Latina / Il Tar si schiera contro la soppressione

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Latina – Il costo annuale di gestione ordinaria della sede di Latina del tar ammonta a circa 50.000 euro, il costo complessivo da sostenere per il trasferimento a Roma è stato calcolato in euro 121.862,99. Usa la testuggine dell’antieconomicità il presidente della sezione distaccata di Latina del tribunale amministrativo regionale del Lazio Carlo Taglienti per difendere la difesa della sede che serve le province di Frosinone e Latina. Purtroppo, come già avvenuto per la soppressione della sezione staccata penale e civile di Gaeta, il legislatore ha dimostrato di non conoscere fino in fondo i risultati della spending review, né per lo Stato, né per i cittadini. Anche le ragioni a favore della conservazione degli uffici di Latina sono solide. Tra l’altro che sia per numero di cause trattate, sia per popolazione residente, il tar pontino è equiparabile a molti tribunali regionali.

Di seguito il passaggio della relazione annuale 2015 del presidente Carlo Taglienti dedicato alla possibile soppressione.

“Come noto L’art. 18 c.1 del D.L. 24 giugno 2014 n. 90, convertito in legge 11 agosto 2014 n. 114 prevede che le sezioni staccate di TAR che non siano sedi di Corte d’Appello (come appunto Latina, Parma e Pescara) sono soppresse a decorrere dal 1 luglio 2015 e da tale data i ricorsi sono depositati nella sede centrale; peraltro la norma afferma che la soppressione e la data di decorrenza sono subordinate alla assenza di misure di attuazione del piano di cui al successivo comma 1-bis; detto piano evidentemente potrebbe anche non prevedere più la soppressione o modificare la data di decorrenza della stessa. Trattasi appunto del piano che il Governo, sentito il Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, deve presentare alle Camere, unitamente ad una relazione sull’assetto organizzativo dei Tribunali Amministrativi Regionali, che prevede misure di ammodernamento e razionalizzazione della spesa e l’eventuale individuazione di sezioni da sopprimere tenendo conto della collocazione geografica, del carico di lavoro e dell’organizzazione dei servizi giudiziari.

L’originaria data del 31 dicembre 2014 entro la quale era prevista la presentazione della relazione alle Camere e l’allegato piano, è stata spostata dal 31 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015 dall’art. 2 comma 1 lett a) del d.l. 31 dicembre 2014 n. 192.

La disposizione del comma 1 bis mette quindi in discussione anche la soppressione prevista al primo comma: sia perché detta soppressione è espressamente subordinata alla mancata approvazione di misure di attuazione del piano, e quindi il piano, se approvato prima del 1° luglio 2015 può anche disporre diversamente; sia perché appunto l’art. 1 bis del citato d.l. 90/2014 rimette al piano “l’eventuale individuazione delle sezioni da sopprimere” e non già l’eventuale individuazione di ulteriori sezioni da sopprimere.Deve darsi poi conto di un recente intervento del Parlamento che, in sede di approvazione della legge c.d. “Milleproroghe” ha altresì approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a valutare sia una proroga del termine di soppressione delle sezioni staccate che non sono anche sede di Corte d’Appello, sia a sottoporre alla valutazione del Parlamento la determinazione delle sedi staccate da sopprimere (9/2803-A/170).

Il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa ha predisposto in questi giorni una relazione da trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella quale ci auguriamo sostenga la necessità di non sopprimere la Sezione staccata di Latina.

Le ragioni, che auspichiamo il Governo faccia proprie, devono basarsi sull’analisi dei parametri di valutazione indicati al suddetto comma 1 bis, e cioè : collocazione geografica, carico di lavoro, organizzazione dei servizi giudiziari.

Per quanto attiene alla collocazione geografica la sede di Latina raccoglie il numeroso contenzioso di tutta la popolosa zona sud del Lazio, relativamente alle province di Latina e Frosinone, la prima con popolazione di 572.000 abitanti al 2013, la seconda con popolazione di 500.000 abitanti al 2013, per un totale di quasi un milione e centomila abitanti.

Si osserva incidentalmente come numerosi Tribunali servano una popolazione inferiore ( TAR Molise 314.000 abitanti; TAR Basilicata 580.000 abitanti; TAR Valle d’Aosta 130.000 abitanti ; ed altri Tribunali regionali di media dimensione, quali quello dell’Abruzzo, del Friuli Venezia Giulia e delle Marche servano una popolazione di poco superiore a quella della Sezione di Latina, tra 1.200.000 ed 1.400.000 abitanti).

