Minturno / Nuovo appalto rifiuti, procedura annullata: il servizio non decolla

Ambiente Minturno Politica

MINTURNO – Per la raccolta differenziata e il porta a porta c’è tempo. La procedura per la pubblicazione del bando di gara che era stato annunciato da mesi e che sarebbe dovuto già essere pubblicato è stata annullata. Lo ha deciso l’amministrazione comunale, in quanto dovranno essere apportate modifiche al fine di tutelare l’ente in caso di risoluzione del contratto.

“Dopo una riunione di maggioranza e della commissione igiene – ha spiegato l’assessore all’igiene Luca Salvatore – si è ritenuto opportuno modificare il capitolato per rendere più efficiente il servizio e per avere una maggiore tutela per il Comune. Infatti, il capitolato prevede l’assegnazione del servizio per i prossimi sette anni, ma noi abbiamo deciso di inserire una precisazione che prevede una revisione al quarto anno. Una modifica che offre garanzie all’ente nella ipotesi di una risoluzione del contratto”.

Un’altra modifica riguarderà la zonizzazione del territorio, al fine di coprire meglio il servizio in determinate località. Sarà comunque l’Asmel – la società convenzionata con il Comune di Minturno – a procedere con la futura pubblicazione.

“La raccolta differenziata – aggiunge l’assessore Salvatore – già avviene e stiamo aumentando il numero di cassonetti. In cantiere anche altre iniziative. La gara verrà presto ripubblicata con alcune modifiche al capitolato a tutto vantaggio del servizio e della collettività. Fra l’altro alcune modifiche le ha chieste anche l’Asmel, in quanto la stessa verrà espletata online per cui gli atti devono essere adeguati alla piattaforma informatizzata”.

Da quanto trapela, pare che il nuovo appalto non sarà più di sette anni, ma di quattro più tre di proroga. Una modifica sostanziale che sembrerebbe sia stata imposta dal consigliere del Nuovo Centrodestra Mario Ruberto, il quale già nei mesi scorsi aveva chiesto la delega all’igiene, settore che diresse molti anni fa quando ricopriva il ruolo di responsabile di servizio. E pare che abbia minacciato di far cadere lo stesso sindaco Graziano qualora non fossero accettate le sue condizioni. Insomma, ragioni politiche sarebbero alla base di un cambiamento che sta determinando un ulteriore ritardo, a discapito dei contribuenti.

Al di là di tutto, i fatti dicono che alla fine di marzo 2015 il Comune di Minturno si trova ancora con un bando temporaneo, affidato come è noto alla Ecocar, che subirà un’ulteriore proroga, e visti i tempi necessari per espletare tutto l’iter procedurale tra pubblicazione e affidamento alla prossima ditta, il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, che prevede anche il porta a porta, non partirà prima del prossimo anno.

E pensare che l’amministrazione comunale aveva rescisso il contratto con la Ego Eco – che scadeva guarda caso nel 2016 – proprio per poter bandire una nuova gara e poter voltare finalmente pagina. Allo stato dei fatti, invece, il Comune si trova con un contenzioso in corso proprio con la società di Vittorio Ciummo, che chiede 7 milioni di risarcimento danni; un decreto ingiuntivo da parte dell’Asa, altra società con affidamento temporaneo, che chiede il pagamento di 600mila euro; e un appalto dei rifiuti che è praticamente uguale al 2012, anno di insediamento dell’attuale amministrazione comunale.

A questo si aggiunge un’isola ecologica, quella di Recillo, che, ad oggi, nonostante sia stata emessa un’ordinanza di apertura dal sindaco Paolo Graziano che prevedeva l’apertura immediata per la fine di febbraio, resta ancora chiusa, quando doveva aprire i battenti già da due anni. E infine l’ex deposito Asia, per il quale l’Ente continua a pagare l’affitto di 1.400 euro pur non utilizzando l’area.

La Ecocar non ha a disposizione un’area idonea per gestire i rifiuti e per questo è costretta a portarli direttamente in discarica. Una situazione che già aveva affrontato l’Asa e che ha determinato l’aumento di quasi un milione di euro all’anno, rispetto all’appalto della Ego Eco.

I mezzi della ditta dei rifiuti sono stati nuovamente spostati e ora si trovano nei pressi della foce del Garigliano, scatenando le polemiche dei residenti della zona.

A tre anni dall’insediamento, la grande rivoluzione sui rifiuti tanto decantata da Graziano è ancora di là dal partire.
Giuseppe Mallozzi