Il sindaco Paolo Graziano, il presidente del consiglio comunale Gianni Izzo, il segretario generale Massimina De Filippis

Minturno / Anticorruzione, il segretario De Filippis fotografa una situazione impietosa

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MINTURNO – Una fotografia impietosa quella che emerge dalla relazione del segretario generale del Comune di Minturno, Massimina De Filippis, che svolge anche il ruolo di Responsabile della Prevenzione della Corruzione, sull’Attuazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2015-2017 (PTPC). Un’amministrazione comunale, quella capeggiata dal sindaco Paolo Graziano, che non ha avuto la sensibilità di investire sulla trasparenza, dipendenti comunali poco collaborativi, strumentazioni inadeguate e tanto altro ancora. Un Comune che sembra essere sempre più indietro rispetto ad altri Enti, a leggere le parole scritte nero su bianco nel documento redatto dalla dottoressa De Filippis relativo all’anno 2015, che – come già fatto in precedenza – ha effettuato un monitoraggio con cadenza semetrale attraverso il controllo su attività e atti amministrativi.

“Il piano è stato attuato in maniera non ancora totale”. Questa la prima riga che subito si legge nella relazione. Il segretario spiega che “la parziale attuazione è ancora ascrivibile ai seguenti fattori: inadeguati sistemi informativi presenti nelle varie strutture organizzative dell’Ente; mancata attivazione del software unico gestionale; inadeguata sensibilità e conoscenza da parte dei responsabili dei servizi e dell’amministrazione degli obblighi previsti dal Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione del Comune di Minturno; non attivazione da parte della struttura politica, malgrado sollecitazioni in merito, di un ufficio di supporto alle attività di sensibilizzazione, monitoraggio e controllo”. E ancora: “Parziale assenza nell’Ente di figure dirigenziali con adeguata conoscenza delle tematiche attinenti al Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione”.

Il segretario De Filippis, inoltre, elenca una serie di aspetti critici che hanno, di fatto, ostacolato il lavoro del Responsabile della Prevenzione della Corruzione rispetto all’attuazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione: “Assenza di disponibilità di risorse finanziarie; assenza di risorse umane qualificate appositamente dedicate alle attività di sensibilizzazione, monitoraggio e controllo; cultura del personale orientata al mero adempimento, malgrado il continuo e costante impulso del Responsabile della Prevenzione della Corruzione, e non al vario e proprio risultato; non corretta percezione sia dagli organi politici che amministrativi dell’importanza degli adempimenti e relative prescrizioni nella legge n. 190/2012 che devono continuamente essere evidenziati dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione”.

Non è immune nemmeno l’Amministrazione Graziano dall’analisi: “Le principali criticità si sostanziano nella difficoltà di svolgere un controllo completo e ‘certosino’ su tutto l’operato dell’Ente, in quanto l’Amministrazione Comunale, malgrado che il Comune di Minturno conti circa 20mila abitanti, non ha dotato il responsabile Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione di personale specializzato e a tempo pieno per supportare l’attività di un controllo generalizzato dell’attività amministrativa”.

Il segretario De Filippis denuncia anche la mancata mappatura dei processi amministrativi, dovuta “per mancanza di collaborazione e da parte dei responsabili di servizio e di apposita struttura addetta al monitoraggio delle attività, tenuti a relazionare sulla base del Piano Triennale Prevenzione Anticorruzione 2015/2017”.

In merito all’adempimento degli obbligli di trasparenza, il segretario dichiara che il livello è “più che sufficiente in via generale, malgrado ci si avvalga di strumenti e programma obsoleti”, anche perché “il Responsabile della Prevenzione della Corruzione richiede costantemente la pubblicazione con verifica periodica degli adempimenti”. Ma evidenzia il “poco raccordo tra i responsabili di servizio e conoscenza minima degli strumenti informatici”.

In conclusione, il segretario esprime il proprio giudizio: “A seguito dell’esperienza maturata le misure applicate sono appena sufficienti poiché, come già evidenziato nella precedente relazione, è indispensabile che l’amministrazione comunale ponga a disposizione del Responsabile della Prevenzione della Corruzione strumenti e risorse umane e finanziarie necessarie per poter organizzare un efficiente, efficace e costante sistema di controllo e monitoraggio, assicurando la necessaria autonomia ed indipendenza ai soggetti coinvolti quale supporto. Appare assolutamente imprescindibile implementare il sistema informatico attraverso un rinnovamento delle attrezzature hardware e software nonché una adeguata informatizzazione di tutte le procedure onde effettuare un concreto monitoraggio ed una necessaria pubblicazione costante sul sito web istituzionale. Si ribadisce l’importanza, attraverso l’ufficio di supporto, che si chiede fortemente di istituire, consentire a tutti i cittadini di essere informati sulla vita dell’Ente con i risvolti sulla collettività. Si deve mirare alla puntuale e sollecita pubblicazione dei dati onde consentire all’Ente di attuare la massima trasparenza, consentendo alla collettività di avere immediata cognizione di tutte le attività poste in essere dall’Ente. Si ribadisce la mancanza di una vera e propria ‘cultura’ in merito all’osservanza delle disposizioni al D.Lgs n. 33/2013 ma soprattutto del D.Lgs. n. 190/2012 che, per poter consentire la sua attuazione, richiede, come già sostenuto, un apposito ufficio e una più adeguata formazione del personale”.

Da sottolineare che tutti questi rilievi sono stati denunciati in più occasioni dall’opposizione consiliare, in particolare dai consiglieri del Partito Democratico Mimma Nuzzo e Gerardo Stefanelli, con interventi in consiglio comunale e per mezzo di interrogazioni finite anche sulla stampa.
Giuseppe Mallozzi