La sede di Roma del TAR Lazio è situata nella zona nord della capitale ed al disagio per il Foro di Latina e Frosinone di affrontare un viaggio di circa 70-80 km si aggiunge quello di attraversare anche il trafficato centro di Roma. Tutto ciò ovviamente comporterà un maggiore onere per i ricorrenti ed anche per le amministrazioni pubbliche quali i comuni dotate di proprie avvocature interne.

Per quanto concerne il carico di lavoro della Sezione si è già detto.

Esso risulta superiore a quello di molti tribunali e di poco inferiore al carico di lavoro di una sezione del TAR Lazio sede di Roma. A Roma infatti risultano introitati al dicembre 2014 n. 16854 ricorsi, (con 12 sezioni). Nel 2014 al TAR Molise sono stati introitati circa 500 ricorsi, al TAR Basilicata 850; al TAR Friuli 450, al TAR Trento 450 al TAR Bolzano 400.

Grave problema comporterebbe poi il carico di lavoro eventualmente aggiuntivo al TAR Lazio sede di Roma ove risultano pendenti, al dicembre 2014, n.70.692 ricorsi.

La sezione staccata di Latina venne infatti istituita, diversamente da molte altre sezioni staccate per le quali prevalsero ragioni sostanzialmente politiche, essenzialmente per motivi tecnico-organizzativi, in quanto già le norme processuali di allora prevedevano per la sede di Roma del TAR Lazio una competenza funzionale che nessun altro tribunale aveva, e cioè quella relativa agli atti statali e degli enti pubblici a carattere ultraregionale che avevano sede nella capitale.

Una sezione staccata quindi nella quale confluisse il contenzioso contro le amministrazioni locali, almeno di una parte del territorio regionale, apparve una soluzione obbligata.

Come è noto, da allora numerose nuove competenze funzionali sono state attribuite alla sede di Roma; esse hanno natura inderogabile e risultano ora elencate nell’art. 135 del codice del processo amministrativo.

Tale assetto processuale ha comportato un notevole aumento del contenzioso presso la sede di Roma, che nell’ultimo anno ha raggiunto la percentuale del 26,50% (rispetto al totale degli incrementi di contenzioso di tutti i TAR ), di gran lunga superiore all’incremento di contenzioso di qualsiasi altro tribunale (l’incremento maggiore è quello del TAR Campania sede di Napoli che raggiunge il 10,60 %).

Se a ciò si aggiunge che anche la sede di Latina ha avuto un incremento di contenzioso, seppure modesto ( 1,40% del totale, e 6% del suo contenzioso tra 2013 e 2014), appare evidente come un ulteriore carico di lavoro sulla sede di Roma diventerebbe insopportabile, con riflessi chiaramente negativi in primo luogo sui tempi di definizione dei giudizi, che trascinerebbe anche le cause della sede di Latina, – che ora vengono definite in tempi medi ragionevoli, con un incremento progressivo dell’abbattimento dell’arretrato – nella prospettiva di costosi (vedi legge Pinto) prolungamenti di definizione dei contenziosi.

Per quanto riguarda l’organizzazione giudiziaria, si osserva in primo luogo che la sede è di proprietà demaniale, concessa ad uso gratuito dall’Agenzia del Demanio nel 1998. Tale immobile, originariamente adibito a caserma della 82° fanteria, è stato oggetto di vari interventi strutturali al fine di renderlo funzionale allo scopo (Aula Udienze, camera di Consiglio, Sala Conferenze, ecc.).

Recentemente è stato intrapreso un programma triennale di intervento per la messa in sicurezza, risparmio energetico e certificazione per la vulnerabilità sismica. Il costo annuale di gestione ordinaria della sede ammonta a circa € 50.000.

Il costo complessivo da sostenere per il trasferimento è stato calcolato in euro 121.862,99

A detto costo andrebbe ad aggiungersi quello, eventuale, per le spese di stoccaggio dei mobili e arredi, nel caso in cui il Tar Lazio sede di Roma non avesse la disponibilità di locali per accogliere il mobilio. In definitiva quindi può ritenersi dimostrato che sotto il profilo della collocazione geografica la sede di Latina offre una utile soluzione giudiziaria raccogliendo il contenzioso localizzato in una zona omogenea e popolosa della regione Lazio.

Sotto il profilo del carico di lavoro comporta un significativo decongestionamento della sede di Roma che ha competenze particolari rispetto a tutti gli altri tribunali accentrando il contenzioso di tutte le amministrazioni centrali e con competenze funzionali specifiche; consente quindi di azzerare nel breve-medio termine l’arretrato locale”.