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Latina / Daniele Morello (Ugl): “Valorizzare il territorio e orientare i giovani al lavoro”

Latina Politica

LATINA – “O si riparte dai giovani e dal lavoro o per Latina non cè futuro. Non abbiamo bisogno di una politica incapace o indifferente ad un tema centrale per lo sviluppo del territorio, un tema che però richiede competenza”.

Con queste parole il coordinatore nazionale di Ugl Giovani, Daniele Morello, lancia una sfida alle forze politiche sul dramma della disoccupazione e sulla qualità delloccupazione giovanile.

“Molti  spiega – sono convinti che il problema più grave del mondo giovanile sia linattività ovvero lesercito di persone che non lavora e non studia, i cosiddetti Neet. Contro questo fenomeno tempo è stato creato lo strumento Garanzia Giovani, che avrebbe dovuto smuovere dallinerzia le ragazze e i ragazzi totalmente sfiduciati nei confronti del presente e del futuro. Sfiducia che, invece di essere stata sconfitta, è stata addirittura accresciuta, perché a Latina e provincia sono ben noti i ritardi nel pagamento del programma. Ma cè di peggio”.

Secondo una recente rilevazione del centro studi Datagiovani per Il Sole24Ore tra i lavoratori laureati (tra i 25 e i 34 anni) e quelli diplomati (tra i 20 e i 24 anni) “cè una vasta platea, 400 mila persone su oltre 1,6 milioni di giovani, – sottolinea Morello – che rientra nella categoria degli overeducated, cioè di coloro che sono troppo qualificati per usare unespressione più comune,  quindi con un titolo di studio più elevato rispetto a quello richiesto per svolgere il lavoro per cui sono stati assunti.

Una condizione frustrante che ai giovani non sembrerà una notizia ma che dovrebbe mobilitare le istituzioni e quei partiti che ambiscono a guidare intere comunità territoriali, sempre più caratterizzate, non a caso e non solo al Sud, dallemigrazione verso il zone del Paese più colme di opportunità o verso Paesi stranieri”.

“Il rapporto ha evidenziato che laumento della sovra istruzione è più diffuso tra i maschi nei diplomi e tra le femmine nelle lauree; tra i diplomati del Nord (+5,6%) e tra i laureati del Sud e delle Isole (oltre l8%); per l8% tra i giovani occupati con lauree di tipo medico, per il 13,5% con lauree come ingegneria e architettura, per il 43,6% nelle discipline umanistiche, per il 17%  nelle scienze naturali”.

È stato misurato anche il mismatching ovvero il divario tra la tipologia di laurea e la professione svolta. Morello spiega: “In Italia non è così infrequente che un ingegnere possa essere stato assunto in unarea commerciale. Un grande spreco di conoscenza. Per i lavoratori con lauree umanistiche, il mismatching è un fenomeno che colpisce più della metà dei dottori (52%), per quelli in scienze sociali il 37%, per gli architetti si sfiora il 25%”.