico a carico di Zangrillo, imputato per un analogo processo a Roma, scaturito da una simile vicenda avvenuta nel 2009.

Saverio Forte