Formia / Hotel Bajamar, la famiglia Ranucci rigetta ogni insinuazione e mostra le visure catastali

Attualità Formia

FORMIA – Anche la famiglia Ranucci risponde alle accuse mosse da Luigi Di Marco, ex socio ed erede del cofondatore dell’Hotel Bajamar di Gianola, in merito alla nota pubblicata in data 31 marzo 2016 dal titolo “Formia / L’ombra del riciclaggio sui passaggi societari dell’Hotel Bajamar, attraverso le parole del proprio avvocato, Pasquale Cardillo Cupo, che ha inviato alla nostra redazione la seguente comunicazione per conto dei suoi assistiti:

“Quale difensore di fiducia della famiglia Ranucci, in riferimento alla nota relativa alle vicende societarie dell ’ Hotel Bajamar apparsa in data 31 marzo 2016 su alcuni mezzi di informazione e relativa alla posizione del Dott. Raffaele Ranucci e del figlio Roberto, stimato collega, non si può non evidenziare la totale falsità di quanto in essa contenuto, ragione per la quale i miei assistiti provvederanno a tutelare i loro diritti ed interessi nelle sedi opportune.

Alle fantasiose, e a tratti divertenti, ricostruzioni avanzate circa la riconducibilità al Ranucci di operazioni turistico – balneari, si evidenzia come dalla banale lettura degli atti depositati presso la Camera di Commercio emerga come le quote della SocietàImmobiliare Beni Stabili ” sono state cedute, per la loro totalità a terzi, con atto pubblico notarile in data 15 Dicembre 2008, ovvero circa 8 anni or sono.

Affermare, quindi, che Ranucci avrebbe lasciato la Società subito dopo  aver affittato la gestione dell’Albergo Bajamar è totalmente falso e non corrispondente in alcun modo agli accadimenti ed evidentemente finalizzato ad ingenerare, esclusivamente, confusione nel lettore della notizia, artatamente costruita per denigrare le persone menzionate ed ipotizzare l’esistenza di fantasiose trame oscure, dimostrando evidentemente incapacità persino a leggere una semplice visura camerale, atteso che il citato affitto di azienda è avvenuto in data 4 Gennaio 2016, ovvero a distanza di 8 anni circa dalla cessione delle quote Societarie o, ancor peggio, assoluta mala fede.

Ora, pur comprendendo un evidente e notorio appeal giornalistico del Dott. Ranucci e l’evidente fotogenia dello stesso, su alcuni mezzi di informazione divenuto vero e proprio innamoramento mediatico, sarebbe opportuno verificare le fonti prima di scrivere notizie false, anche perché ciò comporta inevitabilmente responsabilità civili e penali in capo a chi diffonde tali false notizie.

Si allega immagine della visura camerale reale ed atto di vendita del Dicembre 2008.  ”