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Castelforte / Benefit ambientali, il Csa non ha pagato il corrispettivo al Comune

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CASTELFORTE – Una cosa è certa: il Csa – Centro Servizi Ambientali non ha pagato al Comune di Castelforte i benefit ambientali così come disposto dalle normative regionali. A dirlo, nero su bianco, è proprio Enrico Giuliano, ai vertici dell’azienda che gestisce il trattamento meccanico dei rifiuti nei vari Comuni del sud pontino, in un’intervista rilasciata all’edizione odierna del “Giornale di Latina”.

Il Commissario prefettizio Ilaria Tortorelli
Il Commissario prefettizio Ilaria Tortorelli

L’argomento dei ristori ambientali era al centro di un’inchiesta pubblicata nei giorni scorsi su Temporeale.info e che ha interessato anche il Partito Democratico locale, richiedendo spiegazioni al commissario prefettizio Ilaria Tortelli, la quale proprio questa mattina in un comunicato stampa ha riferito di voler fare luce sulla vicenda.

Nell’articolo a firma di Ivan Eotvos, Enrico Giuliano afferma di percepire circa 100 euro per ogni tonnellata di rifiuti che tratta nei suoi stabilimenti. L’imprenditore, inoltre, ha negato di aver fatturato il benefit ambientale ai Comuni nel modo più assoluto.

“Sono solo bugie – ha riferito al giornalista – coloro che hanno denunciato questo presunto ammanco dovranno rispondere di quello che hanno detto perché è gravissimo. Noi abbiamo ricevuto come tutti la comunicazione e il 9 di novembre abbiamo chiesto alla Regione se anche i Comuni che si servono da noi devono pagare il benefit. Anche perché la nostra attività non da vita a nessuna servitù ambientale poiché noi trattiamo solo rifiuti differenziati non il tal quale”.

C’è da dire che la ditta castelfortese effettua servizio di preselezione di tipo Tmb (trattamento meccanico-biologico) dei rifiuti indifferenziati o residuali dopo la raccolta differenziata, e – come si legge sul sito web aziendale – “è in grado di selezionare grandi quantitativi di rifiuti garantendo un elevato livello di recupero degli stessi, infatti l’impianto è anche piattaforma convenzionata con i maggiori consorzi, impegnati per agevolare i conferimenti dei materiali recuperati agli impianti che li trasformano e valorizzano, garantendo così un minor afflusso di rifiuti alle discariche”.

Ovvero quanto prescrive una normativa regionale all’articolo 29 della legge 27/1998 in considerazione dell’impatto ambientale, a volte elevato, generato da questi cicli di lavorazione, che dice, appunto, che nei Comuni sede di discariche e di impianti di preselezione, di termovalorizzazione e di stazioni di trasferenza spetta un benefit ambientale calcolato in percentuale rispetto alla tariffa di accesso agli impianti.

Guliano continua: “Abbiamo subito due attentati in questo periodo, hanno sparato alla facciata di casa mia e di mio padre e quindi vi lascio immaginare la nostra situazione. Chi mette in giro queste voci secondo le quali noi ci saremmo indebitamente appropriati dei soldi di Castelforte, non si rende conto del danno che sta creando. Non è vero niente e lo dimostreremo”. La situazione economica del Csa, stando agli ultimi bilanci, appare più che solida. Basti pensare l’attivo netto nel 2013 era di 4.121.831 euro e al 2014 è di 5.086.560 euro. Il fatturato è pressoché raddoppiato: dai 4.899.119 euro del 2013 si arriva ai 9.014.445 euro del 2014. Dato ancora più interessante è quello relativo al rapporto utile/perdita: da -51.258 euro a +73.478 euro.

“Se la Regione ci dice che dobbiamo fatturare questo benefit lo faremo senza nessun problema perché tanto i soldi non andrebbero comunque a me, è una partita di giro. Ma le sembra possibile che un Comune che già fa la raccolta differenziata debba pagare il benefit ambientale?” si chiede Enrico Giuliano.

A dirlo, però, è la Regione Lazio. Come già ricordato nel precedente articolo, più recentemente la metodologia di calcolo è stata aggiornata, fissando una tariffa complessiva del 12%. Il ristoro va suddiviso tra i vari Comuni dove gli impianti hanno sede. Ma è l’impianto del Comune dove avviene la preselezione (in questo caso il Csa) a dover effettuare la ripartizione: il 2% al Comune dove ha sede (qualora esista) la stazione di trasferenza; il 4% al Comune ove ha sede l’impianto di preselezione; 5% al Comune ove ha sede la discarica; 1% al Comune ove ha sede l’impianto di termovalorizzazione. In caso di conferimento di rifiuto tal quale direttamente in discarica, al gestore andrà una somma pari al 10% dell’importo da rigirare al Comune dove ha sede.

Dai calcoli fatti, si tratterebbe di circa 300mila euro all’anno che il Csa dovrebbe versare al Comune di Castelforte, a partire dal 2012. Totale: oltre un milione di euro che non sarebbe entrato nelle casse comunali. Il nostro servizio poneva delle semplici domande, suffragate da documentazione certa. Attendiamo le risposte con altrettanta trasparenza.
Giuseppe Mallozzi