Gaeta / Pina Rosato: “Io non volto le spalle ai lavoratori”

GAETA – Pina Rosato risponde al consigliere Antonio Raimondi ed a quanti hanno criticato la sua posizione a favore della realizzazione dell’asta pubblica del pescato. Per garantire l’approvazione del punto la Rosato aveva deciso martedì di mantenere il numero legale in consiglio comunale. Di seguito la dichiarazione integrale.
“Penso sia necessario da parte mia fare chiarezza su quanto accaduto nello scorso consiglio comunale. Ho accolto con stupore e amarezza quanto scritto a riguardo nelle pagine web locali poiché, fatta qualche onorevole eccezione, sono state riportate forti incongruità e anche offese alla mia persona. Non posso esimermi purtroppo dal sottolineare la scarsa attenzione, e mancanza di serietà, nell’approcciarsi alle questione politiche cittadine, con la conseguenza che spesso l’attività politico-amministrativa o viene ignorata dai più o viene riportata dai politici stessi sui social-network, fortemente edulcorata in base al proprio ideale.
Nello scorso consiglio comunale la maggioranza senza i consiglieri d’opposizione avrebbe mancato il numero legale.
Fra i punti in discussione ne era presente uno di vitale importanza per l’economia della pesca cittadina, e proprio per questo motivo ho quindi dichiarato in apertura che avrei concesso con la mia presenza di continuare il consiglio comunale solo ed esclusivamente per la discussione e l’approvazione di quel punto all’ordine del giorno, rimandando gli altri alla presenza e alla responsabilità della maggioranza di governo cittadino.
Il punto in discussione riguardava la variante di un’area senza destinazione urbanistica da adibire ad area per le attività connessa al comparto della pesca. Area che adesso servirà alla realizzazione dell’asta pubblica e del nuovo mercato del pesce che i cittadini di Gaeta e gli operatori del settore aspettano da decenni, permettendo la realizzazione di un interesse collettivo e non di pochi privati.
L’ho fatto perché in un periodo come questo io non posso e non voglio, per un meschino calcolo politico, voltare le spalle ai lavoratori e alle loro famiglie, che fanno grandi sacrifici per andare avanti, permettendo una vita dignitosa ai loro figli e contribuendo al benessere pubblico.
Io ho 51 anni e lavoro da quando ne ho 19, a differenza di chi parla a vanvera, so cosa vuol dire alzarsi nel cuore della notte e tornare a casa la sera, conosco i sacrifici di un lavoro come quello del pescatore, e non c’è circo mediatico contro la mia persona (fatto anche di codardi che mancano di coraggio per criticarmi con il loro nome e si nascondono dietro un alias) che possa impedirmi di difendere il giusto interesse dei lavoratori a essere tutelati.
Ho letto le dichiarazioni del consigliere Raimondi, che criticherebbe il mio operato politico. Raimondi, avendo girato quasi tutto l’arco costituzionale per trovare una collocazione politica, può scrivere tutte le (…) che ritiene opportune. Per uno come lui, sonoramente sconfitto e incredibilmente sfiduciato dalla città, non ho parole da spendere. La città non ha bisogno di inutili sogni di gloria, va avanti lo stesso, e meglio, senza di lui.
Mi trovo infine d’accordo con il segretario cittadino del mio partito che, come ho letto in una dichiarazione riportata in un articolo on-line poi scomparso, ritiene doverosa una considerazione.
Una considerazione a questo punto la ritengo necessaria anche io, che tenga conto però dei soli interessi della città e dei suoi cittadini”.

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